Dopo una provocazione enologica del mio mentore Luca Risso, l’inverno scorso ho iniziato a collaborare con i garagisti. Come ho avuto occasione di scrivere altre volte all’inizio dell’avventura ero scettica (molto scettica) sul mondo garagistico a causa della mia formazione professionale. Io vivo, mangio e respiro vino. Poi post dopo post, una degustazione oggi e un assaggio per le analisi domani, mi sono sempre più trovata coinvolta nelle loro storie, ho letto le loro motivazioni e le loro scelte con rinnovato interesse e mi hanno aiutato ad abbattere tante rigidità professionali, facendomi tornare ad un approccio più umano alla professione.
Però qualche rigidità mentale mi e’ rimasta: ad esempio ero preoccupata delle schede di valutazione, della temperatura di servizio del vini, della giusta successione dei campioni, dei giudici della commissione, del fatto che era ma mia prima volta. Giocoforza visto il mio coinvolgimento emotivo, domenica 16 giugno dovevo essere assolutamente presente al #GWC durante le giornate di Terroir vino presso i Magazzini del Cotone; quindi mediando con la famiglia, tra una corsa a San Fruttuoso e una focaccia di Recco alle 16,00 ero puntualissima alla mia prima volta vis a vis con i garagisti.
Arrivata alla sala della degustazione , un saluto ai giudici che conoscevo, un abbraccio a Luca e così abbiamo iniziato. Passato il primo momento di imbarazzo , tarata con l’ottimo naso di Linda Nano e la cultura di Luigi Fracchia ho usato un unico metro di giudizio: ho valutato i vini come se li avessi fatti io e mi sono chiesta cosa avrei potuto fare per migliorarli.
Così mi sono incavolata sulla scelta dei legni utilizzata dai ragazzi veneti, dimenticandomi che il garagista a volte fa delle scelte anche basate sulle attrezzature che ha in cantina, senza poter fare troppe valutazioni di economia, sono saltata sulla sedia sulla scelta assolutamente infelice di un lievito selezionato, mi sono rattristata sull’abuso di chiarificanti fatti con lo scopo di limitare al massimo l’uso dei solfiti, ho sorriso sugli assemblaggi di alcuni vini, scelte effettuate non per esigenze enologiche ma dal tempo libero del garagista, mi sono cadute le rotule delle ginocchia degustando alcune riduzioni post imbottigliamento.
Ho pensato e parlato tanto magari troppo
Con il senno di poi :
OVERTIME FESTIVAL 2020: DEGUSTAZIONI GRATUITE DI VINI AZIENDA NEVIO SCALA
il 03.10.2020 alle 13:04
4 Ristoranti Borghese, domani si va sul Conero
il 13.05.2020 alle 08:28
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 20.02.2020 alle 20:41
Inserito da Angelo Mignosa
il 27 giugno 2013 alle 12:48@Claudia
grazie ancora per la tua simpatia e soprattutto professionalità. Ho preso nota di ogni tuo suggerimento come stimolo e metodo per riuscire, prima o poi, a fare un vinello decente, gradevole e che non faccia trasformare in viso i commissari.
Appena potrai spero tu possa pubblicare qualcosa che ci aiuti nella gestione "pratica" della SO2 , ho letto tanti post, articoli e capitoli ma non riesco a venire a capo per trovare un equilibrio tra l'evitare l'ossidazione ed evoluzioni strane e minimizzare la quantità di solforosa, senza rischiare di "spogliare" il vino da aromi e sensazioni.
un caro saluto