Quest'anno il bell'autunno non finisce mai, così, anziché preferire le monotone degustazioni professionali, mi sono permessa di prolungare la stagione dei viaggi alla scoperta del vino. Dopo due anni d'assenza ho deciso di tornare nel Friuli Venezia Giulia e ho avuto il piacere di visitare questa variopinta terra di confine ben due volte: la prima volta a metà settembre, nel periodo della vendemmia quando, insieme al collega polacco Wojtek Gogolinski, ho visito la zona del dolce Ramandolo, del prosciutto San Daniele e alla fine la popolare manifestazione FRIULI DOC a Udine; la seconda volta è stata all'inizio di novembre, in occasione dell'educational organizzato per la stampa estera dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia in concomitanza con il Workshop Internazionale VINO E TERRITORIO, svoltosi quest'anno nel Museo di Arte Moderna di Monfalcone. Sono stati due viaggi molto diversi, ma entrambi piacevolissimi, grazie anche al tempo che ci ha regalato tanto sole che illuminava le stupende località che abbiamo visitato. Ed ecco alcuni appunti dei miei viaggi friulani.
La meta obbligatoria per tutti gli amanti dell'ottimo vino friulano è senz'altro la pittoresca zona del dolce Ramandolo. A settembre siamo stati ospiti del carismatico Signor Giovanni DRI (www.drironcat.com) e della sua simpaticissima famiglia, la "enciclopedia" sulla zona e sul Ramandolo, della cui rinascita sono stati i veri protagonisti. Oltre al buon Ramandolo d'annata, lavorato esclusivamente in acciaio e venduto a un prezzo "promozionale", produce anche la vera delizia - un Ramandolo "Uve dicembrine" nato dal Verduzzo friulano vendemmiato nei primi giorni di dicembre. È un vino carico di colore, molto pulito e dolce, ma non stucchevole. Dopo il Ramandolo il Signor Dri punta molto sui vini rossi. Ho assaggiato il suo ottimo e complesso "Rosso del Monte dei Carpini" di Schiopettino e Refosco ( 80% e 20%), con l'intenso sapore pepato caratteristico dello Schiopettino.
L'azienda produce anche olio da uliveti di proprietà in Adornano (UD), i più grandi per estensione in Friuli. Tutti gli ospiti rimangono deliziati anche dalla sua ottima Grappa di Ramandolo Rud (in friulano: rude, integrale) che distilla da solo in modo tradizionale evitando la doppia distillazione che fa perdere la tipicità del prodotto. Da bravo contadino che non spreca mai niente, il Signor Dri produce anche i distillati, tra i quali il curioso distillato di mele MEL, con un fortissimo profumo e gusto di mela verde - tutti proposti nelle semplicissime ed eleganti bottigliette.
Nella visita della zona di Nimis non doveva mancare il soggiorno nell'Agriturismo dell'Azienda I COMELLI (www.icomelli.com). Lì, oltre alla buona cucina locale, si possono gustare le diverse annate del tradizionale Ramandolo I COMELLI (assolutamente da assaggiare quelle degli anni 90).
A settembre siamo passati anche da Renato KEBER, nella cantina di Collio a Cormons, dove abbiamo assaggiato soprattutto i suoi ottimi, e sorprendentemente longevi, vini bianchi, tutti prodotti seguendo rigorosamente le fasi lunari, come facevano i contadini di un tempo. Prima di tutto il Tokai, che in questa particolare zona del Collio riesce a "esprimere i caratteri più nobili": un Collio Tokai Friulano 2004 intenso di profumo e piacevolmente minerale, imbottigliato all'inizio del 2005; il crù Collio Grici Tokai Friulano 2003, passato in tonneaux da 500 litri per i 12 mesi, ben strutturato, ma destinato a equilibrarsi ancora. Buono anche i suo Collio Pinot Bianco 2004 e il delicato Collio Pinot Grigio 2004, per il quale il Signor Renato ha speso qualche parola di più, visto la popolarità all'estero di questo vino facile da abbinare e il quasi totale disinteresse in Friuli. Ho degustato con grande piacere il suo rosso Collio Grici Merlot 2001, invecchiato nei tonneaux da 500 litri e affinato in bottiglia per ben 2 anni, caratterizzato da un complesso profumo fruttato-floreale, il fresco sapore e la piacevole amarezza finale.
Sempre a settembre, nella zona di Trieste, abbiamo visitato l'azienda della famiglia slovena dei PAROVEL, che oltre ai vini produce anche un buon olio, che lavora con cura nel suo frantoio aziendale.
La loro "Selezione Parovel", nata dalla varietà d'olivo Biancheria e Belica, autoctone della zona di Trieste, da quest'anno è uscita sotto il nuovo marchio DOP che aiuterà senz'altro di valorizzare quest'olio finora venduto quasi esclusivamente nel Friuli, che nel suo profumo erbaceo e il gusto delicato e appena piccante, può essere paragonato agli oli siciliani. Tra i vini assaggiati nella cantina, mentre arrivava uva bianca appena raccolta nelle vigne poste in collina, ho notato la loro Malvasia Istriana DOC Carso 2005 - un vino delicato, ma con una bella sapidità e la più morbida Vitovska DOC Carso 2004 prodotta nella migliore vigna aziendale di nome "Vigna Barde" dal quale si può osservare tracciata nel bosco della collina linea del confine con la Slovenia. Ho assaggiato anche un curioso Refosco dal peduncolo verde (autoctono della zona carsica) del nome "Terrano" (deriva dal ferro presente abbondantemente in questa varietà d'uva, che nel passato i medici triestini consigliavano gli anemici a berlo). Questo acidissimo vino del 2004 (che in certe annate arriva a 10 d'acidità contro il 7 del Refosco dal peduncolo rosso), aveva anche la piacevole nota olfattiva di frutti rossi e non spiacevole astringenza.
Un altro territorio-chiave per la gastronomia friulana è la zona di San Daniele con il suo famosissimo prosciutto. Durante il nostro piacevole soggiorno di settembre in questa tranquilla cittadina friulana piena di bellissime testimonianze artistiche, come ospiti del Consorzio del Prosciutto di San Daniele (www.prosciuttodisandaniele.it), lo potevamo assaggiare davvero di tutti tipi.
Devo dire che anche in questo caso vale la regola che detta di gustare i prodotti del territorio in loco. Se vi capita un giorno di visitare questa zona, magari anche in occasione della festa del Prosciutto San Daniele, a giugno, vi consiglio di andare a pranzo nella bellissima Prosciutteria del noto produttore Carlo DALL'AVA (www.dallava.com) e chiedere un piatto di ravioli con il prosciutto accompagnati con uno dei buoni vini rossi di BIDOLI, prodotti dalla moglie Margherita nella modernissima cantina "Fornai dai Fradis", ricavata dall'antica fornace nelle vicinanze di San Daniele (www.bidolivini.com).
Potete provare un profumatissimo e "attraente" DOC Friuli Grave "Briccolo Merlot 2004" o il più "tranquillo" DOC Friuli Grave "Briccolo Cabernet" 2003 - entrambi i vini con un buonissimo rapporto qualità/prezzo che fa parte della filosofia di quest'azienda, che nonostante non possieda le vigne, punta con successo sui vini di qualità. Di sera invece potete spostarvi al centro di San Daniele per cenare nel ristorante SCARPAN con un piatto di San Daniele e un buon bicchierino di tradizionale grappa friulana che ci fa sentire subito "in posto giusto nel momento giusto". Sono assolutamente da provare la vellutata Grappa di Picolit di NONNINO o l'equilibrata Grappa "Storica" di DOMENIS, che si trovano facilmente nei ristoranti friulani dove i ricchi banconi delle grappe assomigliano ai laboratori degli antichi alchimisti.
A proposito di superalcolici, sempre a settembre siamo stati ospiti nella distilleria BEPI TOSOLINI a Povoletto (UD) (www.bepitosolini.it), dove abbiamo assaggiato le squisite acquaviti d'uva. Siamo rimasti davvero "spiazzati" dai loro MOST di Fragolino e il MOST di Moscato Rosa - un vero e proprio fiore di rosa in bocca; entrambi persistentissimi e per niente "femminili". Questa distilleria è nota anche per una sua particolare confezione di grappa di Ribolla Nera, cioè la bottiglia d'autore realizzata da 15 anni dalle vetrerie di Murano e firmata ogni anno da grandi stilisti, tra i quali Etro e Missoni (per la bottiglia del 2004 e 2005). Così ben confezionata la bottiglia di Serie Storica trova da due anni anche i clienti del famoso Harrods di Londra.
Nel nostro viaggio di novembre siamo stati ospiti dell'azienda AQUILA DEL TORRE, che punta sulla produzione del raro e costoso Picolit, valorizzato insieme al territorio circostante attraverso un progetto di nome "Oasi Picolit" nato nel 2005 che conduce in collaborazione con l'Università di Udine. Abbiamo avuto il piacere di assistere alla bella degustazione verticale di questo particolare vino delle annate 1997-2003. Personalmente sono rimasta deliziata dal nato nell'annata molto calda, un equilibrato Picolit 2000. Durante il Workshop di novembre a Monfalcone sono tornata ad assaggiare anche i loro altri vini e ho degustato il piacevole Tokai Friulano DOC COF "Vocalis" 2004 e un interessante cuvée di Tokai Friulano 2005 con aggiunta di Riesling Renano, ancora in fase di affinamento. Tra i rossi invece uno speziato e volutamente gentile Refosco DOC COF 2003 e il profumatissimo Merlot DOC COF "Vocalis" 1999 nato dalle vigne di circa 40 anni.
A novembre abbiamo visitato anche l'interessante azienda CARLO DI PRADIS a Cormons (GO) (www.carlodipradis.it) condotta da fratelli Boris e David Buzzinelli, che nei terreni delle marne arenarie del Collio produce un piacevole e freschissimo Tokai Friulano DOC Collio 2005 e il DOC Collio "Pradis Bianco" 2001 che a noi è stato servito a pranzo con la tipica minestra di crauti e fagioli jota, simile a quella che mangiavo spesso da ragazza a casa di nonna nelle fredde giornate invernali in Polonia (purtroppo senza il buon bicchiere di vino!). Insieme con i fratelli Buzzinelli abbiamo degustato anche il loro Merlot DOC Collio 2000 e 2001, quest'ultimo con un bellissimo e intenso profumo di ciliegia fresca che "prosegue" nel sapore.
Il Friuli è pieno di interessantissimi ristoranti dove si serve la ricca cucina locale insieme agli ottimi vini e alle grappe: c'è ne sono di tutti tipi e per tutti i gusti, anche se prevale la cucina molto saporita e un po' pesantuccia, assolutamente non adatta per gli amanti dei cibi light, invece ideale per i grandi lavoratori friulani e anche per noi instancabili enoturisti. A tal proposito ricordo la squisita cena di novembre da Signor Ustili della GOSTILNA DEVETAK a San Michele del Carso (www.devetak.com) dove dopo la pesante giornata abbiamo assaggiato la Selinka fatta di sedano, fagioli e paprica (con ben 6-7 ore di cottura!) servita con la polenta ed abbinata ad un piacevolissimo ed elegante (anche se non filtrato) Sauvignon del Carso 2002 di SILVANO FELLUGA. Per il secondo invece un saporito Squazzeto di maggiornana abbinato ad un genuinissimo e un po'"tosto" Refosco 2003 di CASTELVECCHIO di Sagrato d'Isonzo (GO) passato 1,5 anni in barrique e botti e affinato in bottiglia per altri 1,5 anni. Sono rimasta deliziata anche degli oli del Carso serviti dal Gospod (cioè padrone di casa): un pulitissimo ed equilibrato "Olio Celo" di SANCIN vicino a Trieste e più "aggressivo" olio di KOCJANCIC RADO" di Dolina (TS). Il Signor Ustili è sloveno e realizza con grande successo la cucina sloveno-austriaco-friulana usando solo i prodotti locali tra i quali le verdure dal suo orto. È in costruzione anche un piccolo alloggio in stile carsico che, visto la bontà della cucina e la bellezza del luogo, avrà un sicuro successo.
Spostandoci verso la periferia di Trieste abbiamo gustato anche la creativa cucina dei Signori Scabar. Nel loro ristorante ANTICA TRATTORIA SCABAR (www.scabar.it) ho assaggiato il miglior piatto di baccalà della mia vita che "ha sperimentato" per noi la Signora Ami Scabar. Questo gustosissimo piatto di tre diverse interpretazioni di baccalà è stato "promosso" con entusiasmo da tutto il nostro gruppo, che spero diventerà uno dei nuovi "piatti forti" di questo elegante locale.
Rimanendo a Trieste siamo andati a cena in un suggestivo locale, LA DAMA BIANCA (www.alladamabianca.com), nella bellissima spiaggia sotto i famosi castelli triestini. Lì abbiamo assaggiato la freschissima Volpina del Golfo con pomodorini secchi, pinoli e purea di Cavolo Verza abbinata con un piacevolissimo Pinot Grigio IGT Delle Venezie "Sialis" 2002 non filtrato dell'Azienda TERPIN di San Floriano del Collio.
Durante il workshop di Monfalcone che quest'anno ha fatto incontrare 35 produttori, soci del Movimento Turismo del Vino, con dei ben 53 buyers provenienti da tutto il mondo, ho avuto il piacere di soffermarmi al banco dell'Azienda CANTARUTTI ALFIERI di San Giovanni al Natisone (UD) (www.cantaruttialfieri.it) che ho notato in passato per i suoi ottimi bianchi. Questa azienda guidata dalla competentissima titolare Antonella Cantarutti possiede 54 ha di vigne distribuite tra il territorio dei Colli Orientali del Friuli e Grave e produce 100-130 mila bottiglie all'anno. Ho apprezzato soprattutto la loro Ribolla Gialla DOC COF 2005, tradizionale nel gusto e caratterizzata dai delicati profumi floreali, dalla spiccata acidità che prosegue in un modo molto armonico fino al finale senza cadere nella banale rotondità così richiesta oggi giorno e il loro Tokai Friulano DOC COF 2005 proveniente dalle vigne di 70 anni e caratterizzato da un ormai raro nei moderni tokai sentore di mandorla. Questo forte gusto mandorlato mi ha fatto venire in qualche modo in mente il dolce tokay ungherese. La discussione sulle origini di entrambi i vini è sempre accesa, anche se ormai siamo alla vigilia della nascita del "friulano" che seppellirà per sempre il condannato "tokai friulano".
La sconfitta friulana è in questo momento molto sentita dai tutti i produttori, ma i veri effetti di questa sentenza dovranno ancora arrivare. E anche questa volta dobbiamo confermare la triste realtà che la legge non è uguale per tutti. Anzi, premia i più facoltosi, in quel caso le potenti cantine ungheresi che si trovano nelle mani delle grandi aziende europee. Ma, ritornando ai buoni bianchi di CANTARUTTI, ho assaggiato anche un fresco, raffinato e molto versatile COF "Canto" 2005, un armonico mix di forte Tokai (50%), profumato Sauvignon (25%) ed elegante Pinot Grigio (25%). Tra i loro rossi, messi al mercato sempre "pronti e ben maturi" dopo gli obbligatori passaggi in legno, ho notato uno Schiopettino DOC COF 2001 profumatissimo e fresco in bocca (prodotto in soli 3 mila bottiglie), un fruttato Refosco DOC COF 2000 e un piacevole e persistente Cabernet Sauvignon DOC COF 2003.
Un altro interessante momento del Workshop di Monfalcone è stato per me l'assaggio dei vini della TUNELLA d'Ipplis di Premariacco (UD) (www.latunella.it). Tra i numerosi vini prodotti da quest'azienda familiare, che possiede 70 ettari di vigne nella zona di DOC Colli Orientali del Friuli, ho scelto il loro profumato e piacevolissimo Cabernet Franc DOC COF 2005, uno Schiopettino "Selènze" molto particolare nel profumo e persistente e un complesso cuvé DOC COF "L'Arcione" 2003 (Merlot 40%, Cabernet Sauvignon 40% e Schiopettino 20%).
A testimoniare l'alto livello dei tanti rossi friulani sono anche i vini del simpatico Adriano GIGANTE di Corno di Rosazzo (UD) (www.adrianogigante.it) che non potevo non salutare a Monfalcone. È un vero "gigante" dei Colli Orientali del Friuli, nonostante i suoi soli 20 ettari di vigne, situate sulle stupende colline della zona crù "Rocca Bernarda". Tra i suoi vini vi segnalo una vera bomba, cioè il DOC COF Pignolo 2002, poi un piacevolissimo DOC COF Schiopettino 2004 e un fresco e potente DOC COF Merlot Riserva 2003 (con un passaggio in tonneaux di ben 24 mesi). Da assaggiare anche il suo dolcissimo Picolit 2003 e piacevole Verduzzo Friulano 2004.
Il Movimento Turismo del Vino del Friuli Venezia Giulia, guidato dai dinamici e simpaticissimi Elda Felluga e Massimo Del Mestre, sta puntando tantissimo sulla promozione dell'intero territorio e, oltre alla serie d'iniziative che coinvolgono i suoi ben 120 soci, ha deciso di conquistare il sempre più esigente settore turistico facendo nascere nel 2005 il primo in Italia Tour Operator interno ad un'Associazione Movimento Turismo del Vino, che è anche unico operatore specializzato in enoturismo al livello regionale (www.vinodila.it). Con il giusto l'impegno e la tenacia - le doti tipiche della buona gente friulana - stanno creando le solite basi per lo sviluppo consapevole dell'intera filiera del turismo enogastronomico di questa regione. Il Friuli ha senza dubbio le enormi potenzialità legate alla sua strategica posizione geografica e le sue numerose ricchezze storiche, artistiche ed ambientali.
La "immersione" nella realtà friulana mi ha fatto capire che si tratta del territorio per tanti versi speciale dove si respira la forte atmosfera multiculturale che fa nascere un movimento creativo in tutti gli aspetti della vita quotidiana. È particolarmente ben visibile nella ricca enogastronomia di questa piccola regione dove si mischiano le influenze italiane, slave e austro-ungariche, sopravvivendo tutte in un'atmosfera di pacifica convivenza. PACE - questa parola ha un significato particolare nel territorio del Friuli Venezia Giulia, per i secoli segnalato da continue guerre e lotte. La riuscita idea della CANTINA PRODUTTORI DI CORMONS di creare la Vigna del Mondo dal quale ogni anno esce il "VINO DELLA PACE", che viene regalato a tutti capi del mondo, ha in quel contesto un significato particolare. Passando sopra la terra friulana bagnata dal sangue non si può non pensare all'importanza della PACE, che, come sappiamo, al contrario della guerra, fa crescere le prosperose vigne. Mi piace definire il vino friulano VINO DELLA PACE, della PACE che manca nei tanti antichi territori vitivinicoli del mondo dove regnano le stupide guerre di potere. Un caldo brindisi natalizio va anche a loro.
…e alla fine, pensando al menù delle vicine feste, vi riporto la ricetta dello squisito BORETO DI PESCE di Grado, da servire rigorosamente con un "sgrassante" Refosco (o in mancanza con un bianco friulano ben strutturato). Durante il piccolo seminario della cucina regionale tenutosi durante l'educational di novembre nella Cantina di Blasig di Ronchi dei Legionali vicino Gorizia, ho gustato questo semplice, ma geniale, piatto della tradizione marinara. Abbiamo partecipato alla preparazione delle golose creazioni dei due giovani e bravissimi chef friulani: Atias Tarlan di TAVERNETTA ALL'ANDRONA di Grado e Max Sabinot di VITELLO D'ORO di Udine. I padroni di casa della TENUTA DI BLASIG hanno servito Boreto con un profumato e fresco Refosco DOC Isonzo del Friuli "Rive di Giare" ed è stato un abbinamento davvero ben riuscito.
BORETO DI PESCE MISTO
INGREDIENTI per 4 persone:
tranci di pesce misto
(rombo, asià, anguilla, ecc.)
1 bicchiere d'aceto bianco
1/2 bicchiere olio di semi
spicchi d'aglio - sale grosso
abbondante pepe nero
acqua bollente
Preparazione : in una casseruola mettete l'olio e qualche spicchio d'aglio intero. Fate annerire l'aglio, toglietelo e nell'olio fumante mettete i tranci di pesce lavati e ben asciugati, salate e pepate abbondantemente. Fate rosolare da ambo le parti il pesce, bagnate con aceto mantenendo sempre il fuoco forte. Quando l'aceto sarà evaporato, coprite il pesce con l'acqua bollente, chiudete la casseruola, e cuocete per circa 10 minuti a fuoco moderato. Alla fine cospargete con pepe nero abbondante.
A cottura ultimata il sugo risulterà ristretto e denso. Servite caldo con polenta bianca.
Buon Appetito e Buone Feste!
Salve a tutti, permettete,che mi presenti nel modo piuttosto tradizionale. Sono nata a Poznan' in Polonia nel 1970. Nel ormai lontanissimo passato ho...
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