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Vuoi aprire un food-blog? Ecco 9 buoni motivi per non farlo, di Stefano Caffarri

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Home > Autori > Food > L'astice è stopposo

L'astice è stopposo

Vuoi aprire un food-blog? Ecco 9 buoni motivi per non farlo

di Stefano Caffarri

E dunque tu stai pensando di aprire il tuo food-blog. Del resto gli amici te lo dicono sempre, che sei bravo a cucinare: la tua frittata con l'erba cipollina ha fatto un gran successo, ed anche i rigatoni piselli e pancetta affumicata erano ottimi. Poi scrivi bene, te lo dice anche la fidanzata che SMS come i tuoi non glieli ha mai mandati nessuno. E le foto, beh, le foto. Allora eccoti bello pronto ad aprire il tuo food-blog. Si chiamerà www.lericetteabbastanzabuonedellavecchiamadiadellavecchianonna.it, ma non sarà come gli altri. Sarà simpatico, scorrevole, pieno di vecchie foto, e recupererà le ricette della tradizione della tua città ma rivisitate in chiave moderna.

Bravo.
Ecco allora 9 buoni motivi per non farlo.

1. Conta fino a dieci. Poi fino a cento. Poi fino a mille. A cosa stai pensando? Non è una variazione della carbonara senza uovo, senza formaggio e senza pepe? Allora rinuncia, non fa per te, non sei abbastanza monomaniaco per farlo. Ce ne sono già troppi così.

2. Ora prova a rinunciare all'ìdea. E' una faticaccia, non si prende un liro e un sacco di gente verrà a offenderti per la tua ricetta degli spaghetti ajo, ojo e peperoncino. Ecco, se riesci a immaginare di rinunciare, rinuncia. Ci sono già troppi come te.

3. Ora devi trovare un nome. Quanti ne hai pronti? Uno, due? Tre? Se non hai nel cassetto almeno dieci nomi di food-blog a marinare, rinuncia, ce ne sono già troppi così.

4. Scrivi una ricetta. Fatto? Ora controlla: hai scritto cose noiose come "procedimento", "ingredienti", "succulento" o "goloso"? Ecco, rinuncia già subito. Ce ne sono già troppi in giro, non sentiamo il bisogno del milionesimo.

5. Prendi il cronomerto, e assaggia la tua cena di stasera. Che sale hai usato? Il pepe da dove viene? Che olio hai messo? Quello del Garda? E perchè? Se hai impiegato più di un secondo a rispondere a ogni domanda, rinuncia, ce ne sono già troppi di "abbastanza" informati.

6. Apri la scheda di memoria della tua camera digitale. Del tuo iPhone. Cosa rappresenta l'ultima foto? No, non  è la tua cena di stasera. Puoi rinunciare, ce ne sono già abbastanza di fotografi intermittenti

7. Chiedi a tuo figlio se gli piacciono i tuoi piatti. Se ti dice abbastanza, rinuncia, è la voce della verità

8. Che programma hai per questa sera? Pizza e cinemino? Pizza dove? Al Vesuvio Incantato? Bene. Che farina usa il pizzaiuolo? E quante ore fa lievitare l'impasto? E soprattutto, come si chiama la moglie del suo secondo cugino acquisito? Se hai dovuto telefonare per rispondere a queste domande rinuncia, ci sono già troppi abbastanza informati

9. Cosa ne pensi di lacucinadimiaziaolga.it? E di carotinafrittainpastella.it? E hai visto su Facebook il profilo di cardamomoprezzomolopollofrittoeacciughe.it? No? Rinuncia bello, sei troppo giovane per queste cose.

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1 Commenti

Inserito da Pamela Guerra

il 10 marzo 2011 alle 22:26
#1
Sono totalmente d'accordo con te, al 50% (cit.)

Sono d'accordo sul fatto che di food-blogger (come di wine-blogger) ne è piena la rete: chiunque può aprire un blog e scrivere di quello che gli pare, cibo e vino compresi. Un tempo eravamo tutti allenatori, oggi siamo tutti esperti di tagli, di cotture, di fermentazioni, di lievito madre, di ristorazione. Un tempo se sapevi cucinare un buon piatto di pasta andavi all'estero e aprivi un ristorante italiano: oggi apri un wine&food blog.

Non sono d'accordo con te, invece, se il blog viene inteso come strumento per comunicare una passione o una professione che potrebbe vivere al di fuori della rete.
Per l'appassionato che abbia voglia di postare le foto della sua prima ribollita e condividerla con amici e parenti, il blog rimane il famoso diario pubblico e lì si deve fermare. Se poi c'è il talento per fare il passo oltre e trasformare una passione in una professione, blogger o non blogger, il cammino è già segnato.
Per il professionista (o un'aspirante tale), uno chef, un critico enogastronomico, un food-stylist, o per qualunque altra professione, il blog, e la rete, può essere un'opportunità per farsi conoscere e far conoscere il proprio talento; uno strumento per una strada che comunque si sarebbe percorsa, con tutto ciò che comporta e che, nonostante i tuoi 9 buoni motivi, quasi inevitabilmente, verrà lastricata anche con la piastrellina 'blogger'.

Pamela

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