All'insegna della qualità assoluta. Questa la chiave di lettura del IV Concorso Enologico del Lazio, che ha avuto luogo nella prestigiosa e suggestiva location capitolina di Palazzo Rospigliosi dal 19 al 21 giugno scorso. Il concorso, organizzato dall'Assessorato all'Agricoltura della regione Lazio e dall'Agenzia Regionale ARSIAL, rappresenta anche l'occasione ideale per fare il punto della situazione sulla produzione vitivinicola del Lazio. Un comparto, quello enologico, in grande e continua espansione, con numeri di tutto rilievo: 38mila ettari vitati per una produzione che nella vendemmia 2007 ha superato i 2 milioni di ettolitri, di cui oltre la metà a denominazione d'origine.
Si tratta di 24 milioni di bottiglie, di cui almeno otto destinati ai mercati esteri, con un giro d'affari che si attesta sui 200 milioni di euro annui e con un'occupazione di circa novemila addetti al settore. Altri numeri sull'andamento della produzione, a carattere nazionale stavolta, sono stati forniti da Giuseppe Martelli, direttore nazionale di Assoenologi e arbitro impeccabile del concorso. Queste statistiche dimostrano con chiarezza il processo di miglioramento del vino in Italia, con l'ascesa della produzione verso gli stadi più alti della qualità certificata: i vini da tavola son sempre più lontani da quel 50% che caratterizzava gli anni '90 e oggi non rappresentano più del 41%, mentre i VQPRD (doc e docg), attestati sul 32% del prodotto totale, sopravanzano di gran lunga gli IGT, che rappresentano solo il 27%. "Tuttavia - ammonisce Martelli - bisogna sapere interpretare questi numeri perchè, a ben vedere, dei circa 36mila imbottigliatori registrati solo il 15% esporta fuori dalla regione di produzione". Se a questo dato aggiungiamo le nostre conoscenze, e cioè che l'Italia detiene - alternandosi di volta in volta con la Francia - la maggior fetta dei mercati stranieri, è di tutta evidenza che queste quote sono appannaggio di poche e selezionate aziende. Come dire: per ogni grande azienda esportatrice ci sono tante piccole-medio aziende che non esportano neanche una bottiglia, e per conquistare i mercati ancora una volta l'antidoto può essere individuato nella qualità della produzione e, ovviamente, anche e soprattutto nella comunicazione e in una politica efficace di sostegno e di divulgazione delle eccellenze enologiche italiane.
E di qualità si è parlato diffusamente nel convegno di presentazione del concorso. "Questa Selezione - ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura Daniela Valentini - rappresenta una straordinaria cartina al tornasole sulla qualità della produzione, cui hanno puntato con decisione gli operatori del settore". "Anche l'incremento sensibile del numero di partecipanti al concorso, del 25% circa - aggiunge Fabio Massimo Pallottini, Commissario Straordinario di ARSIAL - ne rappresenta un segnale evidente". Per la cronaca hanno preso parte a questa quarta edizione del Concorso Enologico ben 107 aziende, per un totale di 446 etichette.
Numeri importanti dunque, per una regione in netta crescita. Una regione che punta a farsi conoscere proprio per gli aspetti diversi e meno conosciuti: quindi non solo per i vini bianchi, che comunque rappresentano il 70% del prodotto totale, ma anche e soprattutto per i suoi rossi da autoctono, con le tre doc del Cesanese in testa. Certo, tra le 27 denominazioni ben 6 sono dedicate interamente ai bianchi (Colonna, Zagarolo, Capena, Est Est Est, Colli Lanuvini e Colli Albani) mentre, per contro, se si eccettua l'Aleatico di Gradoli, non vi sono doc di solo rosso. Ma è vero anche che la vitivinicoltura del Lazio oggi fa grande affidamento sulle proprie specialità: sto pensando ad alcuni autoctoni, come la Malvasia del Lazio, detta anche Malvasia Puntinata. Sto pensando anche alla grande resa degli internazionali in questa regione: in alcuni casi, come I Quattro Mori di Castel De Paolis, grazie a sapienti e non facili assemblaggi, si può parlare non solo di specialità ma di vere e proprie esclusive. E ancora: quando il matrimonio tra autoctoni e internazionali sfiora la perfezione, come nel caso del Torre Ercolana, dove l'uvaggio tra merlot, cabernet e cesanese rappresenta un raro caso di simbiosi di vitigni. E come dimenticare, tra i Frascati, quel gran connubio di mineralità e zucchero che è il vino "cannellino", quello che prima della bonifica dell'Agro Pontino si otteneva con la botrite spontanea - frequente nelle malsane paludi di quei luoghi - che dava luogo spesso anche alla "romanella", leggermente frizzante grazie alla rifermentazione dei primi tepori primaverili...Non solo bianco secco, quindi, non solo "austerum", quel bianco che i Romani guardavano con sospetto, ma proprio quello di matrice greca, più dolce, a volte misturato con miele, il mulsum, a volte passito, il passum.
Il concorso
Alcuni particolari dell'organizzazione, curata dall'infaticabile tandem Maria Grazia D'Agata - Stefano Carboni con il sostegno tecnico di Assoenologi e dell'AIS romana, fanno emergere chiaramente l'assoluta garanzia di imparzialità per i partecipanti. I vini sono stati sottoposti al vaglio di 8 commissioni, ciascuna composta di 5 commissari e dei quali ben 4 provenienti da fuori regione. Ogni commissione, a sua volta, è stata formata con due giornalisti del settore e 3 enologi, per un totale di 16 giornalisti (da notare l'adesione di testate giapponesi e americane) e 24 enologi. Lo strumento adottato è la scheda per concorsi dell'Union Internationale des Oenologues, ed ogni campione, servito come sempre in questi casi alla cieca, è stato sottoposto ad almeno 2 commissioni diverse. Ciò significa che il punteggio finale è stato determinato dalla media aritmetica di ben 10 giudizi diversi (2 commissioni di 5 membri ciascuna).
I risultati del Concorso, resi noti nel corso di una conferenza stampa di venerdì 4 luglio, mostrano molti spunti di riflessione. Da notare subito l'altissima numero di "promossi", quei vini che hanno ottenuto più di 80 punti e, di conseguenza, la Gran Menzione della Selezione: ben 275 vini, pari a circa il 60% del totale; anche questo è un dato che la dice lunga sulla crescita generale della qualità. A riprova di quanto dicevamo circa la capacità del Lazio di liberarsi dell'etichetta di "regione bianchista", da notare che di questi 275 vini ben 143 sono rossi, mentre i bianchi sono 109, ben 19 i vini da meditazione - è questo secondo me il settore più convincente - e 4 gli spumanti.
E veniamo ai vincitori, ai 30 vini che hanno riportato il punteggio più alto e che sono stati insigniti ex aequo del titolo di "Calix Aureus". Considerato che la degustazione si è svolta alla cieca, non mi è consentito riferire il mio personale giudizio su quei vini, tra i vincitori, che ipoteticamente potrei aver degustato in qualità di commissario, per cui mi limito ad elencarli di seguito. Certo su alcuni, a me ben noti a prescindere dal concorso - come l'Est!Est!!Est!!! di Falesco, il Cesanese Campo alle Rose di Volpetti o l'eccezionale Muffa Nobile di Castel De Paolis - sarei stato pronto a scommettere...alla cieca!
I vincitori della IV Selezione dei Vini del Lazio
- Atina doc Cabernet "Forgiato" 2006, La Ferriera
- Atina doc Cabernet Riserva 2004 "Duca Cantelmi", Cantine Paolmbo
- Castelli Romani doc Rosso "Ducato dell'Ariccia Calathus", Fontana di Papa (anche premio della Provincia di Roma)
- Cesanese del Piglio doc "Campo alle Rose" 2005, Volpetti (anche premio della Provincia di Roma)
- Cesanese del Piglio doc "Romanico" 2005, Az. Agricola Coletti Conti
- Circeo doc Rosso "Sogno" 2005, Cantina Sant'Andrea
- Est!Est!!Est!!! di Montefiascone doc "Poggio dei Gelsi" 2007, Falesco
- Frascati doc Superiore "Regillo Etichetta Nera" 2007, Tenuta di Pietra Porzia (anche premio della Provincia di Roma)
- Frascati doc Superiore 2007, Villa Simone
- Frusinate Igt Bianco "Arcadia" 2007, Az. Agricola Coletti Conti
- Lazio Igt Bianco "Clemens" 2006, Casale Marchese (anche premio della Provincia di Roma)
- Lazio Igt Bianco "Infiorata" 2007, Az. Agricola Cavalieri
- Lazio Igt Bianco "Lilium" 2006, Az. Agricola Gelso della Valchetta
- Lazio Igt Bianco "Ludum" 2005, Az Agricola Marco Carpineti
- Lazio Igt Bianco "Muffa Nobile" 2007, Castel De Paolis
- Lazio Igt Bianco "Pensiero" 2007, Antica Cantina Leonardi
- Lazio Igt Bianco Passito "Odos" 2006, Poggio Le Volpi
- Lazio Igt Bianco Vendemmia Tardiva "Aphrodisium" 2007, Casale del Giglio
- Lazio Igt Cabernet "Veste Porpora" 2005, Tenuta Ronci di Nepi
- Lazio Igt Malvasia Passito "Stillato" 2006, Az. Principe Pallavicini (anche premio della Provincia di Roma)
- Lazio Igt Malvasia Vendemmia Tardiva 2001, Cantine Volpetti
- Lazio Igt Rosso "Nero Buono" 2005, Coop. Co'incinnato
- Lazio Igt Rosso "Amadis" 2006, Isabella Mottura
- Lazio Igt Rosso "Ferro e Seta" 2005, Villa Simone
- Lazio Igt Rosso "Idea" 2007, Az. Trappolini
- Lazio Igt Rosso "Le Ripe - Etichetta Nera" 2005, Federici (anche premio della Provincia di Roma)
- Lazio Igt Rosso "Lituo" 2007, Tenuta Tre Cancelli (anche premio della Provincia di Roma)
- Lazio Igt Rosso "Montemoro" 2004, Puri Charlotte
- Moscato di Terracina doc Secco "Oppidum" 2007, Cantina Sant'Andrea
- Vignanello doc Rosso Riserva "Rulliano" 2003, Viticoltori dei Colli Cimini
Un'ultima annotazione: il premio della Provincia di Roma per la categoria Spumanti è andato allo Spumante Rosato Dolce "Virbio" di Cantine Silvestri.
Napoletano, 48 anni nel 2007, studi scientifici prima, di giurisprudenza poi. Il lavoro, ormai quasi trentennale, di funzionario amministrativo e...
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