C'è indotto e indotto. C'è l'indotto tipo quello della FIAT, con tutte le fabbriche sorte attorno agli stabilimenti per produrre pezzi di ricambio e accessori vari, e c'è l'indotto un po' indiretto. Quello che lucra attorno alla moda che cresce nei confronti di un certo prodotto. Così, negli ultimi anni sono stati in tanti quelli che si sono inventati giochi, sì, dico proprio giochi, incentrati sul vino. Giochi da tavolo ma non solo. Del resto, questo è un mercato che si sta spostando sempre più sui prodotti tematici - complice anche un certo cambiamento negli equilibri familiari (prima si giocava a Monopoli tutti insieme, ora magari è più comodo - non solo per i bambini - giocare alla "Play"). E in questo panorama di giochi da tavolo di nicchia si inserisce anche il vino appunto.
Il target sono gli adulti interessati alla bevanda di Bacco, ovviamente. Più precisamente, sono gli adulti interessati al vino che da piccoli giocavano ai giochi da tavolo - per questi vale la stessa regola dei libri: o prendi l'abitudine di leggere da piccolo, o sarà molto difficile che tu ti appassioni alla lettura in là negli anni.
Uno di questi è The Wineopoly, prodotto dall'americana Late for the Sky - che riproduce giochi stile Monopoly. In questo caso le casette e gli alberghi sono sostituiti da decanter e grappoli d'uva ma restano sempre le carte degli imprevisti e la prigione viene rimpiazzata dalla cantina dove saltando un giro si invecchia un po' in botte.
Forse più "sfizioso" per gli enoappassionati è Winerd - contrazione di wine-nerd, il secchione del vino. In questo caso si tratta di un gioco che può facilmente coinvolgere una comitiva a cena tanto più che prevede la degustazione di alcuni vini (ovviamente non inclusi nella confezione) e addirittura una degustazione alla cieca. Un altro da giocare anche in squadre è Wineteasers: qui ogni carta contiene una domanda (ma è previsto anche l'aiutino): per ogni risposta esatta si aggiunge un'altra bottiglia alla cantina della squadra. Chi completa la cantina per primo, vince. E per finire c'è Winesmarts, dagli stessi ideatori di Wineparty (kit coloratissimo per la degustazione alla cieca fatta in casa tra amici), con domande del tipo vero o falso o a risposta multipla.
Ma i giochi sono davvero tanti (esiste anche Weinhändler, una sorta di mercante in fiera del vino), ognuno con le sue particolari regole e la sua struttura anche se in generale puntano sempre a un obiettivo, quello di istruire giocando. Tant'è che nella maggioranza dei casi sono previste delle carte-quiz che diventano veri e propri strumenti didattici nella spiegazione delle risposte o mini guide del vino dalle quali prendere spunto per un piccolo suggerimento... Per di più, nella comunicazione promozionale di ciascun gioco è sempre indicato l'autore, specificando i titoli già pubblicati con varie case editrici, una sorta di credenziale per il gioco stesso.
E come per i tradizionali giochi da tavolo a un certo punto sono subentrati i videogiochi come concorrenti fin troppo diretti, così anche per i giochi dedicati al vino è stato da poco sviluppato un gioco per la Nintendo DS - per intenderci quella con la quale tutti quest'estate si sottoponevano ai test di intelligenza. Il gioco, che verrà lanciato in Giappone - e presumibilmente in futuro anche in altri paesi - a novembre 2007, consiste in una serie di quiz con tanto di 120 etichette diverse inserite nel database.
Rispetto agli altri giochi presenti sul mercato, che si posizionano come adatti sia agli esperti che ai novizi, questo viene lanciato nella versione beginners che parafrasato vuol dire che stanno già lavorando a una versione advanced - del resto stiamo parlando di un'azienda che opera in un settore in cui ogni x anni si cambiano le console in modo tale che uno sia costretto a comprarsi da capo tutti i giochi...
Insomma, chiunque crede che il mercato del vino stia raggiungendo la saturazione può dormire sonni tranquilli: la posta è ancora tutta in gioco.
Laureata in Economia e Commercio, Slawka è consulente di marketing specializzata nella comunicazione enogastronomica. Nel mondo editoriale...
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Inserito da Mattia Lumaca
il 11 agosto 2011 alle 23:58Mi sono trasferito all'estero da circa tre anni, e ho constatato che i giochi da tavolo, come alcuni li chiama, non hanno perso popolarità negli altri paesi come è successo in Italia.
La motivazione non è chiara, alcuni di questi paesi hanno raggiunto uno sviluppo economico pari o superiore all'Italia. Forse è solo un fatto legato a tradizioni e intrattenimento sociale.
Sono un giocatore di poker pertanto i giochi di società non sono i mie favoriti, preferisco i ruoli singoli. Tuutavia durante la mia infanzia ho giocato spesso a Monopoli o giochi simili.