Non è (semplicemente) un vino, non è uno spumante: è un mito, un ideale, un sogno. E' lo Champagne, e con questo hai detto tutto, perchè in questo concetto c'è un mondo. Terroir, storia, vitigni e umana sapienza: se c'è una cosa che tanti italiani invidiano ai cugini d'oltralpe, questa è lo Champagne, il suo successo senza freni, la sua inarrivabile unicità. Un vino che anche nei suoi momenti di mercato più difficili, al massimo “fluctuat, nec mergitur”: naviga e non affonda.
Proprio come recita il motto di Parigi, la città natale di Delphine Veissiere, importatrice e formatrice, ma soprattutto finissima conoscitrice delle bollicine più intriganti e imitate del mondo.
Prova a riassumere in breve la tua avventura nel mondo del vino: quando inizia, e dove?
La mia avventura come professionista inizia nel 2004, quando ho creato La Flute, la mia società d'importazione di vini francesi (http://www.laflute.it). E questa a sua volta è il risultato di una mia personale frustrazione come cliente: un giorno, mentre facevo la spesa in una nota “épicerie fine” di Milano, mi sono sentita dire che che lo champagne Jacques Sélosse era una delle maison più antiche della Champagne. Da lì ho capito che l'Italia aveva molto da imparare in tema di champagne, e che c'era spazio per chi volesse dedicarvisi. In seguito, la mia professionalità si è perfezionata grazie ad un approccio sistematico e didattico del terroir della Champagne, che ho esplorato villaggio per villaggio, e si è concretizzata grazie al cliente ristoratore che ha saputo cogliere non solo la possibilità di proporre champagne, ma soprattutto l’emozione procurata dai prodotti che nascono dalle mani di tanti piccoli, grandi artigiani.
Perché hai scelto di lavorare in un settore - l'importazione di vini in Italia - che per tradizione è un feudo maschile, perfino più della produzione di vino?
Ho scelto di lavorare in un mondo maschile perché il confronto mi piace e mi stimola nella mia personale ricerca dello champagne ideale. Personalmente, non ho mai avuto problemi ad aprire la porta ad un uomo o a offrirgli un caffè. La sensibilità gustativa e emotiva delle donne aggiunge quella nota di poesia che manca a questo mondo del vino, così inquadrato e orientato più a concludere nuove vendite, che alla conoscenza del vino come cultura storica e sociologica.
Qual'è la cosa che più ti piace del tuo lavoro, e quella che ti piace meno?
Mi appassionano gli incontri con gli chef italiani per immaginare e creare per lo champagne abbinamenti inediti e provocatori con la gastronomia italiana. La cosa che mi piace meno? Dare un prezzo a una bottiglia di champagne che mi emoziona.
Il complimento più bello che ti hanno fatto?
A parte il fatto che sono donna, francese e champagnista? ! … dicono che sono il... più bel naso d’Italia per selezionare champagne. Parola di agenti e clienti !
Lo champagne in 10 parole (più o meno...)
Il vino dei re, il piacere del momento e dell'incontro, la festa, la mineralità, la personalità, la ricerca della perfezione, l’espressione del pinot nero, il perlage, l’umiltà dei grandi artigiani dello champagne.
Cos'è lo champagne per i francesi? e per gli italiani?
Lo champagne per i francesi ricorda la domenica, un compleanno, un battesimo, Capodanno e la torta della nonna … anche se questo è molto sbagliato !
Per gli italiani lo champagne è l’emozione di un incontro, la ricchezza, il denaro e il successo, Natale e le belle donne.
I tuoi progetti futuri?
Entrare da protagonista nella leggenda di una grande maison, e sviluppare a livello nazionale e europeo la rete di bistrot La Flute, il primo dei quali verrà inaugurato il 28 aprile a Milano.
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Inserito da Luigi Bellucci
il 23 aprile 2009 alle 20:48