Vorrei aggiungere qualche parola in più sulla manifestazione già descritta dal mio collega Virgilio Pronzati e precisamente raccontarvi dei miei singoli assaggi di Chianti Classico, davvero pochi, visto l’enorme quantità dei più di 400 vini dei 148 produttori presentati quest’anno alla Stazione Leopolda di Firenze. Mi sono soffermata sui vini cosiddetti pronti cioè sulle ben 60 Riserve 2005, che rappresentano un po’ tutto il quadro del Consorzio (le Riserve 2004, anche se ovviamente più mature, erano soltanto una ventina). Anche in questa categoria ho trovato alcuni campioni di botte, come sempre difficili da giudicare (i dichiarati erano 3 e, adoperando il mio criterio di massima “prontezza”, li ho esclusi dalla degustazione).
È davvero impressionante quanti progressi sono riusciti a fare negli ultimi anni i produttori di Chianti Classico. Qualche anno fa assaggiando anche le categorie Riserva si trovavano alcuni vini quasi imbevibili, da far passare davvero per sempre la curiosità degli assaggi “alla cieca”. Fortunatamente i tempi sono cambiati e ora si va a pari passo con l’andamento particolarmente felice delle ultime annate. Nello specifico caso dell’annata 2005, giudicata dallo stesso Consorzio con 3-4 stelle (contro il massimo di 5 della precedente annata 2004), si trattava dell’andamento non proprio felicissimo con inverno rigido e piogge piuttosto consistenti, nel periodo pre-vendemmia particolarmente delicato ma fortunatamente bilanciato dalle buone escursioni termiche (giornate calde e notti fresche) del mese di settembre.
Così la vendemmia del Sangiovese si è svolta da fine settembre a quasi fine ottobre. Questo andamento ha dato origine a vini decisamente aromatici, freschi, con acidità elevata e buon corpo – le caratteristiche non proprio al massimo perchè un po’ troppo banali nel caso del Chianti Classico della versione base, ma più accettabili sulle Riserve che invecchiando per un periodo minimo di 24 mesi (di cui minimo 3 in bottiglia) smussano gli squilibri e acquistano la giusta struttura. Come succede nelle annate così difficili da gestire, grazie alla prontezza accompagnata al duro lavoro sul campo, alcuni produttori spesso minori, sono riusciti anche nel 2005 a ottenere dei vini più che buoni.
Nel caso delle Riserve 2005 da me assaggiate durante Chianti Classico Collection si è trattato di vini forse non eccellenti, ma con profumi molto interessanti e buona struttura generale anche se in alcuni casi troppo acidi e tutto sommato non particolarmente persistenti. È da sottolineare, che tanti di loro, che ora risultano ancora troppo “spigolosi” hanno ancora lungo tempo per migliorare, confermando così il carattere straordinariamente vivo dei veri vini di qualità. In seguito stimo la mia personale classifica nella quale includo soltanto alcuni vini, che a mio modesto parere, grazie alla loro piacevolezza generale, sono degni di trovarsi in questa pregiata categoria:
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