Preambolo: marzo, mese pazzo e di anteprime...
Raramente mi è accaduto, al cospetto di un vino praticamente “di casa” come il Taurasi, di provare un reale imbarazzo nel tentativo di dare una definizione univoca, o quanto meno di trovare un minimo comun denominatore, come è capitato nei confronti dei campioni degustati domenica 8 marzo 2009 nel corso dell’Anteprima Taurasi 2005, la manifestazione organizzata nell’omonima cittadina dal Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, dedicata alla presentazione in anteprima di quel nobile vino rosso da molti indicato come “Principe del Sud”. E dire che, nei mesi scorsi, le mie personali degustazioni di questa annata, tenute direttamente presso alcune cantine irpine, qualche anticipazione del futuro disagio l’avevano già dato...
Ma, come direbbe il bravo cronista, andiamo con ordine. Questa edizione dell’Anteprima si colloca a conclusione di una tre giorni interamente dedicata al vino campano, gli “Stati Generali del Vino”, con un fitto calendario di mostre, dibattiti e convegni nei giorni 6 e 7 marzo, un breve excursus sull’andamento vendemmiale da parte di Assoenologi del pomeriggio dello stesso 7 marzo e, infine, la degustazione tecnica di domenica mattina, l’8 marzo 2005. Consueta la manifestazione, giacché son sette oramai i lustri trascorsi sinora compreso il corrente millesimo, ma invero del tutto inconsueta la data: a marzo e non più ad inizio dicembre come nelle precedenti edizioni. E già questo spostamento di data rappresenta un fatto, una notizia che merita un attimo di riflessione. Sui due piatti della bilancia tutti i pro e i contro connessi alla nuova data, al cospetto dei motivi ufficialmente addotti che sostengono la necessità di degustare un maggior numero di vini già imbottigliati, circostanza invero smentita immediatamente, dal momento che in degustazione sono stati comunque presentati solo 18 Taurasi già imbottigliati e, per contro, ben nove campioni di botte. La verità, per nulla poco dignitosa o inconfessabile, è che come sta accadendo ovunque, i cordoni della spesa si sono ridotti notevolmente anche nel settore del vino e se anche quest’edizione si è potuta svolgere regolarmente – seppur in ritardo – ciò è dovuto esclusivamente alla tenacia ed alla passione dei produttori e del Consorzio di Tutela che li tiene insieme e, non meno, al genio organizzativo del consolidato tandem Paolo De Cristofaro e Lello Del Franco.
Detti i pro, davvero ben pochi, veniamo ai contro: qui, per non dilungarmi voglio solo evidenziare che uno dei fattori vincenti dell’opzione dicembrina è implicitamente rappresentato dall’assenza di altre degustazioni in anteprima che, guarda caso, invece si concentrano – e anzi si moltiplicano di anno in anno – proprio nei mesi di febbraio e marzo. Senza tornare nel merito delle scelte, trovo quanto meno...bizzarro scegliere di prendere il sole su di una spiaggia molto affollata quando si può disporre di un’intera isola nei mari dei Tropici!
L’annata, l’andamento climatico, il giudizio
Annata dall’andamento climatico assai variegato, in cui molto è stato deciso proprio all’ultimo istante, e dove soltanto la solerzia, la sensibilità e l’attenzione in vigna hanno potuto alla lunga dare buoni risultati. Dopo il pianto la ripresa vegetativa è stata lievemente ritardata, il germogliamento invece in linea con la stagione e poi successivamente, a giugno, grazie al buon andamento climatico e alla scarsità di precipitazioni, le piante hanno potuto difendere il proprio rigoglio da peronospora e altri agenti patogeni. A fine estate però anomale intense precipitazioni hanno determinato in non pochi vigneti gravi difficoltà fitosanitarie. Poi, dalla metà di ottobre, quasi insperatamente sono cessate le piogge ed è subentrato un inatteso clima tepido-autunnale, ideale proprio per l’aglianico del Taurasi, che in Irpinia normalmente si vendemmia “dopo i Morti”, a partire cioè dal 2 novembre. In conclusione: una stagione molto impegnativa, in cui però le cose si sono aggiustate al momento opportuno.
Circa il giudizio a questa annata va detto che, per il secondo anno consecutivo, l’attribuzione delle stelle è stata affidata ad una commissione che ha preceduto la degustazione tecnica di esperti e giornalisti, quella appunto cui ho preso parte domenica mattina, ma per la prima volta tale commissione è stata formata da soli enologi esperti del territorio. Il gruppo, alla cui guida è stato delegato Luigi Moio, riunitosi il 28 febbraio scorso, all’unanimità ha riconosciuto al millesimo la valutazione “ottimo/4 stelle”, con ulteriore possibile revisione futura alla luce della prossima evoluzione del vino, verso le 5 stelle dell’eccellenza.
Linee caratterizzanti il Taurasi 2005, il giudizio “fuori dal coro”
I tratti comuni del Taurasi vendemmia 2005 – almeno della maggioranza dei campioni in esame – sono l’ampio corredo di aromi, la robusta spalla acida e l’equilibrio tra parti dure, alcoli e polialcoli. Anche qualche crudezza di troppo, come è stato giustamente rilevato, va rivista in prospettiva ma...quanto in prospettiva? Siamo sicuri che questo Taurasi reggerà la sfida col tempo? O meglio per quanto la reggerà, dal momento che l’estratto non mi sembra poi così gagliardo...
E qui devo tornare al mio stato di imbarazzo, non tanto o non solo perchè non condivido, sulla base dei campioni degustati, il giudizio generale delle 4 stelle (“potenziali 5”, poi...), quanto piuttosto per le caratteristiche di riconoscibilità, di franchezza, di aroma e gusto di molti, troppi di questi vini. In alcuni casi si presentano al naso con ammiccamenti boisé fin troppo evidenti, tostature e affumicature ridondanti e, per almeno due esemplari, avvolti in nuvolette d’oriente di balsami & soap spruzzate col vaporizzatore davanti allo specchio di casa. Alla degustazione, invece, due aspetti riscontrati in una discreta percentuale di casi, fanno davvero riflettere: la trama a volte un po’ esile, non quella fitta e succosa che ti aspetteresti dal Signor aglianico, e...il tannino, a tratti appena percepibile, e comunque in troppi casi già sottile e levigato.
Come fan tutti – mi si consenta la facile ironia – voglio dare anch’io i numeri e, tirando le somme sul mio taccuino, sui 18 vini già imbottigliati ne trovo 7 il cui punteggio può valere le quattro stelle, 9 da tre e 2 da due stelle. Per cui, fuori dal coro dei quattrostellisti dico: 3 stelle al Taurasi 2005.
La degustazione
Oltre ai 18 Taurasi già imbottigliati e, come detto, ai 9 campioni di botte, nel corso della degustazione sono stati presentati altri 23 vini, tra riserve e aglianico igt o doc, per un totale di 50 campioni. Riporto qui di seguito le impressioni, prese di getto, su tutti i miei preferiti. Ovviamente ho effettuato la degustazione alla cieca, per cui i giudizi sono stati attribuiti rigorosamente a dei campioni in incognita.
Napoletano, 48 anni nel 2007, studi scientifici prima, di giurisprudenza poi. Il lavoro, ormai quasi trentennale, di funzionario amministrativo e...
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