È giunta già alla decima edizione la Mostra Mercato dei grandi vini toscani ideata e organizzata dal carismatico principe Duccio Corsini in una delle stupende dimore familiari, Villa Le Corti, a San Casciano Val di Pesa, vicino a Firenze. Da solo produttore di un ottimo vino, Corsini ha pensato di ospitare i suoi amici e amici degli amici - tutti produttori toscani di vini d'indiscussa qualità. È un appuntamento annuale importante, non solo a livello regionale, dato che rimane finora l'unica occasione di incontrare di persona tutti i più famosi produttori toscani nella loro "patria".
Per il pubblico è un'occasione imperdibile per degustare il top della produzione vinicola toscana con un costo di soli 15 Euro, prezzo davvero simbolico visto il livello dei vini proposti. La formula sembra invariata da anni (personalmente ho seguito le cinque edizioni pressoché identiche). E così, di anno in anno, nel bel weekend di metà maggio, nelle sale della villa si svolgono le degustazioni a tema e nel suo cortile viene allestito un lussuoso ristorante mentre accanto alla villa viene piazzato un grande padiglione dove quest'anno si sono presentati ben 110 produttori.
La parte gastronomica è stata affidata ad un affermato ristorante della costa, LA PINETA di Bibbona, affollato nonostante il prezzo del pasto completo non indifferente, ben 90 Euro. La novità di quest'edizione della mostra, molto gradita dai produttori stessi e dagli amici giornalisti presenti, è stato un gustoso buffet offerto nella villa dalla "Parma Alimentare" in collaborazione con i Consorzi del Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e la Barilla.
Come ogni anno all'interno della manifestazione ha avuto luogo un'Asta di vini pregiati, a sostegno della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, condotta dalla famosa casa d'aste Pandolfini di Firenze.
Durante la mostra visitatori potevano acquistare tutti i vini presentati dai produttori tra i quali i migliori Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, vini di Maremma e Supertuscan, ovviamente ai prezzi medi d'enoteca che, come potevo osservare, non incoraggia più di tanto all'acquisto. L'invariato livello dei prezzi dei "grandi vini" (e non solo), nonostante le necessità del concorrente mercato mondiale, è un altro punto dolente dell'enologia italiana. Tanti produttori esteri ribassano direttamente i prezzi dei listini (che in Italia sembrano più intoccabile dei testi biblici) oppure con delle agevolazioni e promozioni costringono i rivenditori a diminuire il prezzo finale dei loro prodotti. E non credo che in fondo ci rimettono più di tanto, perché in commercio (e la vendita dei vini lo è) ci vuole flessibilità e a volte un po' d'astuzia.
Ma ritornando "alle corti": tra le diverse degustazioni organizzate durante i due giorni della mostra, tutte molto interessanti, ho avuto il piacere di partecipare a due: una dedicata ai Vini Monovitigni, oggi giorno molto discussi, e l'altra dedicata alla mia seconda passione dopo il vino, che è l'olio extravergine di qualità. La prima degustazione, condotta da Paolo Baracchino, ha ospitato "i fiori" dei monovitigni italiani che sono stati presentati da loro produttori o enologi. Sappiamo tutti che produrre un buon Vino Monovitigno non è poi tanto facile e che è un vino che deve trovare i suoi appassionati, dato che non ha la intraprendente facilità dei vini "misti".
Abbiamo assaggiato e confrontato tra loro (nell'ordine di servizio):
- Pinot Nero: Toscana IGT "Vigna di Baragazza" 2003 di TENUTA DI BAGNOLO; un numero uno della degustazione per quanto riguarda la raffinatezza, nato da un vitigno che "non accetta degli intrusi";
- Sangiovese: Brunello di Montalcino Riserva DOCG "Vigneti di Cottimelli" 1999 di EREDI FULIGNI; un corretto Sangiovese ma non all'altezza di un Brunello;
- Cabernet Sauvignon: "Nemo" 2001 di CASTELLO DI MONSANTO; un best per quanto riguarda il primo impatto e la freschezza complessiva che testimonia un carattere unico dei migliori Cabernet italiani;
- Cabernet Franc: Toscana IGT "Dedicato a Walter" 2003 di POGGIO AL TESORO; un vino più equilibrato, nato da un vitigno capriccioso che da vini eccellenti o mediocri;
- Syrah: Cortona Syrah DOC "Il Bosco" 2003 di TENIMENTI LUIGI D'ALESSANDRO; un vino buono, ma piuttosto anonimo;
- Mondeuse: Rosso Sicilia IGT "L'Ardenza" Rosso 2003 di COTTA NERA; un numero uno per quanto riguarda la particolarità; poteva risultare un po' squilibrato, ma che, come sottolineava l'enologo Lorenzo Landi, fa parte dell'originalità di questo vitigno piantato in quel caso nella fresca zona dell'Etna, che gli consente di mantenere gli aromi caratteristici;
- Merlot: Colli Orientali del Friuli Merlot DOC "Merlot" 2002 di MIANI; uno dei non particolarmente bene riusciti Merlot del 2002 che non "racconta bene" di questo grande vitigno internazionale;
- Sagrantino di Montefalco: Sagrantino di Montefalco DOCG "Sagrantino 25 Anni" 2001 di ARNALDO CAPRAI; un Sagrantino corretto ma un po' "sotto tono";
Peccato soltanto che, visto il numero e la varietà dei vini proposti in questa degustazione e lo spessore dei relatori, non sia rimasto tanto tempo per discutere su questo argomento, uno dei fondamentali temi dell'enologia italiana d'oggi.
La degustazione degli oli extravergini e stata organizzata, come negli anni precedenti, da Slow Food Firenze ovvero da un esperto in materia, spiritoso ma puntualissimo Sandro Bosticco. Degustazione svoltasi alla presenza dei produttori stessi è stata appropriatamente intitolata "L'oro della Toscana: Extravergini a confronto. Produrre extravergine piuttosto che vino, tra passione e marketing".
Abbiamo assaggiato molto diversi oli di:
- BOGGIOLI di Caviglia (AR) - una piccola ma qualificatissima azienda condotta con grande passione da un simpatico signore inglese che produce un perfetto olio toscano tradizionale e biologico, non monovarietale;
- FATTORIA LE CORTI di San Casciano Val di Pesa (FI) - padrone di casa e unico tra i presenti produttore anche dei vini, che dai suoi ben 70 ettari di oliveti, da oltre a quarantenni ottiene un olio biologico;
- GIACOMO GRASSI di Greve in Chianti (FI) - una piccola azienda del Chianti che produce oli monovarietali.
- STEFANO PENNACCHIOTTI di Massa Carrara - un'azienda della costa toscana, vicinissima al mare, che produce un olio molto particolare del gusto molto rotondo, che assomiglia ai migliori oli liguri;
- PRUNETI di San Polo in Chianti (FI) - l'azienda che oltre ai tre tipi d'oli extravergini d'oliva produce anche un pregiato zafferano e il famoso iris fiorentino, il giaggiolo, per la cosmesi e la profumeria;
Come tutti potevamo già notare nelle nostre tavole, gli oli di quest'anno sono sicuramente meno perfetti degli eccezionali oli dell'anno scorso che sottolineano senza vergogna anche i produttori stessi, di solito decisamente più sinceri dei produttori di vino.
Girando tra i banchi dei produttori presenti a Villa Le Corti ho notato alcune novità che, guarda caso, si propongono con i prezzi molto più competitivi rispetto alle etichette già conosciute, come ad esempio nuovo Chianti base di RUFFINO. È vero che si tratta spesso di vini minori, ma che sono di buona qualità e hanno un prezzo che li avvicina a noi tutti, bevitori del vino quotidiano.
La new entry "alla corte del vino", La TENUTA PODERNOVO del pisano, di proprietà della Famiglia Lunelli, ha presentato in anteprima già piacevolissimi IGT "Teuto" 2003 e "Aliotto" 2004. Un'altra cantina SAN GIORGIO di Montalcino, condotta da un a giovane appassionato di vini, Guido Folonari, ha presentato il suo ottimo Brunello "Ugolforte" 2001, uno dei migliori Brunelli di questa bell'annata che ho avuto occasione di assaggiare.
L'atmosfera di esclusività e unicità che si respira "alla corte" di San Casciano e che appaga pienamente i visitatori sembra di non soddisfare più di tanto i produttori stessi, un po' annoiati force non soltanto della manifestazione stessa, "bella com'è", ma del non proprio felice andamento del settore dei "grandi vini "in generale, nonostante i segnali positivi dalla Russia, Cina e dai paesi scandinavi.
In occasione del piacevole, ma piuttosto ridotto per quanto riguarda la dimensione ed importanza internazionale, incontro alla Villa le Corti, non si può non sottolineare un fatto curioso e di non facile spiegazione, che è la mancanza della mostra (o fiera) toscana dedicata al vino. E a perdere una bella occasione di promozione del vino toscano sono i produttori, non tanti quei grandi e affermatissimi, ma quelli "alternativi", i cui prodotti si perdono inevitabilmente durante un colossal di Vinitaly dove, pur enorme e ben visibile esposizione toscana, concorre non soltanto con il resto d'Italia, ma anche con il mondo intero.
Effetto prolungato di questa strana politica della regione che vive anche grazie al vino, è il livello di conoscenza dei vini toscani piuttosto frammentario soltanto in Italia dove tutti sanno che cosa è Antinori, Frescobaldi e Castello Banfi, ma pochi hanno sentito delle altre aziende importanti, ma minori, come Villa Calcinaia o Castello del Terriccio, che sono, come tante altre aziende toscane, relativamente più conosciute all'estero. Per non parlare degli "alternativi" che "alle corti" non hanno nemmeno accesso! Vivo in Toscana da 10 anni e personalmente non ho conosciuto un abitante di questa bella terra che rimaneva indifferente al vino, perciò non mi sembra giusto scaricare la maggior parte della responsabilità della crisi del settore al consumatore che ci ha abbandonato. O force è piuttosto il contrario e che sono stati i produttori che negli anni del boom internazionale del vino italiano hanno abbandonato un po' troppo il consumatore odierno costringendolo, visto l'innalzamento spropositato dei prezzi del vino, a sperimentare con altre piacevoli e più "proletarie" bevande come la birra.
Info :
www.allacortedelvino.it
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