Dopo il rientro da MiWine tanti amici mi hanno chiesto che ne pensavo di quella fiera, così discussa, ma nello stesso tempo così poco seguita da tutti noi addetti ai lavori. Senza entrare nei particolari rispondevo: è stato un disastro! È stata senz'altro una bellissima occasione mancata per promuovere la migliore produzione vinicola italiana nel mondo, vista anche la location della funzionalissima nuova fiera di Milano e il buon numero di buyer di tutto il mondo ospitati dagli organizzatori.
Dopo due settimane, sono tornata con il pensiero a quei tre giorni quando; ero tra i pochissimi giornalisti stranieri ospitati dalla fiera e ho notato la presenza di tante donne del vino. Sono state proprio loro a riempire con la loro intraprendenza e simpatia, accompagnata da una professionalità invidiabile (attenti maschi!) il deserto di questa fiera. Un fortissimo segno del grosso e inevitabile cambiamento della società italiana, che sta avvenendo là dove le donne sono sempre più "operative" e prendono in mano i compiti finora riservati esclusivamente agli uomini. "Aiutate" senz'altro dalla crisi economica, come nei tempi di guerra si ricorre a tutte le risorse disponibili, cioè anche alle povere donne rimaste finora "buone e a casa".
Mi auguro soltanto che tutte le donne del vino siano sempre più disposte a stringere tra loro delle vere, e non solo formali, amicizie, perché soltanto così non rischiano di rimanere all'ombra dei loro colleghi maschi. È un compito importante, visto la triste realtà della società italiana dove, nonostante un'apparente parità tra i sessi tutelata dalla legge, si arriva spesso a casi estremi, ma piuttosto frequenti, di molestie psicologiche (e non solo) da parte di maschi al potere, che le donne, pur di andare avanti nei loro traguardi lavorativi, sono costrette ad accettare.
Si sa, il mondo del vino è stato da sempre un mondo profondamente maschile, ma nella realtà moderna questa concezione non ha più ragione di sopravvivere, dato che sono proprio le donne - per quanto riguarda la vera qualità dei prodotti acquistati - le consumatrici più attente, e spesso anche più scrupolose, del vino. In tal senso l'incontro di MiWine ha raggiunto un importante traguardo (anche se credo non sia stato pianificato): porre l'accento su uno dei più fondamentali cambiamenti del mondo del vino in genere.
Un notevole cambiamento della mentalità del nostro settore arriva dall'Est Europeo e dall'Oriente, dove le importatrici e le giornaliste del vino lavorano senza dover "chiedere il permesso" ai maschi, come spesso avviene nella vecchia società occidentale.
E così anche in Italia dovremo abituarci a vedere tante donne - spesso madri e figlie dei produttori stessi - al pari degli uomini, occuparsi della direzione delle imprese vitivinicole, dell'enologia e del commercio del vino, cioè compiti ben più importanti rispetto alle classiche pubbliche relazioni e lavori d'ufficio finora loro riservati. Dopo anni di apprendistato in questi lavori minori, ma piuttosto complessi, le donne hanno acquistato un'ottima conoscenza del settore. Aiutate da doti tipicamente femminili come la flessibilità mentale, l'intraprendenza ed un equilibrato opportunismo, le donne del vino sono senz'altro destinate a portare le loro imprese al successo o, perlomeno, a farle uscire dai vecchi e non più validi schemi imprenditoriali; e voi maschi non vi preoccupate, non è la presa del potere da parte delle vostre donne, ma soltanto la nascita di una uguaglianza che darà ottimi frutti a noi tutti!
Gli organizzatori di MiWine hanno preparato una serie di appuntamenti "al femminile" che, visto il calendario piuttosto povero di questa fiera, erano destinati ad un discreto successo ed hanno in qualche modo affermato, anche se non volutamente, il carattere della fiera stessa. Prima di tutto tra i due padiglioni occupati delle esposizioni uno degli stand più rappresentativi e centrali e stato quello delle "Donne del Vino" che, al contrario di tanti loro colleghi maschi, si presentavano lì a tutte le ore dall'inizio alla fine della fiera dirette dalla loro carismatica e simpaticissima presidentessa Pia Berlucchi.
Altro appuntamento dal carattere "femminile" e stato il grande banco d'assaggi di vini rosati aperto per ben due giorni ed unico evento di particolare risonanza durante tutta la fiera. La "rinascita" mondiale dell'interesse verso questa categoria di vini - i rosati - è legata anche al mondo delle donne, che si avvicina sempre di più al vino e lo fa in maniera diretta e spontanea.
A dare un bellissimo omaggio femminile a tutti gli ospiti di MiWine ha pensato la simpaticissima Jose' Rallo, deliziando tutti con la sua "degustazione musicale" a ritmo di jazz durante il grandissimo buffet allestito nell'enorme e ultramoderno salone centrale della nuova Fiera di Milano. Sorseggiando il suo bicchiere di Passito di Pantelleria ho pensato a tante donne del vino, quelle meno visibili, come le semplici operaie delle cantine che ho incontrato, solo qualche giorno dopo, nel mio Enotour in Puglia. Guarda caso, anche questo preparato e diretto dalle abilissime donne del sud, che lavorano con tanta passione e instancabile curiosità per il polo fieristico milanese. A queste giovanissime donne, ad Angelica, Claudia e Francesca, dedico questa piccola riflessione sulle donne del vino in Italia.
Salve a tutti, permettete,che mi presenti nel modo piuttosto tradizionale. Sono nata a Poznan' in Polonia nel 1970. Nel ormai lontanissimo passato ho...
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