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Wine Trotter

Di Vini Profumi (e sapori) di Carmignano

di Kate Maciejewska Serra

MappaArticolo georeferenziato

Il territorio di Carmignano s'insedia sulle stupende colline poste a due passi da Firenze e vanta il primato di essere il primo esempio al mondo di "denominazione di origine controllata" ha anticipato di circa un secolo l'AOC francese. Fu il Granduca Cosimo III de'Medici nel 1716 a stabilire precise e severe norme per la vendemmia, limitandone anche la zona di produzione che coincideva con l'attuale e straordinario parco di caccia mediceo denominato, come uno dei vini carmignanesi, il Barco Reale. Ad oggi Carmignano rappresenta il più piccolo Consorzio toscano per estensione, cosi da garantire spontaneamente la propria specificità ed omogeneità e vantando, fra i suoi pochi ma qualificati iscritti, anche nomi di assoluto pregio.

Tra le più importanti aziende vinicole del territorio ci sono Tenuta di Capezzana, Fattoria Artimino, Il Poggiolo, Castelvecchio, Tenuta Le Farnete, Fattoria Ambra, Piaggia, Pratesi, Le Poggiarelle, Podere Allocco e Fattoria Bacchereto. La moderna DOC è stata concessa ai vini di Carmignano già nel 1975, i quali, nella "versione invecchiamento", possiedono da ben 15 anni, anche la più prestigiosa denominazione DOCG. La zona di produzione è rimasta la stessa dei tempi del famoso bando dei Medici, ma la superficie vitata ha raggiunto negli ultimi anni i 150 ettari (contro i precedenti 100), proprio a testimoniare la forte ripresa di questo vino cosi amato dai grandi personaggi del passato come appunto i potentissimi Medici, che certo non lo preferivano ad altri per la sua facile reperibilità, giusta la vicinanza con Firenze. Infatti in quei tempi, le Maestranze Signorili banchettavano con i famosi e già rinomati vini francesi a cui facevano da validi antagonisti proprio i vini di Carmignano.

La lontana pregevolezza ed internazionalità di questi vini è attestata dalla non indifferente presenza in terra ed in vino di Cabernet. Sembra infatti che i primi vitigni di Cabernet siano stati trapiantati sulle colline di Montalbano già nel '600 per desiderio della regina di Francia Caterina de'Medici. Ancora oggi i vecchi viticoltori di zona usano chiamare quest'uvaggio con l'appellativo di "uva francesca", proprio in virtù della sua storica madrina. Attualmente il Carmignano rosso DOCG, oltre al prevalente Sangiovese (e max 10% di Trebbiano toscano, Canaiolo bianco o Malvasia del Chianti) contiene fino a 20 % di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon che, in sintonia con gli altri vitigni, conferisce a questi vini una particolare rotondità, cosi da renderli modernissimi.

Le radici vitivinicole di Carmignano sono molto profonde e lontane come testimoniano appunto i ritrovamenti fatti nelle numerose necropoli etrusche e romane sparse in questo territorio. Qui infatti sono stati ritrovati resti d'uva nonché gli antichi crateri, grandi e piccoli, ricavati nelle rocce, in cui dapprima veniva deposta l'uva raccolta e poi si effettuava la classica spremitura calpestata. Tutto questo e molto di più, può essere ammirato visitando il "Museo della Vite e del Vino" di Carmignano, inaugurato nel 1999 e sempre in continuo sviluppo ed ampliamento, come testimoniano le frequenti nuove scoperte. Pensato e progettato come museo del territorio , racconta in una maniera approfondita e fedele, la storia lontana e recente della vita degli abitanti di Carmignano, da sempre legata al "nettare di Bacco".

Visitando questo curiosissimo esempio di tecnica e comunicazione museologica, si possono ammirare anche le straordinarie didascalie che, perfettamente inserite nel contesto narrativo cui si ispira il museo, raccontano ed aiutano a capire l'universale "storia del vino" e della "viticoltura", attraverso le citazioni di grandi autori del passato, come Esiodo, Catone, Marrone, Tibullo, Gilgamesh, Mahabbarat e Leonardo da Vinci. Ma non manca nel museo carmignanese anche l'importante sessione etnografica dove oltre il vino e all'agricoltura si racconta il lavoro degli uomini e si scoprono le caratteristiche dei luoghi di quel tempo, attraverso le puntuali testimonianze scientifiche e fotografiche del noto etnologo svizzero Paul Scheuermeier raccolte da lui tra 1919 e 1930 per la sua importante opera Atlante Linguistico ed Etnografico dell'Italia e della Svizzera che riteneva proprio Carmignano il luogo ideale per molti aspetti ed emblematico di tante realtà contadine in quei tempi in Italia, generalmente cosi poco esplorate dal mondo scientifico italiano. Testimonianze che oggi risultano preziosissime per la ricostruzione dei vecchi procedimenti proprio nel campo della viticoltura e nelle altre importanti attività agricole del territorio carmignanese tra quali antica tradizione dei fichi secchi.

Il Museo costituisce un esempio di vera innovazione comunicativa, siamo infatti concettualmente molto lontani dalle classiche raccolte di torchi, botti e bottiglie come purtroppo spesso succede in questo tipo di luoghi. Ci troviamo invece di fronte ad un progetto ricercato ed originale, che non dimentica assolutamente di essere anche uno strumento educativo e di divulgazione culturale. A questa importante iniziativa locale fa da supporto l'interessantissima "Strada Medicea dei Vini di Carmignano" che, visto le straordinarie risorse del territorio pratese, non è solo un percorso enologico ma anche culturale, antropologico e filosofico. E' un progetto nuovo ma legatissimo al passato visto che riprende e ripercorre le lontane ed abituali strade tracciate dai Medici per raggiungere e commerciare con Firenze, lungo la quale oggi, si può alloggiare nei stupendi e lussuosi agriturismi condotti dalle stesse storiche aziende vinicole come Fattoria Artimino o Fattoria di Bacchereto.
E' proprio il caso di essere orgogliosi di questa realtà toscana che, anziché essere sommersa dall'Oceano Chianti, riesce invece a manifestare la propria personalità e tipicità territoriale, abbinata alla sempre crescente qualità di tutti vini prodotti a Carmignano, cosi come testimoniano le Anteprime organizzate dai produttori da ormai sei anni in stretta collaborazione con gli attivissimi Enti Pratesi.

A Carmignano, dove niente nasce per caso, queste giornate sono state battezzate "Di Vini Profumi", come a richiamare la benedizione e la predilezione di Bacco mediceo, insediato da secoli su queste pittoresche colline. Rispetto a quelle trascorse, la reale novità di questa edizione 2005 è rappresentata della presenza rilevante ed estesa dei vini bianchi, verso i quali si è puntualmente diretta l'attenzione analitica dei giornalisti del settore, intervenuti numerosi alla manifestazione, così da poter far utilmente luce anche su questa categoria di vini, che in questa terra di rossi per eccellenza, rimane un po in ombra. Nella bella cornice della monumentale Villa Medicea di Artimino, fra i sei vini IGT appartenenti annate 2002-2004 presenti sul mercato ed offerti in degustazione insieme a ben altri 50 rossi, sono stata catturata proprio dal prodotto dei padroni di casa - "Allegria" 2004 di Fattoria Artimino - un "estivo" e fresco assemblaggio di Chardonnay, Riesling e Canaiolo Bianco. Un'altra interessantissima e molto particolare categoria di vini carmignanesi sono i rosati, o meglio il Vin Ruspo, che nel caso di specie, si è rivelato un perfetto e ricercato connubio, tra la freschezza del vino bianco e la struttura del vino rosso.

Questo vino, prodotto in sede locale fin dai tempi remoti, senza presunzione di qualità , rappresenta oggi come oggi uno dei più qualificati vini rosati italiani. La sua importante struttura che conduce chi lo gusta verso i toni espressi da un "vero" vino rosso si fonda completamente sulla prevalente presenza di Sangiovese. Il procedimento prevede la necessità di effettuare della svinatura del 5-10% del mosto nelle vasche del futuro Carmignano DOCG, prima della fermentazione, così da richiamare la tradizione, da cui deriva anche il suo curioso nome Vin Ruspo cioè ruspato- rubato dai mezzadri dagli ultimi tinelli che consegnavano in fattoria. Devo dirvi che dopo accurati e gustosi assaggi, fra i quattro Vin Ruspo DOC 2004 presenti, sono rimasta colpita dal fascino del profumatissimo prodotto della Fattoria Ambra, carico di colore rosa intenso è composto da Sangiovese, Canaiolo e Cabernet Sauvignon.

Un altro fiore all'occhiello si è rivelato l'equilibratissimo vino del Poggiolo, prodotto con Sangiovese, Canaiolo, Cabernet Sauvignon e Trebbiano (che mi ha entusiasmato anche nell'annata 2002, allora prodotto da Sangiovese in purezza). Durante le nostre anteprime di quest'anno è "mancato all'appello" in quanto non presente, il buonissimo Vin Ruspo di Capezzana che raccomando vivamente a tutti gli appassionati di vino e non solo agli amanti dei rosati.

Oltre alle prelibatezze di cui vi ho parlato, dalle uve del pregiato Carmignano DOCG si ottiene anche un altro interessante vino di più rapido consumo, il Barco Reale DOC. Questo vino. proposto a prezzi molto competitivi, rappresenta una piacevole e valida alternativa ai più elaborati e impegnativi vini DOCG. Relativamente a questa categoria, anch'essa presente alle anteprime con sei esemplari di vino delle annate 2003 e 2004, sono stata attratta dal freschissimo e fruttato Barco Reale DOC 2003 del Poggiolo (di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Canaiolo) e dal Barco Reale DOC 2004 di Tenuta le Farnete (di Sangiovese e Cabernet Sauvignon) mentre tra i 15 vini appartenenti alla nobile categoria di Carmignano DOCG presentati ad Artimino, mi ha carpito l'attenzione..ed il palato, il profumato e potente prodotto dei padroni di casa Fattoria Artimino "Carmignano Villa Artimino" 2003 (di Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 20%, Canaiolo 10% e altri 10%) - uno dei miei preferiti già nell'annata 2001 insieme ad un equilibrato "Carmignano S.Cristina in Pilli" 2003 di Fattoria Ambra (di Sangiovese 75%, Canaiolo 10%, Cabernet Sauvignon 10%, Merlot, Syrah e Colorino 5%).


Devo confessare che il compito di analizzare i vini Carmignano DOCG Riserva, non è stato troppo facile a causa dello scarso numero dei vini presentati - soltanto 5. Questa "carenza" mi ha lasciato dispiaciuta, in quanto a mio parere, è proprio in questa categoria che spesso si trovano "vere perle" dell'enologia toscana, anche se va precisato che il loro livello generale risulta molto vario e questa caratteristica, spesso incide negativamente o quantomeno non aiuta a dare "la giusta e meritata immagine" a questa pregiata tipologia di prodotto. Mi sono così soffermata sui tre prodotti presenti, i quali nell'esprimere le singole bontà, hanno anche ribadito e confermato le differenze di cui vi parlavo, ovvero questo "livello non standardizzato " dei vini carmignanesi. Ho così degustato la Riserva 2003 di Tenuta Le Farnete (di Sangiovese 80% e Cabernet Sauvignon 20%) che mi ha richiamato positivamente l'attenzione anche nell'annata 2001, quindi ho assaggiato la Riserva 2002 di Piaggia (di Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 20% e Merlot 10%) e la Riserva 2001 di Fattoria Artimino (di Sangiovese 65%, Canaiolo 15%, Cabernet Sauvignon 15% e altri 5%).
Relativamente ai 6 vini rossi IGT, presenti alle nostre anteprime, devo confessare la sorpresa con cui, un discreto "Pinot Nero" 2002 di Villa di Bagnolo, ha catturato la mia attenzione. Un vino giovane e insolito, prodotto in terra toscana dai Marchesi Pancrazi, che, nell'annata in degustazione, l'ho trovato decisamente più piacevole dell'anno scorso.

Devo anche confessarvi che a causa della loro eccessiva giovinezza e delle temperature ormai troppo elevate per assecondare le esigenze "degustative" ho deciso di "saltare" i 12 campioni di Carmignano DOCG, passando direttamente agli straordinari Vin Santo, propri di queste zone. Fra i soli tre prodotti di Vin Santo DOC di Carmignano, presenti quest'anno, lascerei una posizione di privilegio per il prodotto di Castelvecchio del 2000 (che ricordo buonissimo anche nelle annate precedenti del 1998 e 1999), quindi il Vin Santo di Tenuta Capezzana del 1999 ed il Vin Santo di Bacchereto del lontano 1996.

Rimanendo in tema di dessert voglio segnalarvi il "battesimo" di una golosissima iniziativa del territorio pratese, presentata per la prima volta in Italia proprio in occasione delle nostre Anteprime - la prima "Strada dei Biscotti". Un tipico prodotto del territorio che si sposa tradizionalmente proprio con il locale Vin Santo. Un abbinamento ottimale, anche se molto discusso dagli amanti di questo pregiato vino toscano, che lo vedono "sciupato" dai dolci, soprattutto quelli di provenienza diversa dal comprensorio pratese. Nel nostro caso invece, si tratta di prodotti rigorosamente artigianali, prodotti nel rigoroso rispetto delle antiche ricette locali. In verità la "Strada dei Biscotti" rappresenta un'iniziativa interessante…e gustosa, per evidenziare e portare alla ribalta la straordinaria importanza che questo settore assume all'interno dell'economia locale.

Si pensi che i produttori pratesi sfornano circa 300 mila chili di biscotti tradizionali ogni anno, per un fatturato che supera i 3 milioni di Euro. In pratica nostra curiosissima Strada dei Biscotti, si snoda da nord a sud, lungo tutto il territorio della Provincia di Prato fino ad attraversare la zona appenninica di Val di Bisenzio fra cui i Comuni di Cantagallo, Vernio e Vaiano, patria degli Zuccherini (biscotti tondi e leggeri di odore e il sapore dell'anice, immersi dopo la cottura nello zucchero fuso). Quindi il percorso si tuffa direttamente nella città di Prato che, oltre alla conclamate testimonianze storiche ci regala un vero e proprio capolavoro di arte pasticcera - i suoi famosissimi Biscotti di Prato (i dolci croccanti e dorati ottenuti tagliando traversante dei filoncini di pasta farcita di mandorle intere e pinoli) ed i richiestissimi "Brutti Boni" (piccoli biscotti di mandorle croccanti fuori e morbidi dentro venduti tradizionalmente insieme con i Biscotti di Prato).

La Strada raggiunge e conclude il suo percorso tra le dolci colline del Montalbano e i Comuni di Poggio a Caiano e Carmignano, dove si sfornano i tradizionali piccoli Amaretti e dove…l'uno tira l'altro. In questo territorio, famoso anche per i locali fichi, si producono ultimamente anche i Carmignanini - biscotti fatti di pasta frolla realizzata con farina di riso e farciti proprio con i fichi. Insomma se proprio devo darvi un consiglio vi invito a venire nella zona di Carmignano, ma non provate ad assaggiare il primo biscotto e mai dovete abbinarlo ad uno vero Vin Santo locale…altrimenti rischiate che la vostra gita…si trasformi in un prolungato soggiorno!

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