E’ una malattia non particolarmente frequente, segnalata in varie aree viticole del mondo (Europa, Israele, USA, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda), di cui ancora non sono note le cause, anche se molti studiosi ipotizzano sia causata da un probabile agente virale.
Il sintomo più caratteristico è rappresentato dalle “enazioni”, tipiche proliferazioni lamellari o crestiformi della lamina fogliare, più frequenti sulle foglie basali della pianta. I sintomi sono però estremamente erratici e possono non manifestarsi affatto anche per più anni consecutivi. In primavera le viti colpite presentano germogliamento ritardato e ridotto. In estate invece possono presentare un normale vigore ed accrescimento che rende difficile la loro individuazione. A ciò si aggiunge anche il fatto che le foglie con enazioni cadono precocemente e quindi non sono più presenti in estate. La produzione delle pianta malate risulta essere molto ridotta; la sensibile riduzione di produzione si registra anche negli anni successivi a quello della comparsa dei sintomi anche se questi non si manifestano.
L’agente eziologico della malattia delle enazioni non è ancora stato individuato, inoltre non è noto se la malattia si diffonda naturalmente in campo. La sua diffusione va quindi attribuita solo all’uso di materiale di propagazione infetto.
Il solo metodo utilizzabile finora per diagnosticare la malattia delle enazioni è l’innesto sulla vite indicatrice LN33. Tuttavia anche questo saggio biologico non è del tutto soddisfacente: la comparsa dei sintomi può richiedere fino a tre anni e generalmente essi si manifestano solo in una parte delle viti inoculate.
(foto gentilmente concessa dal dottor Costantino Pirolo)
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