Non ho potuto non raccogliere l'invito dell'amico Pasquale Carlo a
raggiungere Castelvenere in occasione della Festa del Vino. Siamo nel
cuore Sannio Beneventano, praticamente al centro della Valle Telesina,
zona di confine tra i due Parchi Regionali quello del Matese e quello
del Taburno. Il paese è letteralmente immerso in un mare di vigneti,
tanto da meritarsi il titolo di comune più vitato della Campania con al
suo attivo circa 400mila quintali di uva prodotti ogni anno. Non c'è da
stupirsi se dunque questo piccolo paese può contare da solo ben 17
aziende imbottigliatrici. Un paese da bere, insomma, dove si stanno
lentamente e faticosamente cercando di riportare all'antico splendore
le caratteristiche cantine tufacee, situate lungo il vecchio fossato
del borgo medievale, che costituisco una suggestiva, vera e propria,
città sotterranea.
Un ricco patrimonio di uve indigene impreziosisce la
produzione locale. Qui, infatti, hanno trovato dimora una variegata
gamma di vitigni rigorosamente autoctoni: la falanghina, il grieco di
Castelvenere, l'uva Cerreto e l'agostinella per quanto concerne le uve
a bacca bianca mentre la barbera del Sannio, l'aglianico, il
piedirosso, l'olivella e la pizzutella per quanto riguarda quelle a
bacca rossa.
Avevo deciso di recarmi a Castelvenere per partecipare ad
uno dei momenti degustativi più interessanti tra quelli previsti
quest'anno: un insospettabile confronto tra falanghina sannita e
girgentinu maltese. Il paese di Castelvenere è infatti gemellato con
Xewkija, cittadina dell’isola maltese di Gozo. Una volta arrivato sul
posto, però, dopo aver preso parte al convegno non ho resistito, avendo
le bottiglie a portata di mano, a farmi una veloce ma esaustiva
panoramica sulla produzione locale di falanghina della vendemmia 2005.
Ecco, pertanto, un breve resoconto.
Le falanghine al top: le migliori in degustazione.
Masseria Venditti Sannio Doc Falanghina
Frutto verde e vibrante all'olfatto: pera e mela. Lampi minerali. Una sapidità ed
una freschezza trascinanti al palato per una delle migliori falanghina
prodotte in zona e probabilmente in tutta la Campania.
Ca'Stelle Sannio Doc Falanghina
Assaggio dopo assaggio questa versione 2005 mi
convince sempre di più. Un approccio al naso sussurrato mai urlato nè
invadente. Un'equilibrio sottile ed un'inattesa eleganza in un'
apprezzabile corrispondenza gusto-olfattiva.
Fattoria Ciabrelli
Un piccolo artigiano del vino. La sua falanghina è da sempre una garanzia
di costanza qualitativa e semplicità espressiva . Un bianco senza
fronzoli nè eccessi caricaturali. Un vino da portare e bere
allegramente sulla tavola di tutti i giorni.
Fontana delle Selve Sannio Doc
In un precedente assaggio avevo sottolineato una certa
scomppostezza nel finale al palato che penalizzava in parte la
valutazione. Oggi, invece, sembrerebbe aver trovato un miglior
bilanciamento complessivo. Un frutto intenso e croccante al naso
seguito da una vivace ma adesso più integrata freschezza al palato.
Colle Paladino Le Doline
Una falanghina non forse sullo stesso livello
di quelle recensite fin qui ma allo stesso tempo senza sbavature,
curata e rispettosa del varietale . Giudizio, pertato, positivo.
"Fuori quota" :
I Pentri Falanghina sannio Doc 2003
Questa è una delle poche cantine a commercializzare la propria falanghina almeno un anno e
mezzo dopo la vendemmia ed in ogni caso solo quando la ritiene
veramente pronta ad affrontare il mercato. In barba alle richieste
della ristorazione che chiede nella stragrande maggioranza dei casi,
quando si parla di vini bianchi, sempre e solo l'ultimissima annata.
In questi giorni I Pentri sta presentando, invece, la 2004. In questa
occasione, però, ha voluto riproporre questa particolarmente ricca e
riuscita versione targata addiritura 2003. Complimenti, allora, per il
coraggio di scelte difficili e sofferte nonchè per la qualità notevole
dei suoi prodotti.
Le altre falanghina in degustazione :
Foresta Sannio Doc Falanghina
Il produttore, presente al banco d'assaggio, mi
ha detto che la bottiglia non era del tutto a posto. In effetti mi è
risultato piuttosto difficile valutare questo vino segnato da chiari
problemi olfattivi quanto da una evidente rifermentazione in
bottiglia.
Petrare di Grillo Mariamichelina Sannio Doc Falanghina
Non mi è del tutto dispiaciuta solo che si avvertiva una leggera nota
volatile a tratti un pò sopra le righe. Anche questa da riprovare con
più calma. Ho sentito, tra l'altro, parlar un gran bene del loro
Solopaca bianco.
Anna Bosco Falanghina San Tommaso
Note olfattive che denotano una decisa surmaturazione confermata da un'avvertibile
presenza zuccherina al palato. Il tutto si traduce in una scarsa
dinamicità nella beva.
Vinicola del Sannio (Pengue) Sannio Doc Falanghina
Deboluccia al naso dove non riesce ad esprimere nè
intensità nè persistenza particolarmente degne di nota. Il palato non
aiuta a migliorare il quadro d'insieme. Un prodotto di fascia molto
commerciale.
Az.Agr.Ugo Di Santo Beneventano IGT Falanghina
Al naso una nota piuttosto invadente di frutta distillata lasciava intendere un
certo squilibrio alcolico confermato poi anche al palato da una prova
non particolarmente brillante.
Cantine Monte Pugliano Falanghina vdt
Da non confondere con l'omonima azienda in provincia di Salerno.
Varietale veramente difficile da cogliere nell'anonima prova olfattiva
offerta da questa azienda che ha esordito solo con la scorsa vendemmia.
Altrettanto inconcludente si mostra nel conseguente ingresso al palato.
Necessita, a mio parere, di una messa a punto sia nella selezione delle
uve che nella vinificazione.
Fabio Cimmino, napoletano, classe 1970. Tutt'oggi residente a Napoli. Sono laureato in economia e da sempre collaboro nell'azienda tessile di...
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