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L'aglianico di Luigi Ferrente, di claudia donegaglia

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California Wines

L'aglianico di Luigi Ferrente

di claudia donegaglia

L’ Aglianico è un vitigno rosso coltivato prevalentemente in Basilicata, Campagna, Puglia e Molise ed ha una netta predilezione dei climi soleggiati. L’epoca di vendemmia è medio tardiva , ha una vigoria medio alta ed un’elevata produttività. Si tratta di un vitigno antico, originario della Grecia ed introdotto in Italia nel VI secolo avanti Cristo. Il vino che se ne ricava per caratteristiche, produzione e gusto viene detto il Barolo del Sud. I campioni presentati da Luigi sono due distinti da due numeri 7e 3.

 

 

Campione 7

Campione 3

Alcol distillazione (%)

11,69

11,53

Solforosa totale (mg/l)

33

18

Solforosa libera (mg/l)

4

5

Zuccheri riduttori (g/l)

Tracce

Assenti

Acidità totale (g/l)

9,26

9,17

Acidità volatile (g/l)

0,45

0,30

pH

3,24

3,29

 
Non ci sono differenze sostanziali tra i due campioni.
Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso, il profumo è fragrante con delle evidenti note erbacee, al gusto l’acidità aggressiva ed il tannino allappante sovrastano tutte le sensazioni gustative, un vino sbilanciato decisamente da affinare.

Con un corredo analitico del genere mi viene da pensare che l’uva per qualche motivo particolare sia stata raccolta decisamente troppo in anticipo, oppure che ci sia stato un carico eccessivo di uva per pianta. In vinificazione non sono stati usati lieviti selezionati, ma è stato preparato un piede una settimana prima e sono stai aggiunti solo pochi grammi per quintale di metabisolfito.

Per evitare l’aggressività del tannino avrei:

1) Posticipato la raccolta

2) Accorciato i tempi di macerazione

3) Limitato i rimontaggi e le follature

Ma adesso rimangono da decidere gli interventi da effettuare durante l’affinamento. Cercherei di conservare il vino in un luogo il più freddo possibile in modo da agevolare la precipitazione tartarica , dal momento che essendo un vino non di un’elevata gradazione alcolica, la stabilità tartarica può avvenire più agevolmente.

In primavera effettuerei un controllo dell’equilibrio acidico, valuterei la polimerizzazione dei tannini e provvederei ad una chiarifica con albume. Vista la ricchezza in tannino si potrebbe valutare anche l’affinamento in legno, in barrique di terzo/ quarto passaggio, dove la barrique ha solo la funzione da contenitore.

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