La Verbena, Fiore di Bach, pianta sacra agli antichi romani, le venivano attribuite proprietà magiche: essa veniva colta nella notte di San Giovanni (24 giugno), ciò si spiega, forse, con il fatto che questa festa ha sostituito il solstizio di estate (22 giugno), giorno in cui il sole raggiunge l'apice suscitando un momento di alta suggestione. Il nome Verbena deriva dal Celtico ferfaen, da fer (scacciare via) e faen (pietra), poiché la pianta era molto usata per curare problemi della vescica, soprattutto calcoli. Recenti ricerche hanno messo in evidenza la sua qualità astringente febbrifuga, grazie al contenuto di glucoside. In alcune località di campagna viene ancora usata tritata fresca per far scomparire ematomi o come aperitivo o digestivo.
Il tè di verbena è comunque sedativo e diuretico e preso dalle donne puerpere facilita la secrezione lattea mentre nelle donne in genere facilita il presentarsi delle mestruazioni. La verbena era usata da varie tribù di Indiani Americani per curare febbri, raffreddori, tosse e catarro. I Cherokee la usavano anche come un rimedio per problemi intestinali, diarrea e dissenteria. La verbena è stata usata anche come analgesico per l'otite e i dolori dopo parto. Il nome Verbena era il nome classico romano per 'piante d'altare' in generale, e per questa specie in particolare. I Druidi la aggiungevano alla loro acqua lustrale, e maghi e stregoni la usavano ampiamente. Era adoperata per vari riti e incantesimi, e dagli ambasciatori per concludere alleanze. Macinata, era indossata intorno al collo come talismano contro mal di testa, a anche contro morsi di serpente e altri animali velenosi e come portafortuna in generale. Si riteneva benefica per la vista.
Tutte queste sue virtù sono probabilmente derivate dalla leggenda della sua scoperta sul monte del Calvario, dove fu usata per cicatrizzare le ferite del Salvatore crocefisso. Perciò, viene benedetta con un rituale commemorativo quando si raccoglie. Nell'erboristeria astrologica la verbena è collegata a Venere per il colore e la delicatezza dei suoi fiori e a Marte per i suoi steli robusti. Il suo stelo robusto richiama un insieme di credenze secondo le quali la verbena donava forza e vigorosità: veniva legata ai cavalli per farli diventare più veloci, veniva messa nell'acqua per il bagno dei bambini per farli diventare forti e tenaci come il ferro. In Provenza un tempo veniva soprannominata "L'erba delle streghe" ed era utilizzata anche per i filtri d'amore.
Linda Dell'Amico, laureata nel 1999 a Genova in Scienze dell'educazione, con esperienza biennale nel settore psichiatrico. Attualmente Responsabile...
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