Gli acari eriofidi attaccano esclusivamente la vite e si nutrono succhiando la linfa dalle foglie. Hanno dimensioni molto piccole, variabili d 0,1 a 0,3 mm, non visibili ad occhio nudo.
Calepitrimerus vitis, agente causale dell'Acariosi della vite, compie 3-4 generazioni all'anno e sverna come femmina nelle gemme e sotto la corteccia dei tralci.
Questo acaro si alimenta a spese delle gemme e delle foglie. Le gemme non si schiudono, o danno origine a germogli stentati. Le foglie risultano deformate (bollose), con macchioline decolorate puntiformi ben visibili controluce. L'intera pianta assume portamento brachizzato, cespuglioso, con internodi raccorciati e a zig-zag. Limitata attività fotosintetica, limitata maturazione dell'uva.
Colomerus vitis provoca invece l'Erinosi della vite: questo acaro compie 6-10 generazioni all'anno e
sverna come femmina nelle gemme o sotto la corteccia.
I sintomi consistono in vistose tacche feltrose (con una fitta peluria bianca) sulla pagina inferiore delle foglie, in corrispondenza delle quali, sulla pagina superiore, sono presenti delle estroflessioni bollose (pseudogalle). Non sono dannosi; non compromettono la produzione, né dal punto di vista qualitativo né quantitativo
Raramente è necessario ricorrere alla difesa chimica con prodotti acaricidi selettivi. Può essere eseguita la lotta biologica con predatori naturali degli acari, quali gli acari Fitoseidi (Typhlodromus spp, Amblyseius andersoni, Kampimodromus aberrans), presenti solitamente in natura in uno stato di equilibrio biologico. Altri predatori naturali degli acari dannosi sono insetti quali il coccinellide Stethorus punctillus, le crisope, gli antocoridi, i miridi.
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