il Legno nero, insieme alla Flavescenza dorata, rappresenta una delle forme di "giallume" della vite maggiormente diffuse nelle aree viticole europee. Questa malattia, descritta per la prima volta in Francia nel 1961, è attualmente diffusa in tutte le principali aree viticole europee, compresa l'Italia. In seguito alla sua prima segnalazione sono stati fatti numerosi studi al fine di chiarirne l'eziologia e l'epidemiologia.
Il Legno nero è provocato da fitoplasmi appartenenti alla specie Candidatus Phytoplasma solani (gruppo tassonomico dello "Stolbur"), trasmessi in natura dalla cicalina Hyalesthes obsoletus Signoret, un rincote omottero auchenorrinca appartenente alla famiglia Cixiidae, estremamente polifago; è un ospite occasionale della vite, e vive anche su altre numerose specie erbacee spontanee presenti nel vigneto o nelle sue vicinanze, soprattutto convolvolo, ortica, erba medica, rovo….
I sintomi di Legno nero sono quelli tipici di tutte le malattie da fitoplasma, quindi facilmente confondibili con gli altri giallumi (identici a quelli provocati dalla Flavescenza dorata) :
- decolorazioni settoriali delle foglie (ingiallimenti nelle cv bianche, arrossamenti in quelle nere), che si estendono all'intera lamina fogliare, includendo anche le nervature;
- accartocciamento verso il basso della lamina fogliare, che assume consistenza cartacea (croccante);
- mancata lignificazione dei tralci, che assumono consistenza gommosa e tendono a ricadere verso il basso;
- frequente presenza sui tralci di punteggiature nere;
- disseccamento dei grappolini, con totale perdita della produzione.
Per poter distinguere quale sia il fitoplasma responsabile dell'infezione (e quindi se si tratti di Legno nero o Flavescenza dorata) è indispensabile ricorrere ad analisi di tipo molecolare.
Non esistono prodotti chimici in grado di curare la malattia in maniera diretta. L'unico tipo di lotta possibile è la prevenzione, basata principalmente su interventi di tipo agronomico (la lotta insetticida contro Hyalesthes obsoletus si è dimostrata spesso inefficace); diserbo delle piante ospiti del vettore (erbacee spontanee quali l'ortica) presenti all'interno o nelle vicinanze del vigneto (capezzagne, fossi, scoline); estirpo di piante infette. Si consiglia inoltre di evitare, se possibile, di piantare cv sensibili alla malattia.
(nella foto: sintomi su varietà Chardonnay)
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Inserito da Luca Ferraro
il 03 settembre 2014 alle 09:05ho letto più volte i suoi scritti che ritengo ben fatti e molto interessanti.
Vorrei portarle la mia "giovane" esperienza in una vecchia vigna di glera sita nel comune di Monfumo (Treviso), all'interno della zona
Una vigna dove l'ortica sembra seminata, più probabilmente portata dalle letamazioni fatte negli anni passati, vigna piantata quasi 100 anni fa dove i casi di giallumi si contano sulle dita di una mano, Io non riesco a darmi una spiegazione di tutto questo, forse l'epoca di sfalcio?
Luca