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Wine Trotter

Sicilia, l'isola del Vino

di Kate Maciejewska Serra

MappaArticolo georeferenziato

Chi fosse interessato a capire la storia di quel geniale e ricco blend di culture mediterranee, che ha contribuito in modo fondamentale alla creazione dell'attuale realtà della cultura europea ,deve necessariamente recarsi in Sicilia e cominciare l'indispensabile percorso lungo la strada della sua conoscenza. Subito vi chiederete quale sia il metodo da adottare per poterlo fare, nel rispetto della "non disponibilità di tempo" (comune a molti di noi) ed evitando noiosi studi e annose ricerche storiche. La risposta è molto semplice: potete riuscirci….attraverso il vino. Si, proprio attraverso il vino e lo straordinario patrimonio enologico che lo contorna. Un patrimonio che in quest'isola non è nato per puro caso, ma come frutto di una delle più affascinanti comunità multiculturali del mondo. Questa ricchezza e diversità culturale si rispecchia pienamente proprio nel vino che assume in Sicilia un ruolo fondamentale anche dal punto di vista sociale ed economico.

La Sicilia si presenta come una meta ideale non solo per i curiosi viaggiatori che la possono esplorare accompagnati da un bicchiere di buon vino locale, ma anche per gli appassionati enoturisti sempre alla ricerca di vere perle enologiche, che in quest'isola sono custodite in discreta quantità. Questa vera e propria Isola del Vino possiede nel suo patrimonio enologico numerosi vitigni autoctoni che, grazie alle loro caratteristiche uniche, sono oggetto di studi sempre più approfonditi, condotti dai più autorevoli scienziati di questo settore, come il prof. Attilio Scienza dell'Università di Milano, un vero guru del settore. Per la loro salvaguardia è nato un progetto di selezione clonale che comprende attualmente 20 vitigni regionali tra i quali Catarratto, Frappato, Grecanico, Insolia, Nerello Mascalese, Nero d'Avola e Grillo.

A riscontro e testimonianza della grande varietà dei vitigni siciliani, ci sono ben 28 vitigni antichi, tutti sparsi sul territorio isolano, di cui la quasi totalità è stata individuata soltanto negli ultimi due anni. I principali vitigni coltivati attualmente nell'isola sono in Catarratto Bianco (46,7%), Trebbiano Toscano (12,3%) e il più famoso vitigno siciliano il Nero d'Avola (10,5%) cui segue l'Inzolia (8,4%), il Grillo (1,5%), il Sangiovese (1,2%) ed in misura minima i vitigni internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay e Sauvignon Blanc. La vitivinicoltura siciliana si sviluppa principalmente nella Provincia di Trapani, seguita dalla Provincia di Agrigento e di Palermo. La maggior parte dei vini DOC è prodotta nella Sicilia occidentale con il Marsala che rappresenta circa 50% del totale seguito dall'Alcamo, l'Etna, il Menfi, il Moscato di Pantelleria ed il Cerasuolo di Vittoria.

La quantità del vino prodotto attualmente in Sicilia è addirittura pari alle produzioni toscane e piemontesi messe insieme. Con i suoi circa 130 mila ettari di vigne (70% d'uve bianche) la Sicilia rappresenta un reale patrimonio produttivo di "sistema", che riesce a produrre circa 4,8 milioni d'ettolitri di vino all'anno, tra cui circa 360 mila ettolitri di vini DOC, di cui il 75% realizzata da 30 grandi cantine sociali (dati ISTAT del 2003) alle quali fanno da cornice ben 200 aziende imbottigliatrici locali. Purtroppo ancora oggi tanto del vino siciliano continua ad essere portato fuori dall'isola per essere confezionato altrove, con un'incidenza notevole sul mantenimento della garanzia di qualità geneticamente data, cosicché e sempre indicato e consigliabile acquistare solo ed esclusivamente vino imbottigliato in Sicilia e protetto da marchio delle indicazioni tipiche (preferibilmente DOC).

Le aziende che ho avuto il piacere di visitare durante i miei viaggi siciliani e che vi segnalerò in seguito fanno parte di una vivacissima associazione a cui aderiscono alcuni dei più qualificati viticoltori isolani: L'ASSOVINI SICILIA, nata nel 1998 che oggi rappresenta ben 65 imprese vitivinicole, ovvero un'insieme di realtà enologiche molto diverse tra loro così da rappresentare con estrema fedeltà la straordinaria varietà e ricchezza dei vini isolani.

La prima azienda vitivinicola siciliana che ho visitato è stata l'azienda BAGLIO DI PIANETTO di Santa Cristina Gela, una realtà produttiva non lontana da Palermo, moderna ed impostata secondo standard continentali. L'azienda, nata nel 1995, opera sia nel palermitano, in località Pianetto (dove si trova anche la grande cantina) sia nella Provincia di Noto, in località Baroni. I 52 ettari di vigne attualmente in produzione (oltre ad altri 15 in fase attualmente in fase di impianto) di Pianetto si trovano ad un'altitudine di circa 600 metri sul livello del mare, in una posizione microclimatica molto privilegiata ed "ospitano" vitigni bianchi (l'Insolia e il Viognier) e rossi "internazionali" (Merlot, Petit Verdot e il Cabernet Sauvignon). Tra i vini degustati nella loro nuova e superaccessoriata cantina mi sono soffermata sul curioso ed insolito Viognier (è raro trovarlo in Italia) dal simpatico nome "Ficiligno", dal gusto molto "minerale" in virtù della natura del terreno su cui si trova impiantato il vigneto, composto da sassi striati di natura silicea - ficiligno, appunto. Restando sui vitigni internazionali ho gustato con grande piacere il nuovo Petit Verdot di questa promettente azienda - un vino già complesso e persistente ma ancora in fase di definizione. BAGLIO DI PIANETTO produce anche un interessante Nero d'Avola IGT Sicilia "Piana dei Cembali", nato dalle vigne di Noto e un IGT Sicilia "Ramione" - blend di Nero d'Avola con il Merlot.

Il mio affascinante viaggio enologico è proseguito verso Trapani dove si trova un altra grande e già affermata realtà vitivinicola - l'azienda FIRRIATO di Paceco. Nata a meta degli anni ottanta, dal 1994 è stata "rivista" secondo in "chiave internazionale" secondo criteri di scuola enologica australiana. L'azienda possiede attualmente circa 200 ettari di vigne e produce oltre 4 milioni di bottiglie all'anno di cui circa il 75% viene venduto in ben 30 paesi, sparsi in tutto il mondo. Nonostante l'impostazione internazionale quest'azienda si è posta fin dall'inizio l'obiettivo di produrre vini di qualità provenienti anche da vitigni autoctoni, come i bianchi Insolia, Catarratto, Grillo e Ansonica o immancabile Nero d'Avola, Perricone, Nerello Mascalese e Nerenno Cappuccio. Tra i bianchi di FIRRIATO risulta degno di nomina un particolare Grillo in purezza IGT Sicilia "Altavilla Della Corte", mentre il loro classico Nero d'Avola IGT Sicilia "Chiaramonte" di fascia medio-alta, risulta ottenere un livello di vero "primato" in relazione al rapporto qualità-prezzo, un parametro commerciale che nell'attuale mercato….. fa davvero la differenza. Voglio quindi segnalarvi un armonico IGT Sicilia "Ribeca", un blend di Nero d'Avola e Perticone, un altro raro e molto caratteristico vitigno locale. Il mio preferito tra i vini assaggiati nella bella cantina di FIRRIATO è stato il profumato e persistente IGT Sicilia "Camelot", composto da Cabernet Sauvignon e Merlot - una scelta che in qualche modo conferma la lunga esperienza "internazionale" di questa dinamica azienda.

Una delle più conosciute e più qualificate realtà vinicole siciliane è senz'altro l'azienda della Famiglia PLANETA, una realtà di oltre 250 ettari di vigne sparse su tutto il territorio isolano (oltre a 65 ettari di olivi impiantati nella zona di Menfi che producono un aromaticissimo e delicato Extra Vergine d'Oliva) con 11 etichette di vino per un totale di 2 milioni di bottiglie all'anno. Ho quindi avuto il piacere di essere ospite della loro cantina di Sambuca, nella Provincia di Agrigento, una struttura particolarmente suggestiva e nello stesso tempo funzionale, contornata da rigogliosi vigneti, così da poter confermare la mia particolare simpatia e "fiducia" verso i vini di quest'azienda - una portabandiera del rinascimento vinicolo della Sicilia. I loro bianchi come IGT Sicilia "La Segreta" di Grecanico, Chardonnay, Viognier e Fiano, IGT "Alastro" di Grecanico e Chardonnay o IGT Sicilia "Cometa" di Fiano possiedono una freschezza e persistenza invidiabili. Per gli amanti del puro Nero d'Avola e assolutamente imperdibile IGT Sicilia "Santa Cecilia" dell'annata 2003 prodotto da uve provenienti dalla città di Noto, vera patria di questo famoso vitigno. La mia visita all'azienda PLANETA, peraltro condotta con grande abilita e simpatia dal Signor Francesco Planeta, si è conclusa con "dolcezza", ovvero assaggiando il loro DOC Moscato di Noto 2004 - fresco, persistente e per niente stucchevole è un vino "non solo da dessert" con l'accattivante ed equilibrato gusto di frutta tropicale.

Sempre nella fertile zona di Menfi, nella Provincia di Agrigento, si trova una delle più grandi aziende siciliane - l'infinita Cantina Sociale SETTESOLI che possiede 6 mila ettari di vigne (di cui 600 dedicati esclusivamente alla produzione di vini di alta fascia) curati da oltre 2500 soci. Una cantina di vinificazione che somiglia a una grande industria e dove, oltre ai vini di carattere più commerciale, rintracciabili nei supermercati di tutta Europa, dal 1999 si producono con risultati davvero ottimi anche i "Mandrarossa", vini di alta qualità, destinati alla ristorazione. Tra i vini bianchi imbottigliati con questa denominazione, ci sono gli ottimi IGT Sicilia "Fiano", IGT Sicilia "Feudo dei Fiori" di Chardonnay e Grecanico e IGT Sicilia "Furetta" di Chardonnay e Fiano. Altrettanto buoni si presentano anche i loro rossi, sia quelli a base di Nero d'Avola sia quelli prodotti con vitigni internazionali come il Merlot e Cabernet Sauvignon.

Dei momenti di vero piacere ho passato ancora durante la mia sosta presso la nuovissima cantina della giovane azienda BARBERA di Menfi. Giovane perché nata soltanto tre anni fa (anche se ha sulle spalle una lunga tradizione vinicola della famiglia) e altrettanto giovane perché condotta da due affascinanti e molto competenti ragazze - le sorelle Daniela e Marilena Barbera rispettivamente tecnico ed enologo aziendale e responsabile commerciale e delle pubbliche relazioni, le quali, nella completa autonomia gestionale assegnata dai sempre presenti genitori, conducono con piglio e sicurezza quest'azienda che possiede attualmente 10 ettari di vigneti in produzione oltre ai 4 in fase d'impianto. I loro vini vengono vinificati rigorosamente in purezza per esaltare al massimo le caratteristiche tipiche di ognuno: è cosi un profumato Insolia IGT Sicilia, un persistente Chardonnay IGT Sicilia "Piana del Pozzo", un concentrato e forte Merlot IGT Sicilia "Azimut", uno strutturato Cabernet Sauvignon IGT Sicilia "La Vota" e un piacevole Nero d'Avola IGT Sicilia. E' una azienda - simbolo della giovane enologia siciliana che anziché intenta ad osservare i successi delle imprese continentali, si prodiga con successo per ottenere risultati "siciliani".

Il mio tour per l'isola mi ha quindi portato a Noto, una delle più belle località della Sicilia, vera patria del Nero d'Avola. E' proprio qui, che, proveniente dalla sua Tenuta Sette Ponti, situata sulle colline di Arezzo, è recentemente approdato il famoso imprenditore Antonio Moretti, portando con se uno staff guidato da uno dei guru dell'enologia italiana, Carlo Ferrini. Nella sua bellissima Tenuta FEUDO MACCARI, mi ha accompagnato il "vero" padrone di casa - il giovane enologo aziendale Marco Cavataio, che dopo solo cinque anni dall'acquisizione, è già riuscito a produrre due affascinanti esempi di Nero d'Avola in purezza - IGT Sicilia "Saia" ed il meno impegnativo IGT Sicilia "Rosso di Noto".

Sono poi arrivata in un'altro paradiso terrestre. Si, mi sto proprio riferendo al territorio che accoglie l'azienda VALLE DELL'ACATE, di Acate in Provincia di Ragusa. La vecchia cantina, ancora esistente, è stata fondata due secoli fa dalla Famiglia Jacono che ancora oggi possiede e conduce con maestria la moderna azienda, peraltro affidata e custodita nelle belle mani della dinamicissima Signora Gaetana che possiede attualmente circa 50 ettari di vigne e produce circa 350 mila bottiglie di vino all'anno. Molto particolare è il loro Frappato in purezza - un vino molto equilibrato ma dai forti contrasti: importante e facile nello stesso tempo, alcolico ma bevibile - che si rivela un fattivo esempio della pienezza di contrasti, propria del territorio e dell'animo siciliano che ho sempre cercato e trovato durante i miei viaggi in questa regione.

L'azienda produce anche un ottimo DOC (dalle prossime annate DOCG ndr) Cerasuolo di Vittoria da uve Nero d'Avola e Frappato e due buoni bianchi: l'Insolia in purezza e "Bidis"- un blend di Bidis appunto e Chardonnay . Altre due note gustose di questa realtà vitivinicola sono rappresentate dal fresco e intenso Nero d'Avola "Il Moro" insieme con l'ultimo nato del "nuovo millennio" della VALLE DELL'ACATE : "Tané", l'importante, che viene commercializzato proprio da quest'anno e destinato a trovare ulteriore miglioramento nel giusto connubio fra il Nero d'Avola e Syrah.

L'ultima sosta di questo mio indimenticabile viaggio alla scoperta della Isola del Vino mi ha portato presso l'azienda DONNAFUGATA di Marsala. I vigneti e le cantine di vinificazione di questa importante azienda di proprietà della Famiglia Rallo si trovano sulle famose - dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa - colline del Belice a Contessa Entellina e nell'isola di Pantelleria. L'impegno dell'azienda nel valorizzare il proprio territorio, tra l'altro uno dei più belli in Sicilia, è davvero esemplare e non si limita soltanto al vino ma va ben oltre. Un'azienda "a ritmo di Jazz" come si autodefinisce DONNAFUGATA che, con aiuto della bella e carismatica signora Jose' Rallo, figlia dei fondatori Gabriella e Giacomo Rallo, propone degustazioni musicali dei suoi vini con possibilità per tutti appassionati di questo attraente binomio vino-musica, di scaricare i brani musicali dal loro ricco sito internet.

Tra la vasta gamma dei vini di quest'azienda si sono fatti apprezzare un piacevolissimo Ansonica in purezza DOC Contessa Entellina, dal nome "Vigna di Gabri", un blend di Nero d'Avola e Cabernet Sauvignon DOC Contessa Entellina "Tancredi" e un elegante Nero d'Avola "Mille e una notte". Tra le etichette di DONNAFUGATA non manca ovviamente il passito, un seducente Passito di Pantelleria DOC "Ben Ryè.

A proposito di femminile vorrei sottolineare la fortissima presenza in Sicilia di "donne del vino"; tante imprenditrici e manager capaci di condurre vere e proprie battaglie per affermare con sicurezza le loro etichette - frutto di competenza imprenditoriale ma anche della loro dolcezza e del loro fascino, davvero unico.

Vorrei segnalarvi anche i vini delle altre aziende siciliane che, insieme ai vini di tutti produttori già nominati, ho avuto l'occasione ed il piacere di degustare, durante la seconda edizione delle Anteprime "Sicilia EnPrimeur", organizzate a Palermo da ASSOVINI nel marzo scorso e che mi sono rimasti particolarmente impressi. Fra queste, l'azienda BENANTI di Viagrande nella Provincia di Catania, che dalle vigne piantate in suolo vulcanico, produce una gamma di vini locali, avendo un occhio di riguardo per i vitigni autoctoni dell'Etna, come il rosso Nerello Mascalese ed il bianco Carricante.

Suggerisco di provare i loro interessanti DOC Etna Rosso "Serra della Contessa" e DOC Etna Bianco Superiore "Pietramarina" (oppure il più economico DOC Etna Bianco "Biancodicaselle"). Per quanto riguarda invece il mio "principale oggetto di studi" cioè il Nero d'Avola mi ha deliziato il cru "Rosso del Conte" di una storica azienda siciliana TASCA D'ALMERITA della Provincia di Palermo ed anche il loro fresco rosè "Regaleali Le Rose", nato dai sicilianissimi Nerello Mascalese e Nero d'Avola. Assolutamente indimenticabile è stato l'incontro con il Moscato Passito di Pantelleria "Martingana" di SALVATORE MURANA, considerato uno dei migliori produttori di quest'oro dell'isola dei venti ha proposto a noi in anteprima uno straordinario Moscato del lontano anno 1976.

Ritengo quindi indispensabile spendere anche qualche parola sull'annata 2004 - l'anno in cui per la prima volta mi sono recata in Sicilia per iniziare a scoprire il fascino di quest'isola, vero baluardo del Mediterraneo e durante il quale ho avuto provata testimonianza che il vino "è vivo" e come tutte le cose viventi di questo mondo può regalarci gioiose sorprese ma anche amare delusioni. Prima di compiere questo affascinante viaggio enologico ho cercato, come al solito, di prepararmi leggendo tutto quello che ho potuto reperire sui vini siciliani e soprattutto sull'indiscusso protagonista isolano, il Nero d'Avola. Le ricerche mi avevano predisposto all'impatto gustativo con vini potenti e super strutturati. La realtà, come spesso accade, ha poi smentito i luoghi comuni, riservandomi tante sorprese.

Una di queste è stata l'aver scoperto "l'insolito" carattere dell'annata 2004, a cui sono state ufficialmente assegnate 4 stelle (5 stelle ai bianchi), mentre, a mio modesto parere, sarebbe stato più equo assegnargli 3 buone stelle. Ho trovato i vini cosiddetti "eleganti", privi dell'aggressività tipica dei vini siciliani che li rende unici e ben distinguibili. Questa mia prima impressione è diventata certezza a fronte delle degustazioni fatte in periodi successivi in cui, assaggiando vini isolani di annate precedenti, l'annata 2004 è da classificare come "anomala" e non può certo rappresentare un esempio vitivinicolo di autentica tradizione siciliana, anch'essa (come ogni tipicità tradizionale) sempre più da salvaguardare a fronte del proliferare del cosiddetto "gusto internazionale".

A fronte di un Nero d'Avola 2004 in generale poco convincente, mi hanno invece colpito diversi vini a base da vitigno internazionale. Diversamente dal Cabernet Sauvignon continentale, il suo alterego isolano risulta privo di rilevanti note erbacee e vegetali ed i suoi tannini si rivelano ingentiliti in virtù della particolare dolcezza conferita da calore e terreni. Caratteristiche che lo rendono oltre che unico, anche sorprendentemente piacevole, infatti può essere definito come uno dei veri protagonisti della rinascita enologica isolana. Un reale riscontro del bagaglio gustativo offerto da questi vini "immigrati in Sicilia" è senz'altro rappresentato da alcune etichette dell'azienda ABBAZIA SANTA ANASTASIA di Castelbuono in Provincia di Palermo, fra cui spicca un Cabernet Sauvignon IGT Sicilia "Litra" di grandissima persistenza.
Un altro buonissimo Cabernet Sauvignon l'IGT Sicilia "Burdese" di PLANETA che nella tenuta di Menfi produce anche un altro grande vino "internazionale" IGT Sicilia "Merlot".

Nonostante l'ottimo adattamento dei nostri "internazionali", la loro presenza in terra di Sicilia è tuttora minima: in totale sull'isola risultano impiantati soltanto 854 ettari di Merlot e 753 ettari di Cabernet Sauvignon che spesso vengono utilizzati nei tagli (per altro con ottimi risultati) del Nero d'Avola - un vitigno sul quale, da alcuni anni, si stanno concentrando gli investimenti finanziari e tecnici dei produttori siciliani.

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1 Commenti

Inserito da Massimo Coletti

il 06 luglio 2012 alle 10:26
#1
Gran bella degustazione!!
tra i nero d'avola che meritano attenzione in Sicilia ci metterei pure la cuvée VRUCARA della FEUDO MONTONI; Un nero d'avola che non disdegna affatto l'invecchiamento (http://www.vins-degustations.com/blog---d-vins-agrave-jour.html).
Pero' da grande amante che sono della borgogna, i vitigni siciliani che prediligo in assoluto sono il Nerello Mascalese ed il Carricante. Viti che s'arrampica lungo i pendi dell'Etna per trovare quella freschezza ed eleganza tipica dei migliori terroirs borghignonni.

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Kate Maciejewska Serra

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