Dalle statistiche pubblicate sui giornali sembrerebbe che Facebook sia diventato ormai un’appendice del nostro corpo che non potremmo togliere neppure in caso di grave infiammazione. E in Italia, oltretutto, c’è stato nell’ultimo anno o due un incremento forse ancora maggiore che altrove. Così Facebook è diventato argomento di conversazione più del tempo, e se prima non essere su internet voleva dire non esistere – soprattutto per un’azienda -ora questa massima si riferisce al social network più diffuso nel mondo.
Ma in che modo posso essere presente, soprattutto se magari voglio creare contatti e opportunità di lavoro per la mia azienda vitivinicola? Ormai più o meno tutti conosceranno le basi di Facebook: ti iscrivi, registri i tuoi dati, possibilmente metti una (tua) foto recente, magari ti colleghi alla tua casella di posta elettronica per importare i primi “amici” e gli altri li aggiungi cercando qua e là, magari vedendo gli amici in comune con quelli esistenti, possibilmente presentandoti prima. Ora, come tutti gli strumenti online, anche Facebook è in continua...
Quando si parla di vino e ambiente insieme, si parla anche di marketing. Ci sono vari aspetti in cui la sensibilità da parte di un’azienda verso le tematiche ambientali va a influenzare il cosiddetto marketing mix, tant’è vero che esiste un’intera branca del marketing, chiamata da alcuni green marketing, da altri environmental marketing (ma esistono altri nomi ancora) che studia proprio questi aspetti. In questa prima analisi del rapporto vino e ambiente vale la pena soffermarsi sulle questioni che riguardano le bottiglie. Nel Regno Unito, ad esempio, già dal 2000 si sta cercando, nell’ambito del programma WRAP, di gestire il problema del riciclo del vetro. La questione principale è legata al fatto che riciclare il vetro verde (che tra l’altro protegge la bottiglia dai raggi solari) crea maggiori problemi rispetto al vetro trasparente. Inoltre, anche ridurre il peso del vetro può determinare un vantaggio nel senso che, banalmente, c’è meno vetro da riciclare. Già l’anno passato nel Regno Unito si era pensato di importare vino in grosse quantità per imbottigliarlo direttamente in loco,...
Sono passati ormai una manciata di anni da quando è nato Second Life, il mondo virtuale tridimensionale nel quale gli utenti registrati possono leggere i profili degli altri utenti, ciascuno identificato da avatar diversi, e poi socializzare con loro. Un mondo parallelo a tutti gli effetti che a marzo 2008 contava 13 milioni di iscritti anche se va detto che quelli che partecipano attivamente sono molti meno.
E in questo universo parallelo sono presenti istituzioni che fanno capo al mondo reale (come la Regione Toscana o il British Council), università americane, l'agenzia Reuters e altri enti e società private. Fra queste ultime, è da notare la presenza di alcune aziende vitivinicole. Questo perché, su Second Life, ciascuno detiene i diritti delle proprie produzioni creative e può commercializzarle con gli altri utenti attraverso una moneta di scambio ad hoc, il Linden Dollar (dal nome della società che ha inventato questo progetto).
Insomma, Second Life oltre a essere un mondo parallelo, è anche un mercato parallelo. Per di più, questa moneta può essere anche scambiata con dollari ed euro, e c'è chi...
Ormai ogni azienda vitivinicola sembra avere una newsletter. Utilizzate per i consumatori finali come pure per gli operatori del settore, dai giornalisti ai ristoratori passando per la forza vendita, queste comunicazioni arrivano sempre più spesso nella casella della posta. A volte neppure richieste.
I vantaggi dell'email marketing, del resto, sono tanti. Permette innanzitutto di raccogliere i recapiti di chi visita l'azienda o anche solo il sito. Ha costo "zero" in confronto all'invio di materiale cartaceo.
E anche i tempi si riducono, permettendo di annunciare le notizie con immediatezza. Inoltre, segnalando le novità che riguardano l'azienda vitivinicola, siano esse relative ai prodotti, agli eventi ai quali l'azienda prende parte, o al turismo enogastronomico, si ricorda agli iscritti della propria esistenza, anche se magari non verranno in azienda, ad esempio, per Calici di Stelle. Per finire, invitando gli iscritti a inoltrare la newsletter agli amici, si stimola il passa parola, che è, anche nel vino, uno dei criteri più importanti per la promozione. Ovviamente, perché ciò avvenga, è fondamentale che la newsletter sia...
Uno dei motivi per cui a mio avviso bisogna essere felici che esistano anche nel mondo del vino i grandi gruppi, è che questi hanno, a differenza delle piccole e medie aziende, capitali a sufficienza per poter investire anche in vere ricerche di mercato. Due anni fa, ad esempio Constellation Brands aveva condotto il progetto Genome, che aveva l'obiettivo di costruire una mappatura psicologica del consumatore del vino americano - ma i risultati erano facilmente applicabili anche in Italia - suddividendolo in sei categorie che ricordavano la mappatura di Sinottica: entusiasti, attenti all'immagine, acquirenti saggi, tradizionalisti, degustatori soddisfatti, e spaesati. Lo studio presentato da poco da Santa Margherita e realizzato in collaborazione con Tomorrow Swg, ha puntato al contrario a tracciare un profilo del consumatore secondo canoni di ricerca più "tradizionali", ma trattandosi di una ricerca focalizzata sul consumatore italiano, è certamente d'interesse.
Questo studio ha trovato per lo più grandi conferme rispetto ai dati comunicati negli ultimi anni, e in ordine sparso, dalle varie organizzazioni di settore, a partire dal fatto che il...