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Wine Trotter

Puglia, dove il sole si fa vino

di Kate Maciejewska Serra

MappaArticolo georeferenziato

Due notizie che ci dicono tanto sul carattere della viticoltura pugliese: questa estesissima regione, priva di montagne e di importanti corsi d'acqua, produce ogni anno ben 6.500.000 ettolitri di vino, di cui solo il 5% diventa DOC. Queste ultime sono ad oggi 25 e le IGT sono 6, entrambi sparse in tutta la Puglia, che è divisa in quattro macroaree: Daunia (DOC Orta Nova, Rossi di Cerignola, Cacc'è Mmite di Lucera e San Severo), Terra di Bari (DOC Castel del Monte, Gioia del Colle, Gravina, Locorotondo, Martina Franca, Moscato di Trani, Barletta e Rosso Canosa), Salento (DOC Salice Talentino, il Leveranno, il Matino, il Copertino, lo Squinzano, l'Alezio e il Nardò) e Taranto (DOC Primitivo di Mandria e il Lizzano). Le interessanti uve rosse locali sono il Negroamaro, il Primitivo, l'Aleatico, l'Ottavianello, l'Aglianico, il Somarello Rosso, l'Uva di Troia e il Bombino Nero, mentre quelle bianche sono la Falangina, il Bombino Bianco, il Bianco d'Alessano, la Verdesca e anche il Greco e il Fiano.

In questo testo non vi descrivo un'intera regione enologica, anche perché è estremamente complessa e variopinta, ma vi presento il mio diario di viaggio che, come tutti i diari, è molto personale e soggettivo.
Come motto ho scelto una frase di Dante Alighieri, che descrive la Puglia come la "Terra sitibonda ove il sole si fa vino", affermazione che, dopo il mio breve viaggio, ho trovato straordinariamente vera.
Non è poi tanto difficile trovare dei buoni vini autoctoni italiani venduti nella grossa distribuzione con prezzi più che economici. In quel senso i vini pugliesi sono dei veri e propri campioni della fascia economica, la categoria così cara a tutti i consumatori del vino quotidiano.

Questo immenso territorio che appare come un grande giardino con centinaia di ettari di vigneti, oliveti e campi di verdure, costituisce una realtà ben distante dalle altre regioni italiane. Da una parte è la terra della gente povera, che da anni popola i grandi centri urbani dell'Italia e del Mondo, dall'altra un intero paese con delle enormi possibilità economiche legate, oltre che al turismo, tutto sommato poco sviluppato, all'industria alimentare di qualità, capace di proporsi con i tanti prodotti del suo territorio ai più grandi mercati mondiali. Manca per ora soprattutto l'alta qualità, ma visto la volontà dei produttori stessi, che proprio in questi tempi piuttosto duri cercano di dare una svolta decisiva al loro lavoro per renderlo più competitivo dal punto di vista qualitativo, la Puglia è destinata in pochi anni a diventare un importante punto di riferimento per i prodotti agroalimentari di qualità.

Tutto questo è in linea con il ritorno alle origini di questa terra - conosciuta come un grande orto fornitore di primizie per tutta l'Europa già nell'epoca medioevale e rinascimentale. Grazie alla Puglia e alla sua nobile Bona Sforza di Bari, la regina della Polonia dal 1517, anche la mia lontana patria ha conosciuto per la prima volta le verdure chiamate in quei tempi "italiane" come il pomodoro, il cavolfiore, il sedano e altre. Per non parlare del vino pugliese che ha rivoluzionato le abitudini dei nobili polacchi, bevitori accaniti del dolce e potente idromele.

Da un bel po' avevo una gran voglia di conoscere la Puglia del vino. Il mio primo soggiorno in questa regione di quasi 20 anni fa è stato anche il mio primissimo viaggio in Italia, quando da ragazza ho passato in compagnia di mia madre un'indimenticabile vacanza nel fiabesco mare del Gargano, così diverso dal Baltico di casa mia. La Puglia è stata il mio primo Amore verso questo straordinario paese che è Italia e da allora potevo ripetere con il nostro grande scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, autore del famoso "Quo Vadis", la sua bella frase che "Ogni Uomo ha due Patrie - la sua e l'Italia".

Da quando ho saputo che la Fiera di MiWine, in collaborazione con Unioncamere Puglia, organizzava un Educational, non vedevo l'ora di partecipare e già durante la fiera milanese ho visitato alcuni produttori pugliesi presenti. Sono stata inserita in un piccolo gruppo d'importatori provenienti da diversi paesi tra cui Russia, Danimarca, Svezia, Egitto e Stati Uniti. Devo dire che assistere al lavoro di questa categoria è stata una bella esperienza, visto il loro particolare approccio verso il mondo del vino, ben diverso da quello dei giornalisti. Ho capito che nonostante i luoghi comuni che parlano dell'omogeneizzazione del gusto del vino in tutto il mondo, i miei compagni di viaggio rappresentavano dei consumatori ben diversi tra loro.

Questo testimonia l'importanza del target di riferimento o, in poche parole, dice che ogni tipologia del prodotto è vendibile ad un consumatore specifico che non segue necessariamente le mode del momento o l'andamento generale del mercato mondiale. La cosa che legava tutti "i miei" importatori, oltre al sempre presente discorso del prezzo, è stata la particolare attenzione che dedicavano ai vini autoctoni, sia rossi che bianchi. In questo e negli altri incontri, sia con gli importatori che con i giornalisti stranieri, ho notato che la cosa che attualmente sta a loro più a cuore è il giusto rapporto qualità-prezzo e la tipicità del vino italiano e non più il suo gusto standarizzato.


Ill mio viaggio


Partita direttamente dalla nuovissima e ultramoderna Fiera di Milano, in poche ore mi trovo nel caratteristico Relais La Fontanina di Ceglie Messapica, nella pianeggiante campagna brindisina (da indicare le loro iniziative "Weekend del Gusto" con ben curate degustazioni dei vini pugliesi e non solo www.lafontanina.it). Il giorno dopo mi sveglia un sole stupendo che non mi ha più abbandonato fino alla fine del viaggio.


Primo giorno


Di mattina, dopo la tipica colazione italiana (mi domando: perché non pugliese?) andiamo a trovare la VINICOLA MEDITERRANEA di San Pietro Vernotico (www.vinicolamediterranea.it).
Ci aspettano il figlio e la figlia dei soci proprietari (che sono ancora rimasti a MiWine) e con grande passione, che si legge nei loro occhi, ci descrivono la propria azienda, nata nel 1997 dalla vecchia cooperativa di San Pietro e che imbottiglia i propri vini solo dal 2000. Anche se lavorano attualmente circa 40.000 quintali d'uva, non ne possiedono le vigne. Questo mi fa pensare subito alla disgrazia di capitare proprio in una cantina di livello piuttosto bassino, ma dopo i primi assaggi mi addolcisco e alla fine, con il listino prezzi in mano, capisco che cosa vuol dire un giusto rapporto qualità-prezzo.

Il loro fresco, e di buona persistenza, Salice Salentino DOC Riserva 2002 (Negroamaro 85% e Malvasia Nera 15%) costa solo 3,80 Euro! Ora mi rendo pienamente conto che sono nella "mitica terra pugliese". Lo stesso prezzo per un equilibrato e piacevole Primitivo di Mandria DOC 2003 (i ragazzi ci dimostrano con orgoglio uno dei numeri della rivista "Il Mio Vino" dove questo vino dell'annata 2002 è stato premiato come il miglior vino pugliese). Scendendo di categoria noto "Donvito" Salento Rosso IGT 2004 (Negroamaro 60% e Primitivo 40%) - un corretto vino per tutte le tasche (soli 2,30 Euro) e un discreto rosato (in realtà di bel colore arancione brillante) di un invitante nome "Soraya" - un Salento Rosato IGT 2005 (Negroamaro 70% e Malvasia Nera 30%) a soli 2,10 Euro. Le vigne da cui provengono le loro uve si trovano sopra il tipico suolo calcareo del Salento, di colore rosso, dato la ricchezza di sesquiossidi di ferro ed alluminio che conferiscono calore al terreno.

Prima del pranzo dobbiamo visitare ancora due aziende, perciò partiamo in fretta e andiamo a San Marzano dove ci aspettano da FEUDI SAN MARZANO (www.feudisanmarzano.it) con un assaggio della gamma alta dei loro tanti vini destinata al canale HORECA. Francesco Cavallo, il presidente di questa grande cooperativa di mille soci e 650 ettari di vigne, ci mostra la cantina e "fa provare" la nuova sala di degustazione superatrezzata. Il suo "cavallo di battagia" è un Primitivo di Mandria DOC 2003 "Sessantenni".Come indica il nome è il vino nato dalle vigne di sessantenni ed e prodotto in max 25 mila bottiglie. Al primo impatto mi conquista il suo bellissimo e fragrante profumo di frutti rossi, erbe aromatiche e note balsamiche, ma il suo sapore piuttosto "crudo" e con un'eccessiva acidità mi delude un po'. Purtroppo questa acidità elevata, non molto bene "amalgamata" al gusto, caratterizza quasi tutti vini di questa azienda e anche se li rende indubbiamente longevi, toglie loro la piacevolezza generale. In quel senso unico diverso risulta un vino di nome "Sud" - un discreto Primitivo Merlot Sarantino IGT 2004 (Primitivo 50% e Merlot 50%). Noto che tutte le bottiglie sono belle dal punto di vista estetico e dalla scelta delle bottiglie e dallo stile delle etichette mi ricordano le più importanti bottiglie siciliane.

Con enorme ritardo per il pranzo ci spostiamo verso il mare e arriviamo ad una tranquilla cittadina, Lizzano, dove finiamo direttamente nella tipica Osteria "Vecchie Storie" dove, in compagnia dell'enologo Michele Schifone e di Dario Cavallo, direttore commerciale della locale cantina MILLE UNA (www.milleuna.it), assaggiamo delle gustose orecchiette al pomodoro e basilico - un piatto forte di questo locale molto apprezzato anche dal mitico Veronelli. Assaggiamo diversi vini di questa azienda, condotta da quattro soci (tra i quali l'enologo Bruno de Conciliis), tutti rigorosamente IGT, come ci viene spiegato per differenziarsi dai tanti vini DOC prodotti dalle Cantine Sociali, che in genere consentono troppe rese dell'uva per ettaro, che impedisce di produrre vini di alta qualità. Cominciamo con l'assaggio di un fresco e piacevole, ma un po' "addolcito", vino bianco del 2005 a base di Chardonnay 80% e Vionier 20% (non è una zona per i bianchi autoctoni).

Lo stesso piccolo difetto noto in "Shahrazad" - un Primitivo del 2003 che matura per 15 mesi in botti di rovere francese. Mi appaga pienamente invece "L'Oro di Taranto" - un Primtivo 2002 nato dalle vigne ad alberello d'età di 35 anni e prodotto con un breve passaggio in barrique, che trovo straordinario con le orecchiette. Apprezzo tanto anche un equilibrato Rosso Salento 2002 "Mantonero" prodotto dall'uva Negroamaro e Primitivo con piccole aggiunte di Cabernet e Sangiovese.

Assaggio con grande piacere anche due altri Primitivi di Salento. Il profumatissimo "Mamone" 2002, pieno di carattere, è nato dalla vigna 30-enne ed e passato per 3 mesi in botti di rovere, invece nel Primitivo Salento 2001 "Baciamone", nato dalle vigne di 40 anni e passato 4 mesi in botti di rovere, trovo profumate note balsamiche e un piacevole gusto da meditazione. I nostri esperti dei vini pugliesi ci spiegano che queste antiche vigne dell' azienda (35 ettari complessivi tra proprietà e gestione) producono i vini con gli estratti pari al Brunello e ci presentano anche un nuovo e potentissimo, ma ancora tutto da affinare, "Rosso dei Cavalieri" 2002 - un Negroamaro dalle vigne di 30 anni.

Dopo questo vero momento di piacere ci spostiamo in campagna, e ammiriamo, verdissima in questo periodo dell'anno, una delle più vecchie vigne all'alberello in Italia. Sempre in fretta torniamo al paese e scendiamo a vedere la cantina storica, che si trova in una bellissima palazzina che si afaccia sulla piazza centrale. Pochi minuti dopo siamo già nella cantina della più grande realtà vinicola della zona cioè la CANTINA SOCIALE DI LIZZANO di circa 600 soci e 600 ettari di vigne (www.cantinelizzano.it). Si tratta di una realtà completamente diversa dalla cantina precedente, sia per quanto riguarda le dimensioni sia la filosofia produttiva. Osservo anche che tra loro esiste una forte antipatia, che entrambi non cercano neanche di nascondere e che a mio parere li fa perdere nel cerchio delle inutili discussioni e rancori che disperdono le forze e non giovano all'immagine del territorio. Purtroppo non abbiamo tanto tempo da dedicare a questa ultima cantina perciò una prolungata visita in cantina ci impedisce di degustare con calma tutti i vini proposti sotto il loro marchio (la cantina vende il vino anche ad una delle più grandi case vinicole italiane).

Noto un discreto Lizzano Rosato DOC 2005 di Masseria "Porvica" - un Negroamaro 70% e Montepulciano 30% venduto a soli 2,10 Euro e un corretto bianco IGT "Satyrion" 2004 di Malvasia bianca 40%, Trebbiano Toscano 40% e Pinot Bianco 20% ( 1,50 Euro). Un ottimo rapporto qualità-prezzo per il fresco e poco impegnativo Negroamaro del Salento IGT 2005 venduto a 2 Euro. La degustazione finisco con un pulito e corposo, ma non eccessivamente dolce, Collezione Le Masserie Primitivo di Mandria 2003, Rosso dolce naturale venduto al più che giustificato prezzo di 4 Euro per la bottiglia standard.

Torniamo all'albergo nella zona di Ceglie e andiamo a cena Al Fornello da Ricci , un ristorante di campagna molto carino che ci offre la curata, ma un po' internalizzata, cucina pugliese. Nel giardino del ristorante, accanto ai pittoreschi trulli, mangiamo ottimi (ma purtroppo pochissimi!) Gnocchi di ricotta di capra, bietole e tartufo nero di Ceglie, La Passatina di ceci agli ortaggi croccanti e pane abbrustolito e il gustoso, e (e abbondante!), Cosciotto di capretto allo spiedo con patate cotte sottocenere, serviti con i vini delle cantine visitate durante il giorno. Noto con tristezza che, nonostante la straordinaria ricchezza degli oli pugliesi, in queste zone non esiste ancora la vera "Cultura dell'olio" e anche in questo "stellato" ristorante faccio fatica ai procurarmi una bottiglia d'olio per condire la mia Passatina di ceci. Proprio a cena incontriamo il secondo gruppetto degli importatori, che hanno visitato altre cantine e ci hanno portato alcuni dei loro vini e così ho occasione di assaggiare i vini di VALLE DELL'ASSO di Galatina. nella Provincia di Lecce. (www.valleasso.it) tra i quali un equilibrato Chardonnay barricato "Dracma Galatina" DOC 2003 e un interessante. e potente. Negroamaro Salento IGT 2001 "Piromàfo". La cena finisce in piena notte e dopo questa intensissima giornata di lavoro torno "mezzo morta" in albergo.


Secondo giorno


Già di mattina si annuncia un gran caldo e siamo tutti contenti che in questa giornata abbiamo in programma soltanto due cantine. Ci dirigiamo verso Cisternino e arriviamo alla stupenda Masseria settecentesca Parco di Castro - un'Azienda Agrituristica esemplare contornata delle vigne della Cantina VINI MENHIR SALENTO (www.vinimenhirsalento.it). In un accogliente cortile della vecchia Masseria ci accoglie uno dei tre soci dell'azienda, Gaetano Marangelli e, insieme alle altre specialità dell'azienda come l'olio e le confetture, ci fa assaggiare i loro vini che m'incuriosiscono subito grazie alle sue creative etichette, curatissime dal punto di vista grafico. Con le proprie etichette la cantina imbottiglia i vini da soli due anni perciò ci rendiamo conto subito che avremo a che fare con i vini in fase di costruzione.

La filosofia aziendale è molto semplice: "vogliono produrre i vini buoni ed economici, tranne il bianco, tutti in purezza e pian piano abbandonare le barrique e tornare ai tini, che più si sposano con la tradizione pugliese". Per primo assaggiamo il loro primo e unico bianco Salento "Novementi"- un fresco, giustamente sapido e persistente Chardonnay/Verdesca, nato dalle vigne dell'età media di 20 anni. Il primo vino nato in questa azienda di nome "Zero" è un Negroamaro Salento IGT prodotto nel 2004 in 15 mila bottiglie e venduto al buonissimo prezzo di 3 Euro. Il vino nasce dalle vigne di 35 anni e subisce un parziale affinamento nelle barrique. Mi soffermo di più su un curioso e piacevole Aglianico 2004 di nome "Bi Anca" nato dalle vigne di 25 anni e affinato di 75% in barrique nuove per 2 mesi (3,30 Euro).

Il simpatico e competente Signor Marangelli precisa che in questo territorio l'Aglianico, originario della vicina Macedonia, esiste dagli inizi del 900 ed è già ben radicato, perciò loro, insieme con le altre aziende del salentino, cercano di rivalutarlo. Mi fa piacere scoprire che tutti vini di questa giovane cantina sono usciti dalle mani di una donna, l'enologa Caterina Bellanova. Concludo con una breve visita in uno "Zoo" aziendale pieno di simpatiche anatre e capre che girano indisturbate tra i secolari alberi d'ulivo dopodichè in fretta raggiungo il nostro pulmino che sta già partendo per la poco distante CANTINE DUE PALME di Cellino San Marco. (www.cantineduepalme.it).

Questa enorme cooperativa di più di 850 soci, fondata nel 1989, possiede una modernissima cantina che ci viene mostrata con orgoglio dal Direttore Generale Signora Assunta De Cillis, la moglie del Presidente ed enologo Angelo Maci. Durante un breve lunch assaggiamo la vasta gamma dei loro vini, al 90% rossi.
Noto due Chardonnay: un fresco Salento IGT "Santa Caterina" 2005 e il persistente Salice Talentino Bianco DOC "Vinaia" del 2003. Tra i tre rossi a base di Negroamaro e Malvasia Nera prodotti dalle uve provenienti dalle diverse vigne, scelgo un piacevole Brindisi DOC 2004 venduto a 4,50 Euro.
Dopo quest'afosa giornata torniamo a Ceglie e in fretta partiamo per Ostuni per poter visitare, prima di cena, prevista all'Osteria del Tempo Perso, questa stupenda cittadina del clima tipicamente mediterraneo.
Il Direttore della Cantina Due Palme, l'avv. Assunta De Cillis


Terzo giorno


Di mattina andiamo alla CANTINA SOCIALE DI LOCOROTONDO (www.locorotondo.com) che si trova nello storico territorio dei Trulli, a due passi dal famoso Alberobello. Appena arrivati in questa azienda, la più importante del territorio, visitiamo i loro antichi Trulli e perdiamo un po' di tempo ad ammirare e fotografare queste curiose costruzioni. In uno di questi la cantina ha costruito un piccolo museo e ci fa da Cicerone la nostra simpatica "guida aziendale", il Commerciale Signor Mastro Oronzo, che poi ci guiderà alla degustazione dei loro numerosi vini.
Ne assaggiamo ben dodici, compreso il loro spumante Moscato dolce, col quale facciamo un caloroso brindisi. Tra i bianchi noto un fresco e piacevole Locorotondo DOC 2005 di Verdesca 65%, Bianco d'Alessano 30% e Fiano 5%; lo stesso Locorotondo DOC nella versione Riserva 2003 con un leggero passaggio in barrique e alla fine un caratteristico Fiano Puglia IGT "Masseria Scorace" 2005.

Mi soffermo sul rosato anche perché mi accorgo che in Puglia questa categoria di vini è piuttosto interessante. Questa cantina produce un rosato dal Pinot Nero, insolito in queste zone, che è caratterizzato da un profumo fine e piacevole e da una leggero gusto di amaro finale. Tra i rossi mi piace un fresco e profumato Valle d'Itria IGT "Roccia" 2005 e invecchiato nelle botti IGT "Casale San Giorgio" 2003 di Negroamaro, con una piccola aggiunta di Primitivo.

Salutati cortesemente dall'enologo della cantina, Signor Benedetto Lo russo, ci spostiamo nella zona del famoso Castel del Monte. Lì, a Corato, visitiamo la Cantine Carpentiere (www.cantinecarpentiere.it) accompagnati dal bresciano Francesco Pastore e dalla sua moglie polacca Wanda che, dopo l'accurata degustazione dei loro pochi vini ci serve un gustoso pranzo pugliese. L'azienda, di proprietà dei Signori Carpentiere, è una delle più grandi produttrici di frutta e verdura in Puglia, invece la nuova cantina è stata aperta soltanto nel settembre del 2005. I vigneti si trovano all'altezza di 450 metri nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, nel cui territorio si estendevano gli storici possedimenti di Federico II. Assaggio (e riassaggio durante il pranzo) il loro DOC Castel del Monte "Colle dei Grillai" 2005 (Uva di Troia 60%, Cabernet e Merlot) con il profumo fresco, fruttato e lievemente speziato, la bella mineralità e discreta persistenza in bocca. Il nome di questo piacevole vino ricorda il falco grillaio - un raro rapace che abita le colline di Castel del Monte. Mi piace anche il loro rosato DOC Castel del Monte 2005 prodotto da Uva di Troia.
La nostra giornata si conclude con una visita nel bellissimo porto e nel centro storico di Trani e una piacevole cena a base di pesce al Ristorante Corte in Fiore.


Quarto giorno


Di mattina saluto il nostro tranquillo Relais di Ceglie, perché per le prossime due notti dormiremo nel modernissimo Hotel Nicotel di Bisceglie che si afaccia sulla spiaggia. Dopo un lungo viaggio arriviamo all'azienda TEANUM (www.teanum.it) di San Paolo di Civitate, chiamata "La porta della Puglia" e nominata in antichità con il nome "Teanum Apulum". L'azienda, diretta da tre soci, possiede 60 ettari di vigne proprie e 300 ettari di terzi e imbottiglia i vini da 5 anni. I loro vini mi piacciono e mi piace anche il loro listino prezzi. Scopro il piacevole bianco IGT Bombino proposto ad un prezzo di 2,20 Euro, buono anche nelle versioni con aggiunta di Trebbiano e Malvasia. Gusto anche un fresco e persistente IGT Syrah 2004 (2,80 Euro), un equilibrato IGT Merlot 2004 (2,30 Euro) e un profumato IGT Aglianico 2004 (2,80 Euro) - tutti serviti con ottimi salumi, formaggi e pane pugliese. Questa interessante azienda produce anche un ottimo olio extravergine, sia nella versione standard sia denocciolato. Alla fine il simpatico Direttore Commerciale, Adriano Grimaldi, ci regala i succosi meloni prodotti in azienda.

Ci avviciniamo a Foggia per visitare l'ultima azienda del nostro enotour, DAUVA (www.dauva.it). Siamo in forte ritardo perciò dopo la breve visita in cantina andiamo ad assaggiare i loro vini durante il pranzo al Ristorante Nuova Mangiatoia di Foggia. Situata, come la cantina precedente, nella zona di Dauno che è chiamata anche "California del Sud" (mare, colline e prezzi bassi) è una società nata nel 2002 dalla vecchia cooperativa locale che possiede 1500 ettari di vigne proprie ma lavora anche con altri. Come ci viene spiegato con orgoglio, il loro enologo aziendale, in collaborazione con l'Università di Foggia, sta elaborando una zonazione. Si sta ad esempio lavorando con un clone pugliese di Uva di Troia di nome Sommariello, tipico del nord di questa regione.

Tra i loro vini di soprannome ARPI (il vecchio nome di Foggia) gusto con piacere un equilibrato e giustamente sapido bianco di Bombino e Trebbiano del 2005 (soli 1,83 Euro!), ottimo con un ricco antipasto di pesce proposti a pranzo, Rosato 2005 di Montepulciano e Sangiovese (1,92 Euro) e un Rosso 2005 di Montepulciano e Sangiovese (2 Euro) servitoci con una pasta fresca locale, Lintorci al sugo, pesantina ma saporitissima. Noto anche un Nero di Troia 2003 affinato in barrique per 8 mesi, venduto a 4,90 Euro. Durante il pranzo al nostro tavolone si affaccia il vescovo di Foggia, che "ci benedice" con il suo simpaticissimo sorriso. Un bel finale della nostra avventura, che termina con una visita a un misterioso Castel del Monte e una lunga cena Al Pasha a Conversano, antica cittadina piena di gente durante questa calda serata domenicale. Ho visto soltanto una piccola parte del mondo chiamato Vigneto Puglia e so che dovrò presto tornare.

Nota :
Tutti i prezzi indicati sono franco cantina iva esclusa.

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Kate Maciejewska Serra

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