Siamo ormai giunti alla decima edizione di una delle più tradizionali rassegne enogastonomiche della Toscana ovvero "Castagneto a Tavola", sulla Costa degli Etruschi, proprio in quel di Castagneto Carducci, paese nativo di uno dei più rappresentativi poeti italiani, quel Giosuè Carducci che con tanto sentimento richiamò ...nel ritorno senza ritorno del padre, l'ormai carismatico… viale dei cipressi che da Bolgheri portano a San Guido in duplice filar. Nell'ambito di questa manifestazione che seguo da tre anni consecutivi e che, come sempre, esprime l'esemplare progettazione ed organizzazione realizzata dal "Consorzio Strada del Vino Costa degli Etruschi", si svolgono le Anteprime dei vini della Maremma, sia dei famosi DOC Bolgheri sia dei meno rinomati ma promettentissimi DOC Val di Cornia e DOC Montescudaio, fornendo così un quadro abbastanza completo dell'enologia maremmana.
Il passare del tempo e delle mie esperienze professionali rende sempre più vivido il fatto che proprio questa manifestazione è stata teatro dei miei primi passi nell'affascinante settore enogastromico. Era circa la seconda meta degli anni novanta quando, in questo piccolo borgo della maremma ho realizzato una delle mie prime escursioni enologiche. In quel periodo i giornali italiani non facevano altro che parlare della Maremma toscana e lo facevano con tale intensità che, una neofita come me, immaginava una realtà quasi mitica ed irraggiungibile, anche dalla vicina Firenze, dove attualmente vivo. Oggi, a distanza di diversi anni, mi sorge spontanea una domanda: cosa è rimasto oggi della famosa conquista enologica di questo territorio, di questa "piccola California"?
La prima riflessione sembra essere che, nonostante siano trascorsi diversi anni dai tempi del boom, ci troviamo di fronte ad una realtà ancora molto variegata ed alla ricerca della propria identità. Un territorio che accoglie poche aziende effettivamente affermate e tante altre nuovissime - ma tutte quante afflitte dai medesimi problemi…quelli di vendita, come del resto accade per la maggior parte dei vini toscani di qualità. Tale situazione è stata sicuramente influenzata e negativamente favorita dalla crisi globale che ha afflitto il mondo del vino e che ha costituito per questo giovane territorio il vero "bastone tra le ruote".
Una crisi che, avendo investito un territorio non ancora del tutto affermato sul mercato, ha finito per costituire un forte freno per lo sviluppo delle aziende e conseguentemente della qualità del prodotto, creando incertezza nella maggioranza dei produttori della zona che proprio in quel periodo stavano investendo ogni energia finanziaria e strategica per creare un prodotto d'élite.
Purtroppo questo processo sembra stagnare e questi vini, spesso elaboratissimi e perciò costosi, certamente non potranno incrementare le vendite né riducendo i prezzi, né tanto meno abbassandoli in conseguenza dell'abbassamento del valore qualitativo di alcuni vini, creando per quest'ultimi etichette "meno pregiate" che certo non le renderebbe più appetibili sul mercato, oggi sempre più difficile.
Tante possono essere le soluzioni, come tante possono essere le vie d'uscita, ma una delle più dirette ed immediate, almeno a mio parere, può essere rappresentata dalla "perseveranza", ovvero sul continuare con l'attuale politica della massima qualità al giusto prezzo, investendo simultaneamente sia sull'immagine del territorio sia sulla proposta della qualità, facendo pubblicità a prodotti che ….se la fanno da soli.
C'è chi inneggia all'abbassamento globale dei prezzi del vino…. è un'idea geniale ma sembra che per ora sia irrealizzabile, vista la politica che stanno attuando le più rinomate e famose aziende vinicole italiane, le quali, pur applicando forti sconti sui prezzi d'ingrosso, temono e demonizzano qualsiasi ritocco ai prezzi dei listini ufficiali, cosicché il cliente finale, ovvero il consumatore, non possa assolutamente beneficiare dei ribassi applicati su altri anelli della filiera, soprattutto quando si tratta di vini di alto livello.
Un altro accorgimento, già sperimentato dalle nuove realtà aziendali della Val di Cornia e di Montescudaio, è rappresentato da un maggior utilizzo dei vitigni autoctoni : sicuramente il toscanissimo Sangiovese ma anche i Vermentino di queste zone costiere, per i quali è previsto l'utilizzo anche nella DOC Bolgheri, forse la più "internazionale". L'obiettivo, a mio avviso, deve essere quello di "personalizzare" il più possibile questi vini, in modo da "eludere" la sempre più minacciosa concorrenza straniera che, come tutti sappiamo, interessa prevalentemente i vitigni internazionali. Insomma…un ritorno alla tradizione… mantenendo la giusta attenzione nei confronti delle necessità mondane e moderne che, anche i vini maremmani, devono comunque soddisfare (ogni epoca ha le sue gioie ed i suoi crucci) per questioni di "trend". Forse è una sfida difficile ma allo stesso tempo anche molto affascinante e piena di risorse, perché, come dice un saggio proverbio… chi non va avanti - torna inevitabilmente indietro.
A prescindere da questi problemi - vissuti comunque dalla maggior parte dei vini italiani - come si sono presentate le DOC costiere quest'anno?
Le degustazioni riservate alla stampa enogastronomica si sono svolte nei primi due giorni di Aprile, all'interno dell'accogliente e bella cornice della nuova struttura ricettiva "Campastrello Sport" di Castagneto Carducci. Qui sono stati presentati i vini che usciranno in commercio nel corso del 2005 tra cui DOC Bolgheri (12 bianchi del 2004 e 2003, 35 rossi dei 2004-2002 più 7 riassaggi dei anni 2003-2001), DOC Montescudaio (8 rossi del 2003-2001 più 8 riassaggi 2003 e 2002), DOC Val di Cornia (9 bianchi del 2004, 12 rossi del 2004-2002, più 15 riassaggi del 2003-2001 e un vino da dessert del 2004), DOC Elba (1 bianco del 2004, 3 rossi del 2003 e 2002 e 4 vini da dessert) e la futura DOC Terratico di Bibbona (2 bianchi, 5 rossi del 2004 e 2003).
Per quando riguarda Bolgheri, nelle nostre Anteprime sono stati presentati vini molto "puntuali" dal punto di vista qualitativo, appellativo che non si può certo usare per i vini della Val di Cornia e di Montescudaio, per i quali, insieme ad alcuni vini davvero perfetti, sono stati proposti anche alcuni "assaggi" addirittura difettosi - una piccola conferma dello stato evolutivo di questi territori.
Ritengo doveroso ed opportuno precisare che per quanto riguarda i vini della Maremma , spesso abbiamo a che fare con prodotti destinati ad un sicuro successo ma ancora un po' immaturi. Vini che, relativamente alla materia prima ancora si trovano in piena "sperimentazione", grazie anche al fatto che il disciplinare delle DOC locali nell'essere "molto elastico" consente e prevede l'impiego di diversi tipi di uvaggi con la possibilità di lavorare su una vasta gamma di percentuali. Certo, quantità e qualità degli investimenti tecnologici aziendali, sono fattori che hanno contribuito alla produzione di vini spesso perfetti dal punto di vista della vinificazione…ma le componenti decisive rimangono sempre e comunqu la vigna e la grande esperienza del viticoltore, due elementi che, insieme al territorio, hanno bisogno di tempi piuttosto lunghi per esprimersi al meglio.
Durante i miei assaggi alle Anteprime, mi sono soffermata con particolare interesse, anche sui vini prodotti in un piccolo fazzoletto di terra nei pressi di Cecina, dove a breve nascerà la DOC Terratico di Bibbona. Questo territorio, rivelatosi molto interessante dal punto di vista vitivinicolo, era rappresentato da sole tre aziende tra le quali mi hanno "piacevolmente" colpito sia la nuova "Tenuta di Ladronaia" sia la vicina "Fattoria Casa di Terra" di Bolgheri. Devo proprio dire di aver avuto buon fiuto. Infatti sul posto ho trovato anche un vero tesoro - la splendida e ben conservata tomba etrusca nascosta sopra una straordinaria collinetta, tutta circondata dagli oliveti e dai vigneti aziendali. Per la DOC Elba, vale la pena ricordare i vini Aleatici, i quali pur prodotti in piccolissima quantità (così com'è ovvio che sia), sono unici nel loro genere ed è proprio con il loro "dolce accento", vessillo delle più autentiche tradizioni vitivinicole dell'arcipelago toscano, che si è chiusa la nostra esperienza enologica in Maremma.
Per terminare, voglio presentarvi una piccola selezione di vini che ho avuto l'occasione di degustare alla "cieca", proprio durante le nostre Anteprime e che ho trovato decisamente degni di nota. I vini vengno presentati in base alle zone di reciproca provenienza, facendo particolare attenzione al territorio di Bolgheri (in quanto alle zone di Val di Cornia e di Montescudaio ho dedicato proprio poco tempo fa un articolo che è sempre consultabile nell'archivio di WineTrotter).
I vini che vi presento appartengono a diverse categorie e, come avviene nel caso delle Anteprime, si tratta per la maggior parte di vini assaggiati durante la fase di produzione o d'affinamento, perciò qualsiasi mio giudizio deve essere preso come parziale e semmai, frutto di sensazioni. Il criterio a cui mi sono attenuta è quello relativo alla piacevolezza ed alla "personalità", anche se, nel caso di questi giovanissimi prodotti, questa caratteristica, seppur presente, è spesso di appena percettibile approccio. Come sempre vi darò anche i prezzi dichiarati dai produttori, cosicché abbiate la possibilità di avere un quadro più completo delle .. .mie sensazioni.
ZONA BOLGHERI
Salve a tutti, permettete,che mi presenti nel modo piuttosto tradizionale. Sono nata a Poznan' in Polonia nel 1970. Nel ormai lontanissimo passato ho...
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