Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomina, nomina nuda tenemus.
(Da " Il nome della rosa" di U.Eco)
"C'era una volta un Re che amava pazzamente la caccia e che per essere più libero di andarvi tutti i giorni non voleva prender moglie. Per sua sfortuna rifiuta una reginotta di spada piccola che aveva per comare una strega. Quest'ultima lancia al Re una maledizione che gli impedisce di andare a caccia. Non potendo il Re più fare il solito esercizio, cominciò ad ingrassare e in poco tempo diventò così grasso da pesare due quintali con quel suo pancione che pareva una botte. Soffiava peggio di un mantice, sudava da allagare il pavimento e doveva subito riposarsi e mangiare qualche cosa di sostanza per rimettersi in forza.
Desolato consultava i migliori dottori sperando che lo facessero dimagrire. I medici scrivevano ricette su ricette e non passava giorno che il farmacista non mandasse a palazzo bicchieroni d'intrugli amari come il fiele che dovevano guarire Sua Maestà; ma il Re più intrugli prendeva e più grasso diveniva e nel palazzo reale avevano già allargato tutti gli usci delle stanze. Finalmente la strega riesce con uno stratagemma a fargli sposare la sua figlioccia, Cecina piccola come un cece, che si sistema nel pancione del Re solleticandolo al punto da farlo mangiare sempre di più. Solo quando lo considererà punito abbastanza, lo farà guarire dalla bulimia facendolo ritornare alle dimensioni normali".
La fiaba "Cecina" di Luigi Capuana è un chiaro esempio di un disturbo del comportamento alimentare assai frequente: il Re che trascura i piaceri del sesso viene punito con la bulimia che lo porta ad una grassezza spropositata. Mangiare è un fenomeno ben più complesso della semplice assunzione di sostanze nutritive per espletare le nostre funzioni primarie. Il cibo implica un atto d'amore, d'aggressività, di modo di comunicare, di essere persona e, quando questa catena di fenomeni si sbilancia, si verifica una regressione con l'oggetto "cibo" (anoressia nervosa).
Il cibo diventa il persecutore pericoloso da cui bisogna difendersi o al contrario si ricerca in maniera esagerata perché solo così se ne realizza il controllo placando la propria angoscia (bulimia nervosa). Alla base del malessere di entrambe le manifestazioni si trova sempre il senso di frustrazione narcisistica dovuto all'impossibilità di avere il controllo sull'oggetto d'amore, il cibo sostituisce tale oggetto. Nonostante le ipotesi avanzate per spiegare questo diffuso fenomeno
siano molteplici, è condivisa l'idea di un adeguarsi a quei modelli culturali che prospettano ideali di bellezza/magrezza esagerata.
Si tratta dunque di una complessa problematica che richiede un trattamennto psicologico mirato e la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace per il suo costante agire sui pensieri disfunzionali. Ma cercando il mezzo per tentare di piacersi, non abbiamo travisato il fine?
Linda Dell'Amico, laureata nel 1999 a Genova in Scienze dell'educazione, con esperienza biennale nel settore psichiatrico. Attualmente Responsabile...
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