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Vino in garage

Il rosso (divertente) di Antonio Gangi da Amantea

di claudia donegaglia

Il viaggio con i garagisti questa volta mi porta ad Amantea in Calabria, da Antonio Gangi con il suo rosso divertente e inusuale per me. Si tratta di un uvaggio composto in prevalenza da Nero d'Avola, Marcigliano e Aglianico. La Calabria è una delle regioni meno vitate d'Italia con meno di 15.000 ettari impiantati, ma conserva un patrimonio di biodiversità incredibile con oltre 200 varietà, in prevalenza uve rosse a volte di tonalità intensa e con un netto sentore aromatico. Questa ricchezza varietale va attribuita alle caratteristiche morfo-geografiche della regione: la dorsale dei monti che dividono gli spazi, creando conche, piccole pianure, valli, terrazzi e altopiani, coste frastagliate, offre ambienti ecologici estremamente differenziati.

Non dimentichiamo poi che l’estensione delle coste e la posizione geografica al centro del Mediterraneo hanno fatto della Calabria una terra percorsa e abitata da molti popoli che hanno contribuito nel corso dei secoli ad introdurre vitigni diversi, provenienti originariamente da altri luoghi.
Potrebbe essere che il Marcigliano sia un sinonimo del Magliocco? A questo potrà rispondere Antonio Ganci, io mi limito a raccontare il suo vino.


Note di vinificazione


La vendemmia è stata effettuata il 9 ottobre seguita da una breve macerazione sulle bucce.
La fermentazione alcolica è stata spontanea, senza piede di fermentazione, e ora dopo due travasi è conservato in inox.


Note di degustazione


IL colore è rosso rubino vivace, chiuso pieno. Il naso viene riempito da note prevalenti di prugna essiccata seguita da piccoli frutti rossi disidratati. Le mie aspettative degustative però hanno un lieve arresto in bocca; dopo tanta pienezza di occhi e di naso, la bocca si ritrova un po' vuota e scarna, con una leggera sensazione di amaro che predomina su tutto


Le analisi


Alcol distillazione 10,60% vol
zuccheri 0,36%
alcol complessivo 10,96 %vol
pH 3,26
acidità totale 7,84 g/l
acidità volatile 0.65 g/l
anidride solforosa totale 11 mg/l
anidride solforosa libera 7 mg/l


Considerazioni


La gradazione alcolica non eccessiva e l'acidità fissa ancora predominante mi fanno pensare ad un'uva raccolta anticipatamente, forse per mancanza di tempo o per problemi sanitari. Sarei curiosa di sapere perché non è stata aggiunta anidride solforosa. Antonio vorrebbe farne un vino da medio e lungo invecchiamento; perché no dico io? Intanto suggerisco che il prodotto sia conservato al freddo in modo che il vino possa avere un po' di stabilizzazione tartarica prima dell'imbottigliamento. Per l'imbottigliamento io utilizzerei i tappi in sughero, per tenere monitorata l'evoluzione del vino, che nonostante la crudezza del momento, promette terziari interessanti. Infine per evitare di spogliare eccessivamente il vino eviterei ogni tipo di chiarifica.

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4 Commenti

Inserito da Antonio Ganci

il 08 febbraio 2015 alle 20:54
#1
Gentilissima dottoressa grazie per i risultati delle analisi nonché per le sue considerazioni e i preziosissimi consigli. Proverò a rispondere alle sue domande con quel po' di mia conoscenza. Per autoctono si intende quel vitigno che nasce e si sviluppa in un luogo geografico preciso e lì si fonde col territorio che lo ha ospitato e dove ben si adatta nel tempo. Il "Marcigliano" è autoctono della zona costiera e collinare che comprende i paesi: Amantea, Belmonte e Longobardi. È un vitigno completamente diverso dal "Magliocco", infatti, vinificato in purezza, il primo esprime note di astringenza, il secondo di dolcezza.
Per quanto riguarda la vendemmia diciamo che valori di zuccherina 20-22% dello scorso anno mi davano 18-19% quest'anno (20% solo su qualche vite).
Volevo evitare l'aggiunta di solforosa o limitarla solo alla necessità magari a ridosso dell'imbottigliamento.
Provvederò subito a conservare il vino in un luogo più freddo come da Lei consigliato. In ultimo per un eventuale travaso e per l'imbottigliamento quali periodi mi suggerisce?, e se un po' di solforosa non guasta quanta dovrei aggiungerne? Grazie ancora, affettuosi saluti e buon lavoro.

Inserito da claudia donegaglia

il 08 febbraio 2015 alle 21:26
#2
Come mi piace sempre scrivere e spero che questo venga trasmesso a tutti voi :'Se il vino fosse il mio'
In questo caso travaserei ad a metà marzo , farei una prima aggiunta di 4 gr/hl di MBS , ha un pH molto basso e quindi non dovrebbe avere grossi problemi di conservazione.
In seguito effettuerei la prova all'aria e passerei all'imbottigliamento.
Seguirà per l'imbottigliamento un post in merito ( credo)
Per ora saluti
Claudia

Inserito da Alessandro Tontini

il 03 ottobre 2015 alle 12:31
#3
Vorrei chidere alla dott. Claudia da cosa dipende la pienezza un bocca se da fattori varietali dell uvaggio o temperature e tempi di fermentazione del mosto ?? O altre cose Grazie sono veramente utili wuedte didcussioni e danno spunti vinificatori molto interessanti. Alessandro montecodruzzi fc

Inserito da claudia donegaglia

il 04 ottobre 2015 alle 20:52
#4
Per pienezza di bocca intendo un senso di rotondita che si sente alla deglutizione, come equilibrio di tutte le colponenti: alcol acidita' sostanza secca. Questa dipende dalla tipologia del vitigno, maturità delle uve e come sono state condotte fermentazione e successivo affinamento.

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