L’uomo è ciò che mangia…Feurbach ci ha tramandato questa verità che in tempi di grande attenzione al cibo, alla qualità degli alimenti, ai problemi evidenti legati all’alimentazione, alla memoria ed emozione che suscitano le ricette delle nostre nonne e mamme; abbiamo totalmente assorbito e direi sicuramente condiviso. Forse non abbiamo però riflettuto abbastanza sul fatto che se è vero che l’uomo è ciò che mangia è altrettanto vero che l’uomo mangia ciò che conosce. Specialmente da piccoli è difficile avvicinarsi a cibi nuovi e quanti e quali gli sforzi di genitori, nonni ed insegnanti per far aprire le bocche davanti a pietanze non riconoscibili. Ecco dunque l’importanza di veicolare le tradizioni alimentari che ci appartengono e che solidamente si legano alla storia del territorio ed alla sua più ampia cultura. Ritrovare una ricetta caduta in disuso e/o dimenticata diventa una esperienza emozionante per tutto il valore intrinseco di cui questa è portatrice; come ad esempio la minestra col pan sotto, dalla quale si evince la propensione delle massaie di un tempo neppure troppo lontano, in cui niente veniva gettato ….e con quali sapori.
Tipico mangiare delle montagne pratesi (Toscana) che sposa nello stesso piatto il pane e la pasta, con un ragù di pancetta e salsiccia. S’incomincia a preparare il ragù con mezzo bicchiere di olio d’oliva, una cipolla di media grandezza, quattro etti si salsiccia sbriciolata, un etto di rigatino (pancetta) tagliata minuto, due cucchiai di vino bianco, un cucchiaio di conserva di pomodoro sciolta in una tazza di acqua calda. Cuocere mezzo chilo di spaghetti al dente, scolarli e conservare la broda di cottura che va usata in parte per diluire il ragù. Affettare sottilmente mezzo chilo di pane casereccio raffermo. Prendere una teglia di coccio, sistemarvi uno starto di fettine di pane, bagnarlo con il ragù e spolverarlo di formaggio grattugiato. Adagiarvi uno strato di spaghetti con ragù e formaggio. Ripetere l’operazione, avendo cura di terminare con gli spaghetti. Una buona impepata (di pepe o zenzero) tra strato e strato ci sta bene. Lasciare a riposo la teglia per almeno mezz’ora, quindi chiuderla in forno per venti minuti. Servire la minestra tiepida.
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Inserito da Luigi Bellucci
il 23 aprile 2009 alle 20:38Quando ero piccolo mia madre mi faceva il pan ... cotto, altra specialità delle campagne tosco-emiliane ... una squisitezza.
Preciserei, per aiutare chi volesse procare a farsi la minestra col pan ... sotto, di utilizzare solo olio DOP della propria regione o al massimo un ottimo extravergine, perchè olio di oliva è assolutamente fuorviante e se non usi un olio buono perdi il 60-70% della bontà del piatto. Come pane ci metterei qualche fetta di pane toscano, tagliata sottile e magari asciugata in un forno a bassissima temperatura per simulare il "raffermo" che penso sia introvabile nelle cucine delle nostre case.
Infine con quelle dosi fatelo per almeno sei - otto persone, altrimenti vi strafogate
e ... Buon appetito