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Conversazioni. Uomini, vini e territori

Mario Pojer, il mago del Merlino

di Elisabetta Tosi

Quando lo si va a trovare, è sempre alle prese con qualcosa di nuovo: un’intuizione, un’esigenza, un esperimento, un attrezzo, una iniziativa... Non sta mai fermo, ha più desideri, sogni e progetti che ore nella giornata. Mario Pojer è una persona cordialissima e travolgente, un vulcano di idee e di entusiasmo, prima che un produttore trentino di successo in binomio con l’amico e socio di sempre, Fiorentino Sandri . Curioso come un bambino - e come tutti i grandi della scienza - non smette mai di farsi domande e di cercare risposte. E quando non le trova, le inventa. E’ così che ha messo a punto alcune sue invenzioni diventate famose (e adottate anche da molte altre cantine), come la “macchina per lavare l’uva” o la “mongolfiera per l’azoto”. Ma se per gli addetti ai lavori il suo contributo ai progressi tecnologici dell’enologia è fuori discussione, agli appassionati interessano soprattutto i suoi vini: vivi come lui. Mario, sei nato prima vignaiolo o prima distillatore? Io sono un uomo di cantina. Dopo la morte prematura di mio padre, che era enologo presso la Cantina...
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Ettore Nicoletto, il sorriso di un grande (gruppo)

di Elisabetta Tosi

E’ forse la prima cosa che ti colpisce di lui: potrebbe guardarti dall’alto in basso (letteralmente), forte della posizione (alta) che riveste in una delle più note e importanti griffe del vino italiano, invece Ettore Nicoletto, CEO del gruppo Santa Margherita è una persona di grande e affabile semplicità, dotato di una notevole capacità di entrare subito in sintonia con le persone, di una classe innata e di un magnifico sorriso. Aperto e sincero. Il convegno “La sfida della qualità: quale futuro per il vino dell’Alto Adige?” organizzato a Bolzano a fine ottobre per festeggiare i 90 anni della Cantina Kettmeir (da anni nell’orbita di Santa Margherita) è stato l’occasione per strapparlo per qualche minuto ai suoi doveri istituzionali e fare due chiacchiere. A quale età hai bevuto il tuo primo bicchiere di vino? Beh, bicchiere è una parola grossa! Però l’iniziazione al vino, per curiosità mia più che per stimolo da parte dei miei genitori, direi che è avvenuta verso i cinque-sei anni...Un po’ di acqua e vino inizialmente, per poi passare al...
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Romano Dal Forno, un'emozione chiamata Amarone

di Elisabetta Tosi

A volte si dice che la Valpolicella del vino possiede un mito e una leggenda. Il mito è Giuseppe Quintarelli. La leggenda è Romano Dal Forno. Non a caso la storia del secondo deve molto, ai suoi esordi, all'esperienza e agli insegnamenti del primo: ma il successo che le sue bottiglie incontrano in tutto il mondo da oltre dieci anni è solo merito suo, di Romano e della sua famiglia, del suo modo di concepire il vino e della sua ostinata, instancabile ricerca della qualità assoluta. Una ricerca che l'ha portato nel tempo a dotarsi in cantina di tecnologie sempre più estreme e personalizzate, e che si sta traducendo, con la costruzione delle nuove strutture aziendali, nella realizzazione di un vero tempio del vino: un luogo di cultura e di bellezza. E' vero che Giuseppe Quintarelli è stato determinante per il tuo ingresso nel mondo del vino come produttore? “Sì. Il mio incontro con quel grande uomo e vignaiolo mi fece capire quanto profondo e complesso fosse l'approccio al mestiere che mi ero messo in testa di fare. Mi ero sposato da poco, e con mia moglie avevo deciso di legare il nostro futuro al vino; avevo iniziato a...
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Alessandro Mori: il Brunello di Montalcino (quello vero)

di Elisabetta Tosi

Il Brunello di Montalcino è fatto con uva sangiovese al cento per cento. E basta. Poi si fa da solo, con il tempo e il legno (grande e vecchio). Chiaro, no? Direi banale, lapalissiano. Come dire che la pioggia è bagnata e il fuoco scotta. Tutto il resto è fumo, chiacchiere e altre storie. Storie che non riguardano Alessandro Mori dell'azienda Il Marroneto, pochi ettari a sangiovese sulla collina di Montalcino, distesi in faccia alla pianura ilcinese. Ecco uno che potrebbe permettersi di guardare il mondo del vino di Montalcino dall'alto in basso – per questioni di altitudine/altezza: della sua azienda e della qualità dei suoi vini – e non lo fa. Non si sogna nemmeno, perchè Alessandro è uno di quei toscani – senesi, per la precisione – espansivi, generosi e accoglienti, simpatici a pelle. E sinceri: sinceri fino alla durezza. Con se stessi e con gli altri. Qual'è il primo ricordo che hai del vino? “Io non ho ricordi di vino, ma delle lavorazioni: ricordo quando entravo nelle botti per pulirle con la bombola d'ossigeno, ricordo la mi' mamma farmacista che col bilancino pesava il metabisolfito......
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Giancarlo Vettorello: non chiamatelo solo Prosecco

di Elisabetta Tosi

E' uno dei vini italiani più noti e amati all'estero, uno dei più venduti, dei più imitati. E anche dei più criticati: in patria soprattutto, perchè non siamo mai contenti. E perchè non sappiamo valorizzare abbastanza i nostri tesori. Parliamo del Prosecco, che già dalla prossima vendemmia potrà vestire i panni della nuova Doc “Prosecco” (e “Prosecco Treviso Doc” se elaborato in questa sola provincia) e delle nuove Docg “Conegliano Valdobbiadene” e “Colli Asolani” o “Asolo”. Un vino diventato all’estero (e per molti anche in Italia) sinonimo di spumante, e sulla cui tutela vigila il locale Consorzio di Tutela, diretto da un appassionato cultore di queste terre e delle sue vigne: Giancarlo Vettorello, enologo uscito dalla prestiosa Scuola Enologica di Conegliano. Enologo per caso, scelta, o tradizione familiare? “Per scelta personale. I miei non facevano vino, però lo vendevano, avevano – hanno ancora - un piccolo locale di mescita. La mia è stata una scelta legata alla poetica dell'infanzia: le botti, il colore del vino, il...
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Elisabetta Tosi

Elisabetta Tosi

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Veronese, laureata in Filosofia, dopo anni di collaborazioni su testate nazionali, radio e televisioni, con il trasferimento in Valpolicella si dedica...

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