Chi parla di lievi segni di ripresa deve essere senz’altro un grande ottimista, l’Italia sembra esserne piuttosto piena. La crisi c’è e si è vista chiaramente proprio nelle ultime manifestazioni legate al vino, non aiutate neppure dal bollente clima dello scorso maggio ed inizio di giugno. Se è vero, che non è molto incoraggiante assaggiare i vini spesso bollenti sotto il sole scottante, l’assenza degli addetti del settore e degli afferrati appassionati del vino non è giustificata, se non della crisi generale del settore. E’ quanto è successo quest’anno alla, ormai affermata nel panorama vitivinicolo toscano, mostra mercato ALLA CORTE DEL VINO dei Principi Corsini a San Casciano Val di Pesa svoltasi nel weekend del 23 e 24 di maggio e giunta alla sua tredicesima edizione.
La formula, rispetto gli anni precedenti è rimasta pressoché invariata, salvo alcuni cambiamenti nella gestione delle degustazioni guidate e la restrizione dell’area legata alla ristorazione. Anche i numeri sono rimasti simili agli anni precedenti: I 112 produttori toscani hanno presentato oltre 400 vini anche se si notava la mancanza di alcuni nomi importanti sostituiti da produttori validi ma spesso di minor spessore. Come ho potuto giudicare dalla domenica, terzo e ultimo giorno della manifestazione e dal parere di alcuni produttori, la presenza del pubblico è stata piuttosto scarsa, non paragonabile con la folla delle edizioni precedenti.
La novità introdotta già l’anno scorso èra il primo dei tre giorni della manifestazione dedicato esclusivamente agli incontri tra i produttori e i buyer stranieri organizzato in collaborazione con la Regione Toscana che ha visto quest’anno la presenza di compratori provenienti dai Paesi scandinavi (Norvegia, Finlandia, Danimarca, Svezia), dai Paesi baltici (Lettonia, Estonia, Lituania), dall’Europa dell’est (Russia, Ucraina, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenia) e dal Mediterraneo orientale (Turchia e Grecia). I risultati, come al solito, si vedranno soltanto a lungo termine ma ormai è certo, che questi saranno privi dell’entusiasmo con il quali gli stessi buyer dell’Est europeo esploravano le aziende italiane qualche anno fa.
Da segnalare anche la presenza nella mostra dei Corsini della selezione delle grappe toscane presentate da ANAG (Assaggiatori Grappa e Acquaviti – sezione di Firenze). Peccato, che anche quest’anno le elevatissime temperature aumentate ancora sotto la copertura di plastica del capannone che ospitava la mostra, abbiano scoraggiato tanti (me compresa) a soffermarsi a questo ricco banco d’assaggio con ben 33 grappe tra le quali erano presenti i prodotti di Campo alla Sughera, Castello di Volpaia, Col d’Orcia, Collemassari, Fattoria del Cerro, La Fuga, La Poderina, Marchesi Antinori, Marchesi Mazzei, Nozzole, Ruffino, Tenuta di Capezzana, Tenute Folonari e Tenute Silvio Nardi.
Nel capannone adiacente alla bellissima villa dei Corsini si respirava l’aria d’insoddisfazione generale. C’è, chi parlava della crisi generale di simili formule d’incontro, c’è chi suggeriva soltanto i necessari cambiamenti logistici, c’è chi dava colpa al tempo. La mia impressione personale è che la vera colpa si trova nell’attuale sistema, funzionante da anni ma non più compatibile con i tempi di crisi.
Certamente occorre un rilevante cambio generale di strategie di vendita e di promozione dell’intero settore vitivinicolo per evitare gli sprechi del denaro, non più sostenibili dalle singole aziende, che oltre alla buon’immagine ed il prestigio, cercano disperatamente i risultati concreti e immediati. L’incontro come quello organizzato da Duccio Corsini continuerà a servire soltanto se mantiene la sua giusta dimensione ed esclusività accompagnate dai servizi impeccabili e dal buon livello organizzativo generale.
Salve a tutti, permettete,che mi presenti nel modo piuttosto tradizionale. Sono nata a Poznan' in Polonia nel 1970. Nel ormai lontanissimo passato ho...
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Inserito da Gianpaolo Paglia
il 26 giugno 2009 alle 16:04Sembrano attirare cosse molto mirate ad un pubblico particolare o ad una zona particolare, specialmente se fatte bene e in bei posti, tutto il resto sembra sempre maggiormente destinato ad apparire come una perdita di tempo.