Si è svolta lo scorso 1° dicembre, a cura del Consorzio di Tutela Vini d'Irpinia, la presentazione per la stampa della vendemmia 2003. La manifestazione ha avuto luogo nella splendida cornice del Castello di Taurasi da poco ristrutturato e designato, ufficialmente, a sede istituzionale dell' Enoteca Regionale. Giunta, oramai, alla sua quinta edizione Anteprima Taurasi dimostra, ogni anno, una migliore organizzazione ed efficienza grazie all'infaticabile lavoro di Raffaele del Franco e Paolo de Cristofaro.
L' annata 2003, contrariamente a quanto si pensi, è stata una delle più piovose degli ultimi trent'anni. Le pioggie, però, si sono interrotte a maggio per riprendere solo a fine ottobre.
E' stato, dunque,il periodo più importante dal punto di vista vegetativo per la vite ad essere caratterizzato dalla siccità e da temperature particolarmente alte. Queste ultime pur raggiungendo picchi di 40° non sono state determinanti mentre lo sono state le buone escursioni termiche possibili grazie alle particolari condizioni pedoclimatiche delle diverse zone di produzione interessate alla Docg che si distinguono, mediamente, per altitudini più elevate e ventilazione costante. Le escursioni termiche hanno, di fatto, avuto nel 2003 un ruolo fondamentale superando, spesso, i dieci gradi tra il giorno e la notte ed attestandosi su un differenziale oscillante tra i 10 ed i 15 gradi. L'escursione termica è importantissima per produrre uve capaci di rilasciare un sostanzioso corredo di precursori aromatici a loro volta in grado di garantire un buon potenziale di invecchiamento.
Quello che, invece, ho potuto riscontrare nel bicchiere è stata una presenza più o meno significativa di residui zuccherini inversamente proporzionali a gradazioni alcoliche spesso particolarmente pronunciate. Nessun problema con la gestione del frutto(ne) spesso molto denso e maturo ma mai cotto. Peculiare invece la netta e costante percezione di sensazioni balsamiche e volatili che ha caratterizzato una buona parte dei campioni in degustazione.
Suggestioni definibili fresche e balsamiche nei campioni più pronti e curati, spunti volatili spesso al limite in quelli più giovani e in divenire, soprattutto quelli prelevati da botte. Rovere non sempre ben gestito o almeno non nella maniera ottimale anche se siamo lontani, ad ogni modo e salvo rare eccezioni, dai toni caricaturali di qualche anno fa.
Ogni batteria di campioni è stata degustata alla cieca e riassaggiata "palese" prima di svuotare i bicchieri. La degustazione dei Taurasi docg è stata preceduta da alcuni campioni di Campania ed Irpinia Aglianico di varie annate (2005-2004-2003). I campioni di botte, per mia scelta, sono tutti s.v.: senza valutazione. Sarebbe opportuno, inoltre, che l'organizzazione per il prossimo anno procurasse le schede tecniche di produzione di ciascun etichetta in modo da rendere più agevole l'ìapproccio ad ogni singolo vino e poter anche meglio decifrare alcune impressioni non sempre chiarissime. un ringraziamento, infine, all'impeccabile servizio offerto dai bravi sommelier dell'Ais Campania.
Campania e Irpinia Aglianico
#1 Campania Aglianico Terredora 2005: naso di bacca dolce, leggermente floreale con una nota vagamente cosmetica. Mostra una certa chiusura e serietà d'impostazione. Al palato la trama tannica è discretamente armonica anche se a tratti polverosa con il finale segnato da una nota leggermente amarognola. 78/100
#2 Campania Aglianico Coriliano 2005: fruttato ancora di stampo fermentativo sembra meno rigoroso del precedente. Col trascorrere, però, dei secondi sembra guadagnare qualcosa in termini di maggiore definizione aromatica. Il tannino è morbido. Buona l'acidità anche se aiutata da una temperatura di servizo piuttosto bassa che evidenzia, di contro, anche qualche sensazione più acerba ed aspra. Classica interpretazione di quello che dovrebbe essere un aglianico d'annata. 79/100
#3 Irpinia Aglianico Vigna San Michele - Mier Vini 2005 - (campione di botte): colore scuro naso molto concentrato e cupo su note di frutto scuro a tratti leggermente macerato e sciropposo. l palato ritorna prepotente il frutto a centro bocca con un finale ancora una volta leggermente amarognolo ed una lieve sensazione di tostatura(?). s.v.
#4 Irpinia Aglianico - Antica Hirpinia 2005: note dolci di vaniglia e vagamente di caramello. Balsamico ed anche un pò animale. Piuttosto corto al palato dove non riesce a trovare, in nessuna fase, particolare connotazione espressiva lasciando solo una lontana suggestione del rovere. 75/100?
#5 Irpinia Aglianico Il Principio - Terredora 2005: rovere (nuovo) fruttato, intenso anche se leggermente sfocato e poco delineato in questo momento. Anche in questo caso il tannino rimane un attimino polveroso (in due vini su due della stessa azienda che lasciano pensare a precise scelte e pratiche di cantina). 77/100+
#6 Irpinia Aglianico Drogone - Cantina Giardino 2004: inizio non proprio pulitissimo al naso con qualche sensazione riconducibile ad un legno vecchio(usato) oppure più grande e che configura un'impostazione tradizionale e più austera. Dolce al palato che quasi tradisce uno zucchero residuo. Tannino e acidità. 82/100+
#7 Irpinia Aglianico Polyphemo - Luigi Tecce 2003: frutto dolce, elegante, lievemente tostato ma di estrema coerenza gusto-olfattiva. Al palato gli manca la levità e la leggiadria, pur sempre di aglianico si tratta. Nonostante un naso compresso apprezzabile l'allungo nel finale di bocca dove ritornano note di caffè. Mi è sembrato fin quasi troppo lavorato e preciso per trattarsi di una piccolissima produzione artigianale. 86/100+
Taurasi 2003
#8 Vigna Villae: fruttone scuro, alcolico, dolce al palato. Sensazione decisamente balsamica che si fa a tratti laccata e non saprei dire, in questo senso, quanto aiutata dal rovere. Al palato il tannino è presente ma la dolcezza chiude ogni possibilità di sviluppo. Ruspante. 79/100
#9 Hirpus - Contrada: l'inizio non sembra confortante ma il trascorrere dei minuti gli da ragione. Fiori passiti e sensazioni dolce (del rovere?) che si fanno anche in questo caso apprezzabili nella buona corrispondenza gusto-olfattiva. Tannino. 83/100+
#10 Tenuta Ponte: anche questo campione richiede qualche minuto di ossigenazione per ripulirsi di qualche fastidiosa nota iniziale. Il tutto avviene positivamente nel bicchiere. Interessante la lieve nota animale. Dolce e tannico al palato. 86/100+
#11 Vigna Cinque Querce - Molettieri: naso chiuso e non particolarmente espressivo lascia solo intravedere una bagaglio di sensazioni dolci che ritroviamo più compiutamente al palato dove è accompagnato da un tannino abbastanza aggressivo. Non è il Molettieri, viscerale, degli esordi ma rimane un gran bel Taurasi. 87/100?
#12 Di Meo (campione di botte): frutto ossidato sciropposo-liquoroso. S.v.
#13 Latorella: non è pulitissimo al naso dove sconta evidenti segnali di riduzione. Al palato mostra un andamento più espressivo e decifrabile positivamente. Corto nel finale dove è segnato da un tannino particolarmente serrato. 80/100
#14 Crypta Castagnara (campione di botte): sensazioni balsamiche e volatili molto pronunciate che ritornano coerentemente al palato. Rimane, allo stato attuale, un pò troppo semplice e poco complesso. s.v.
#15 Radici - Mastroberardino: un naso più complesso ed intrigante che aggiunge persistenza aromatica ad una buona dose di frutto. Tannini levigati ma sostanziosi e buona freschezza. 89/100
#16 Vigna Andrea - Colli di Lapio: ritorniamo su note e colori più scuri, tostati e balsamici dei precedenti. Legno evidente che si ritrova al palato in una sensazione di asciuttezza a tratti, però, sconfortante. Non mi ha convinto come in altre occasioni. 83/100?
#17 Villa Raiano: note dolci di caffè (in polvere) decisamente chiuso e poco espressivo. Non sembra riuscire ad andare oltre. palato corto, chiuso da un acidità apparentemente scollegata. 78/100
#18 Antica Hirpinia: più delicato, complesso e rassicurante fin dal colore. Note più evolute e terziarie. Riscatta la deludente prova dell'aglianico d'annata. 82/100
#19 Primum - Guastaferro: sono sicuro che un enologo boccerebbe senza esitazione il campione in questione e mi sono sorti dubbi sul fatto che si potesse trattare di un campione di botte e non di un vino già in bottiglia. La volatile è palesemente sopra le righe ed il naso risulta conseguentemente difficile da avvicinare. Eppure al palato dimostra di avere una sua tenuta così come la prova a bicchiere vuoto è confortante lasciando uno spiraglio di ravvedimento. Preferisco per il momento non valutare. s.v.
#20 Santa Vara - La Molara: sensazioni balsamiche del rovere(?) palato piuttosto semplice che segue sullo stesso binario. Non ha complessità da svelare ne abissi di profondità ma appare molto ben fatto e soprattutto mostra un notevole equlibiro acido-tannico. Le poche annate finora prodotte da questa giovanissima azienda confermano un affidabilità non comune. 84/100
#21 Perillo: naso difficile da afferrare tra le noti dolci del frutto ed una speziatura insistente. Al palato si fa asciugante anche se sembrerebbe voler allungarsi rispetto ad altri campioni nel finale, merito di una sapidità altrove latitante. 85/100
#22 D'Antiche Terre (campione di botte): frutto molto concentrato ed avviluppato su se stesso con qualche nota (sbavatura?) vegetale. Non riesce ad imprimere durevolezza al palato. s.v.
#23 Feudi di San Gregorio: naso inizialmente inespressivo, non sembra voler mollare nulla anche col passare dei minuti. Mostra di avere maggior presa al palato dove il tannino, pur presente, non lo limita più di tanto. Comunque non lunghissimo e nell'insieme decisamente deprimente. 76/100
#24 Terzotratto - I Favati: naso di fiori passiti con delle note quasi formaggiose. Bocca finalmente più distesa e lunga nel finale. 83/100?
#25 Cortecorbo: anche in questo caso ci sono delle note volatili in cui sconfinano quelle balsamiche. Si confermano anche al palato al momento corto e disunito. 78/100?
#26 Di Prisco: continuiamo sempre sulla stesso registro a parti inverse, più balsamico e meno volatile. carbonica residua ed un tannino asciugante tradiscono l'eccessiva gioventù del campione e la rusticità d'impostazione che distingue il produttore. In questo momento preferisco non sbilanciarmi. s.v.
#27 Sella delle Spine (campione di botte): qualche nota ridotta iniziale. Più frutto e dolcezza al palato con tannini sugli scudi. Uno dei pochi campioni di botte sui quali sono stato tentato di esprimere una valutazione (positiva). Azienda esordiente, da seguire. s.v.
#28 Fatica Contadina - Terredora: naso legg.sporco, terroso ed intrigante. Corrispondente sapidità al palato che bilancia la forte sensazione tannica. 89/100
#29 Urciuolo: naso solo accennato e più delicato. Dolce e succoso al palato con un buon equilibrio acido tannico. 85/100+
#30 Luciano Barasso (campione di botte): naso inizialmente molto poco pulito e colore scuro mattonato non palesemente ossidato ma sospetto. Al palato rimane una sensazione verdognola asciugante da legno (vecchio?). s.v.
#31 Campi Taurasini (campione di botte): vegetale, ridotto e balsamico. Naso per nulla scontato e direi quasi intrigante. Dolce e succoso al palato, anche in questo caso ho avuto la tentazione di azzardare un punteggio esplicitamente positivo. Altra azienda esoridente da seguire. s.v.
#32 GMG: naso chiuso su note di caffè e tostatura ed anche una leggera riduzione sullo sfondo. Al palato ritorna la solita sensazione di dolcezza dell'annata. Esce discretamente sulla distanza. Dalle indiscrezioni raccolte a fine degustazione è stato tra quelli che ha riscosso maggior successo tra i giornalisti. Io l'ho trovato, come sempre, di stile tradizionale ma non elegantissimo. 85/100+?
#33 Contrade di Taurasi: fiori passiti al naso e maggiore sapidità al palato. Buona coerenza. 84/100
#34 Rocca dell'Angelo (campione di botte): fruttone iper-tostato e fermentativo che si fa dolce ed alcolico al palato. s.v.
#35 Poema - Manimurci: naso poco espressivo e difficile da afferrare con la bocca che sembra seguire lo stesso andamento, non si capisce se schiacciato dalla sua stessa esuberanza alcolica. 81/00
#36 Macchia dei Goti: vino cazzuto che denota fin dall'approccio olfattivo una "cattiveria" diversa ed alquanto orginale rispetto alla tipologia, . 86/100+
#37 I Capitani (campione di botte): naso improbabile anche in questo caso per qualche nota volatile. Fruttato dolce ed alcolico(?) al palato. s.v.
#38 Le Esche- Cardinale (campione di botte): naso non pulitissimo ma di suadente eleganza, sensazioni balsamiche e leggermente evolute. s.v.
#39 Caspariello: naso non pulitissmo (lacca/smalto?). Al palato sembra, però, ritrovare una fisionomia più raccolta e lineare. 79/100
#40 E.Russo (campione di botte): ci risiamo con note ipertostate e frementative anche se meno strampalate e pacchiane dell'altro esordiente. s.v.
#41 Antico Borgo: ancora note volatili e balsamiche che ci accompagnano praticamente fino alla fine della degustazione . Acido e tannico, asciutto e dolce al palato. 82/100
Riserve:
Piano di Montevergine 2001 - Feudi di San Gregorio: si vede che l'annata 2001 deve essere stata proprio una buona annata se anche Feudi è riuscita a recuperare in questo millesimo la maggiore dose di rigore e territorialità che ha contraddistinto da sempre questo cru. Naso leggermente sporco e ferroso (metallico?), fiori passiti (sensazioni leggermente lattaginose). Ripeto per essere un vino di Feudi... 85/100?
Taurasi Riserva 2000 - D'Antiche Terra: ricco, elegante, floreale, potente. Forse l'avrei voluto solo ancora più serrato al palato. Ottimo. 87/100+
Fabio Cimmino, napoletano, classe 1970. Tutt'oggi residente a Napoli. Sono laureato in economia e da sempre collaboro nell'azienda tessile di...
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