Dopo il non far nulla, io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L'appetito è per lo stomaco ciò che l'amore è per il cuore. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto, in cui brontola il malcontento o guaisce l'invidia; al contrario, lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia. Quanto all'amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che canta nel cervello cavatine di cui l'orecchio si inebria e il cuore ne viene rapito. Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita, e che svanisce come la schiuma di una bottiglia di champagne.
Chi la lascia fuggire senza averne goduto, è un pazzo."
G.Rossini
Avere a che fare con la musica di Gioacchino Rossini è come mangiare una tavoletta di cioccolata dopo aver tolto tutta la stagnola: si finisce sempre per ritrovarsi con le dita inzaccherate e appiccicose, col muso sporco, magari con qualche macchia sulla camicia, ma la soddisfazione finale è indescrivibile!
Pazzo per il cibo? Di sicuro Gioachino Rossini amava definirsi "Pianista di terza classe, ma primo gastronomo dell'universo". In realtà confessava di aver pianto tre volte nella vita: quando gli fischiarono la sua prima opera, quando sentì suonare Paganini e quando, durante una gita in barca, gli cadde in acqua un tacchino farcito di tartufi. Rossini è riuscito a realizzare una sintesi originale tra la tradizione classica e la sensibilità tipica del romanticismo.
Figlio di Giuseppe Antonio detto "Trombetta" per il mestiere che ricopriva di avvisatore e regolatore delle adunanze pubbliche del comune di Pesaro e di Anna Gardini figlia di un fornaio locale, Gioacchino inizio i suoi studi a Lugo di Romagna presso i fratelli Malerbi. A solo 14 anni, grazie alla sua bella voce, fu accolto tra i soci dell'esclusiva Accademia filarmonica bolognese.
Le citazioni gastronomiche e dilettanti compaiono frequentemente nelle opere del Rossini, da L'Italiana in Algeri a La Cambiale di Matrimonio, dal viaggio di Il Reims a Ciro in Babilonia, alle opere non pubblicate conosciute dal Maestro quale Péchés de Vieillesse (vecchiaia), in cui vi è una collezione che collega "l'antipasto" (ravanelli, cetriolini, acciughe, burro) a quattro dessert alla frutta (uva passa, mandorle, nocciole) e perfino ad una piccola torta tedesca.
Rossini era un ottimo gastronomo. Apprezzava la cuisine originale, italiana, francese e internazionale. Da ogni tipo è scaturito il suo gusto cosmopolita acuto: le olive da Ascoli, tartufi italiani, panettone da Milano, stracchini dalla Lombardia, zamponi da Modena, mortadella e cappelli del prete dall'Italia, prosciutto da Siviglia, formaggi di Stilton dall'Inghilterra, nocciole da Marsiglia e per concludere, sardine reali. Il gusto di Rossini per il vino era inoltre molto vasto. La sua cantina di vini conteneva tutto, dal suo vino personalmente imbottigliato delle Canarie alle bottiglie del Bordeaux, dal vino bianco di Johannesburg che Metternich gli trasmise a Malaga, alle bottiglie rare della Madera, dalle bottiglie di Marsala ad orificio dalla famiglia reale che il re del Portogallo, ammiratore fanatico, gli ha trasmesso. Rossini è noto per avere contribuito a pubblicizzare il Malvasia che avrebbe bevuto con il dessert, denominandolo "armonia angelica" e "shimmering il genius".
Oltre che buongustaio, Rossini era anche eccellente cuoco, e si dice che fosse inarrivabile nel cucinare i maccheroni, di cui era appassionatissimo, come era appassionatissimo per un certo pasticcio di pollo con gamberi al burro.
Linda Dell'Amico, laureata nel 1999 a Genova in Scienze dell'educazione, con esperienza biennale nel settore psichiatrico. Attualmente Responsabile...
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