Quando si parla di primitivo si pensa quasi sempre alle denominazione di origine Primitivo di Mandura dimenticando in maniera sistematica quella che è, invece, una realtà, storicamente, ancor più legata al vitigno pugliese ed alla sua produzione, quella di Gioia del Colle. Geograficamente Gioia del Colle è un piccolo agglomerato di case che circondano il bellissimo castello che Federico II di Svevia fece edificare nel 1230. La coltivazione della vite e la produzione del vino nel territorio di Gioia del Colle erano già attive tra l'VIII° ed il III° sec. a.C. (Peucezia), come testimoniano i numerosi ritrovamenti di contenitori destinati a contenere vino nella zona archeologica di Monte Sannace, il più grande abitato peucetico noto, a pochi chilometri da Gioia del Colle (alcuni reperti si possono ammirare nel museo archeologico sito all'interno del castello).
Fu, però, solo sul finire del 1700 che il sacerdote primicerio Francesco Indellicati selezionò un vitigno a maturazione precoce che chiamerà, proprio per questo motivo, "PrimAtivo" e che pianterà a Liponti, in contrada Terzi di Gioia del Colle. Nonostante fu, dunque, proprio a Gioia del Colle che si realizzarono le condizioni più favorevoli per la coltivazione di questo generoso vitigno, esso divenne ben presto oggetto di coltivazione intensiva su una area molto più vasta di territori pugliesi dove si diffuse ad opera degli stessi monaci Benedettini. E solo successivamente, sul finire del 1800, un secolo più tardi, venne introddotto anche in provincia di Taranto.
Nella cultura enologica il nome primitivo pur continuando ad evocare il tavoliere delle Puglie ed a rappresentare "il" vino di Puglia per antonomasia non ha goduto in tempi recenti di fama e critica, particolarmente, favorevoli. Quello di Gioia del Colle, doc dal 1987, viene, oggi, prodotto in circa quindici comuni, troppi, della provincia di Bari e deve essere ottenuto per il 100% da uve primitivo, con rese di 80 quintali per ettaro. La caratteristica principale del vitigno primitivo continua ad essere quella che sebbene germogli con notevole ritardo rispetto ad altri vitigni riesce a portare, poi, a compimento il proprio ciclo vegetativo in un tempo relativamente breve (la maturazione avviene tra la fine di Agosto e gli inizi di Settembre).
La combinazione di entrambe le caratteristiche spiega la rapida diffusione del primitivo in tutta la zona collinare denominata "Murgia" e non solo, dunque, per la sua maturazione precoce. Infatti l'umidità da una parte e la temperatura primaverile dall'altra, concorrono ad originare frequenti gelate, che danneggerebbero altri vitigni a germogliamento precoce. Germogliando con notevole ritardo, il primitivo può così evitare i danni derivanti dal sopraggiungere di tali nefasti eventi atmosferici. Siamo su un terreno collinare, tipicamente murgiano: argilloso, calcareo a medio impasto, dalla natura rocciosa (roccia carsica, a tratti affiorante) e ricca di minerali. Le terre rosse miste a rocce calcaree e silicee sono presenti in strati sottili su imponenti banchi monolitici ricchi di fossili marini che ne testimoniano le origini.
I diversi primitivo sparsi nella regione sono, pertanto, tutti "figli e figliastri" dello, storicamente, vero ed unico Primitivo, quello di Gioia, che da questi, da sempre, ritiene di essere stato, a sua volta, oscurato nella sua identità ed immagine territoriale. Da qui la nascita del Consorzio volontario per la tutela e la valorizzazione dei vini a Denominazione di Origine Controllata "Gioia del Colle" che si propose, fin dall'inizio, come obbiettivo principale quello di restituire la paternità gioiese al primitivo("la storia di una comunità attinge linfa vitale dalle radici dell'identità dei suoi prodotti tipici"). Il Consorzio muove i suoi primi passi nel 1999, ad opera di alcuni produttori (quattro soci fondatori) di vino della zona di Gioia del Colle e Turi, con la volontà esplicita di salvare questa Denominazione di Origine gravemente ferita da avvenimenti sociali e di cronaca (scandalo del vino al metanolo, fallimento di molte cantine sociali, scarso potere contrattuale dei produttori all'atto della contrattazione).
Furono la volontà di riappropriarsi di una tradizione profondamente radicata nel territorio, di produrre vino di qualità, la capacità di comprendere che solo stando insieme e agendo per un fine comune questi obiettivi erano perseguibili, a spingere questi quattro produttori a costituirsi in Consorzio. All'atto costitutivo i soci fondatori erano titolari e controllavano una superficie a DOC di circa 12 ettari, producendo circa 1000 quintali con due soli imbottigliatori.: sotto il controllo del Consorzio appena il 17% della superficie a DOC Gioia del Colle.
Oggi, dopo più di due anni di lavoro, i soci sono diventati oltre trenta e annoverano tutte le maggiori ditte produttrici di Vino DOC della denominazione Gioia del Colle, con una superficie controllata di circa 85 ettari e una percentuale della produzione di vino DOC del 94%. Gli imbottigliatori soci sono diventati nove e il quantitativo di uva è salito a circa 6000 quintali. Le attività del Consorzio, mirate ad incentivare la partecipazione ai piani di ristrutturazione dei vigneti con fondi della Comunità Europea, hanno prodotto altri 50 ha di impianti ristrutturati e sono nati preziosi rapporti di collaborazione con l'Università di Bari e in particolare con la facoltà di Agraria, con l'Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano Veneto, sede distaccata di Turi e con i principali enti nazionali del settore (Federdoc, Consorzi di Tutela, ecc). Nel 2002 il Consorzio ha partecipato a numerose manifestazioni del settore (Vinitaly, Salone del Vino di Torino, Salone del Vino di Puglia) con un proprio stand.
C'è finalmente una rinnovata presa di coscienza sulle poterzialità di una produzione, quella del Primitivo di Gioia, di altissima qualità, in grado di competere con i migliori vini del mondo, di conquistare il mercato estero con la sua struttura vigorosa, con la sua corposità genuina, con il suo aroma inconfondibile e sincero, con tutto il suo ricco e complesso patrimonio organolettico di tannini, antociani, sali minerali, che oggi si è scoperto così preziosi anche per la salute. Il primitivo si sta facendo lentamente strada nel mondo sempre più inflazionato ed omologato della produzione vinicola con l'orgoglio della sua tipicità legata non solo al richiamo del vitigno autoctono bensì radicata in un territorio ricco di storia e di tradizione.
La degustazione
La degustazione ha avuto luogo, alla cieca, in un'inaspettato (per l'isolata collocazione geografica) "tempio del vino": il Santo Bevitore sulla proviniclae Gioa del Colle-Castellaneta. Un ritrovo caldo ed accogliente con una cantina veramente sorprendente per la scelta vasta e curata delle etichette. Pasquale Petrera conduce la piccola azienda agricola Fatalone, a conduzione rigorosamente familiare, dedicata alla pratica di agricoltura biologica come stile di vita. Fu, a suo tempo, non solo uno dei quattro soci fondatori, ma anche quello ispiratore e promotore, del consorzio. I vini prodotti sono il Teres, Murgia IGT, vinificato parzialmente in bianco per avere una versione più "estiva" di Primitivo da poter abbinare anche, eventualmente, a preparazioni di pesce. Un vino non facilissimo da approcciare che assaggiato nella versione 2004 non mi ha convinto fino in fondo. Fatalone, comunque, produce anche un bianco, ottenuto da vitigno Greco, denominato Spinomarino che non ho degustato.
C'è poi il Gioia del Colle D.O.C. Primitivo, "base", di cui ho assagiato l'annata 2003: un vino austero, tradizionale, che mi ha colpito per il suo colore scarico, il suo profilo decisamente terziario, la ricerca di finezza, eleganza e, soprattutto, la freschezza al palato. La sera della degustazione alla cieca ho, invece, avuto modo di assaggiare la Riserva sempre ottenuta dall'annata 2003, un rosso dal frutto decisamente molto maturo ai limiti del surmaturo con una leggera nota affumicata che tiene vivo l'olfatto risvegliando i sensi e richiamando una caratterisitca che ho avuto, poi, modo di riscontrare in altri campioni e, dunque, considerare "tipica" del primitivo di Gioia.
Fatalone
Azienda Agricola Pasquale Petrera di Orfino Rosa
Contrada Spinomarino - 70023 Gioia del Colle (BA) - Tel/Fax: 0803448037
Web : www.fatalone.it E-mail : [email protected]
Le Cantine Cristiano Guttarolo rappresentano gli ultimi arrivati. Nel senso letterale della parola dal momento che oltre ad essere azienda di fondazione recentissima, il titolare Cristiano Guttarolo è arrivato dalla vicina Campania, da Salerno, trascinando con se l'enologo Antonio Di Gruttola (Cantine Giardino di Ariano Irpino) e le sue idee estreme di viticultura ed enologia "naturale" di qualità. Sono due le etichette attualmente in produzione: il Primitivo di Puglia IGT ed Antello delle Murge IGT 2004, in attesa di esseri porposti con la Doc di Gioia del Colle. I vini ottenuti da una vecchia vigna ad alberello di oltre 20 anni di età esprimono una personalità complessa e molto interessante. Ci sono anche in questo caso affascinanti note affumicate (che più che al Primitivo di Manduria rimandano a quello del Massico di Moio, per intenderci). Vini dall'estratto notevole pur senza eccedere nell'alcol e dalla rinfrescante acidità. Alla cieca ho riassaggiato il Primitivo 2004 che si è fatto subito riconoscere per la peculiare speziatuta (che ricorda per certi versi quella di un cabernet franc) e le note decisamente minerali.
Azienda Vinicola Guttarolo
Via Lamie di Fatalone, Gioia del Colle (BA)
E-mail : [email protected]
La Tenuta Viglione, dell'Azienda Agricola Giovanni Zullo, fonda le sue origini dalle antiche tradizioni di viticoltura della famiglia Zullo che fin dall'800 produce vini nel territorio della Murgia, tra i comuni di Santeramo in Colle, Gioia del Colle e Matera, su terreni di proprietà, coltivati con le uve autoctone del Primitivo di Gioia del Colle, del Trebbiano e della Malvasia. Giovanni Zullo si è affidato alla consulenza dell'enologo Pasquale Carparelli. Non ho visitato l'azienda ed ho avuto modo di assaggiare, solo alla cieca, il PRI-MIT-IVO 2003. Un vino introverso, restio a concedersi nel bicchiere, giocato su note di frutta matura ed una lievissima speziatura. Nonostante la personalità non fortissima è stato tra i diversi campioni degustati uno di quelli che ho apprezzato di più per la ricerca evidente di una maggiore bevibilità e finezza.
Tenuta Viglione
Via Carlo Max, 44/p, Santeramo in Colle (BA)
Web : www.tenutaviglione.it E-mail : [email protected]
Nicola Chiaromonte, giovane imprenditore agricolo di Acquaviva, è stato il produttore che più mi ha colpito con il suo Primitivo 2004 ed alla fine della degustazione alla cieca è risultato tra le mie preferenze, al primissimo posto. Un rosso etereo, ampio, austero, decisamente con una marcia in più. Forse al palato si perde qualcosina rispetto alle aspettative del naso. Un vino fresco e molto piacevole da bere senza essere banale. Santa Sofia Primitivo 2004 & Vigna Le Reni 2004 di Giannico Antonio. Non sono riuscito a reperire altre notizie sulle due aziende in questione che nella degustazione alla cieca sono rimaste un pò ai margini.
Il Santa Sofia ricorda più i Primitivo di Manduria con le sue note di frutta molto matura (ciliegia) anche se continua a sorprendere anche in questo campione la buona frescehezza e la sapidità minerale del palato. Al naso - sotto il frutto un pò ingombrante - sembra voler accennare spunti più interessanti lasaciando trasparire note balsamiche di sottobosco ed erbe officinali. Molto perplesso mi ha lasciato, invece, il Vigna Le Reni che forse dovrei riassaggiare con più calma ipotizzando anche la possibilità di una bottiglia non comnpletamente a posto. Le note di smalto mi sono sembrate veramente eccessive così come la corrispondente scompostezza al palato. L'azienda Plantamura non ha preso parte alla degustazione alla cieca ma mi ha dato, comuqnue, la possbilità di assaggiare i vini in cantina. Si tratta di un'azienda a conduzione familiare, dedita alla coltivazione della vite nel pieno rispetto della natura, impiegando solo i prodotti consentiti dall'agricoltura biologica. La vendemmia avviene rigorosamente a mano, in cassette alla quale partecipano tutti i componenti della famiglia. Tre versioni di Primitivo, di cui una vinificata in solo acciaio, quello che ho apprezzato di più, in grado di esprimere insiema ad un frutto maturo un profilo delicatamente più ampio rispetto alle due versioni in barriques, una da vigne a spalliera l'altra da vigne ad alberello, quest'ultima decisamente segnata da note di surmaturazione e del rovere.
Azienda Agricola Plantamura
Via Santa Candida, 1; 70023 Gioia del Colle (BA) - Tel/fax:+39 0803432492
Web : www.viniplantamura.it E-mail: [email protected]
Ringrazio Antonio Di Gruttola, il Consorzio di Tutela ed i produttori tutti per la calorosa accoglienza riservatami in questa occaione.
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