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Vino in garage

Impariamo dagli errori: il Trebbiano e Longanesi di Luigi Gennari

di claudia donegaglia

MappaArticolo georeferenziato

Il giro d'Italia dei garagisti questa volta mi porta vicinissimo a casa mia nella pianura più pianeggiante della Romagna, a Lavezzola, nel regno del Trebbiano e dell'uva Longanesi, da cui i due vini in oggetto.
I suoli di origine alluvionale hanno una buona dotazione di sostanza organica che permette ai vigneti elevate rese produttive. Il clima è temperato con estati calde ed inverni rigidi, rovinato in primavera ed autunno da banchi di nebbia che aumentano di molto l'umidità dell'aria. La forma di allevamento che fino a qualche anno fa caratterizzava il territorio viticolo locale era la pergola romagnola che permetteva un buon equilibrio vegeto produttivo nei ricchi e fertili terreni romagnoli; un altro vantaggio era l'arieggiamento dei grappoli, specie quelli lunghi come l'Albana o il compatto Sangiovese del locale clone 12.

La pergola essendo scarsamente meccanizzabile è stata nel tempo sostituita dal doppio capovolto, Casarsa e GDC. Ma dopo queste divagazioni ambientali parliamo dei due protagonisti il Trebbiano e la Longanesi appunto. Il Trebbiano è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Forlì, Bologna, Ravenna e Rimini. E' considerato il signor Rossi del panorama enologico, per la sua ubiquità, neutralità e duttilità; di fatto è il protagonista di molte spumantizzazioni d'Oltralpe e del vino in brick più conosciuto in Italia.


Trebbiano


L'uva è stata fatta appassire per 20 giorni ed è stata vinificato senza il contatto con le bucce e qui secondo me c'è stato il primo errore di vinificazione. Perché non è stata fatta una prima macerazione per avere meno neutralità olfattiva? Sono stati utilizzati poi lieviti selezionati, ma non sappiamo di che tipo.
Primo travaso dopo quindici giorni e dopo un mese una chiarifica 'rapida' (non è stata specificata la tipologia di chiarificante utilizzato) con successivo travaso per eliminare le fecce.


Note di degustazione


Giallo paglierino scarico con note tendenti al grigio, al naso fa capolino solo un leggero tono di mandorla amara e crosta di pane. Al gusto le sensazione pseudocalorica dell'alcol e l'amaro della solforosa sovrastano su tutte le altre percezioni. Magro scarno e poco definito.


Le analisi


Alcol distillazione 13,23% 
zuccheri 0,18%
alcol complessivo 13,41%
pH 3,14
acidità totale 7,22 g/l
acidità volatile 0.35 g/l
anidride solforosa totale 75mg/l
anidride solforosa libera 4 mg/l

Se l'uva fosse stata la mia avrei pigiato e macerato le uve per almeno 12/24 ore per avere un'intensità colorante più significativa e più estratto. Quindi avrei gestito la fermentazione alcolica in maniera più regolare, con controllo almeno del Babo dell'esaurimento degli zuccheri , in modo da evitare il sentore di ridotto che si sente appena aperta la bottiglia. Infine avrei fatto la chiarifica solo prima di mettere in bottiglia.


Longanesi 2013

L'uva Longanesi, chiamata anche 'Burson' dal soprannome della famiglia dove vennero trovate le prime marze è ampiamente diffusa nella pianura di Bagnacavallo e in tutta la provincia di Ravenna. La sua diffusione si è ampliata a macchia d'olio in quanto è un'uva che dà un'elevata resa per ettaro ed una concentrazione in zuccheri, colore e tannini del tutto ragguardevole.


Note di vinificazion
e

L'assemblaggio è costituito da 1/4 di Longensi appassita e 3/4 di Longanesi normale; prima dell'assemblaggio le due frazioni sono state chiarificate. Il vino è stato messo in barrique il 15 gennaio 2014 dove ha fatto la fermentazione malolattica con successiva chiarifica molto leggera.


Le analisi


Alcol distillazione 12,94% 
pH 3,92
acidità totale 4,53 g/l
acidità volatile 0.46 g/l
anidride solforosa totale 44 mg/l
anidride solforosa libera 16 mg/l


Note


Al primo naso presenta una riduzione evidente che scompare dopo un energico arieggiamento. Il colore inizia a presentare un tono aranciato. Se il vino fosse il mio lo toglierei assolutamente dal legno perché sta andando in sovraestrazione e la trama del vino sta scomparendo sotto l'effetto di lignine ecc. Un'ultima cosa: avrei effettuato le chiarifiche prima dell'imbottigliamento.

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8 Commenti

Inserito da Andrea D'Ascanio

il 16 febbraio 2015 alle 15:32
#1
Altro pH alto... :-\

Inserito da claudia donegaglia

il 17 febbraio 2015 alle 21:17
#2
ph alto .
In caso di dubbi, il pH metro è tarato e i laboratori dove si svolgono le analisi sono due diversi.
Il dato è ripetibile

Inserito da Andrea D'Ascanio

il 17 febbraio 2015 alle 22:49
#3
No no non dubito del risultato, è solo una constatazione, pH elevati sui rossi macerati da nord a sud, deve esserci un motivo.

Inserito da claudia donegaglia

il 18 febbraio 2015 alle 06:52
#4
Sta arrivando anche un 3,59 di un rosso del sud a breve.
Acqua acqua mi viene da pensare e concentrazioni anomale

Inserito da Maikol Pieruccioni

il 18 febbraio 2015 alle 13:50
#5
Ciao Claudia,
dici che il vino rosso sta prendendo toni di colore aranciato...
é dovuto da un'ossidazione spinta?Dovuta al permanere in botte?
Secondo te é un vino che non ha sopportato a sufficienza la sosta in legno?

Maikol

Inserito da claudia donegaglia

il 18 febbraio 2015 alle 20:18
#6
Maikol ripostami le analisi .
Anche un eccesso di solforosa ossida il colore. Come lo senti al gusto, se è sovrastante togli .
La gestione del vino nel legno s'impara con il tempo

Inserito da Bernardo Camboni

il 20 febbraio 2015 alle 08:45
#7
Claudia, A breve ti mando il mio campione, vediamo che ne esce fuori come ph anche senza acqua acqua...

Inserito da claudia donegaglia

il 20 febbraio 2015 alle 09:48
#8
Rimango in attesa
se guardate nel gruppo su FB abbiamo anche dei 4 dalla Sardegna

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