Per gli addetti ai lavori il nome di chi ci ha fatto compagnia questo mese non è certo sconosciuto. Per i pochi che non sapessero inquadrare il personaggio con i suoi riferimenti anagrafici basterà legarlo alla sua creazione, il Merano International Wine Festival & Culinaria che proprio a novembre ha toccato quota sedici avviandosi a diventare "adulto", ma solo nell'età visto che per quanto riguarda i numeri la crescita è da considerarsi precoce. Era infatti il 4 novembre del 1992 quando tre amici, tra i quali Koecher, accomunati dalla passione per il vino decisero di dar vita alla prima edizione del Merano International WineFestival allora presso l'Hotel Palace di Merano. Nel corso degli anni sono cambiate diverse cose, a partire dalla sede, oggi il prestigioso Kurhaus di Merano, ma la filosofia è rimasta la stessa. Ecco allora che il calice di vino davanti al quale abbiamo incontrato il personaggio di questo mese si è colorato di tanti vini di qualità, la stessa qualità pregiudicata dalla serrata selezione degli espositori presenti nei giorni dell'evento.
D: Come nasce il Merano International Wine Festival?
R: L'evento nasce nel 1992 da una passione per i vini di alta qualità. Eravamo io, con i miei due soci di allora, e parlando di come poter promuovere il grande vino non solo italiano, ma anche quello internazionale, abbiamo piano piano disegnato quello che oggi è il Merano International Wine Festival.
D: Quale la filosofia che ha da subito delineato questo importante evento di settore?
R: La filosofia, perché proprio con questo termine mi piace definire lo spirito di iniziativa che abbiamo avuto, è stata quella di mettere insieme, in un momento di incontro e confronto, i tre lati del triangolo ovvero produttore da una parte e operatore insieme a consumatore dall'altra il tutto con la finalità di creare un vero e proprio forum di scambio finalizzato alla promozione del grande vino italiano e del mondo.
D: Perché e come avviene tutta la selezione degli espositori.
R: La selezione degli espositori è uno dei punti chiave per l'intero successo della manifestazione. Vogliamo creare un terreno di scambio a partire da prodotti che non prescindano dal concetto di qualità. Per fare questo abbiamo una vera e propria commissione di assaggio, composta da dieci persone, che durante tutto l'arco dell'anno valuta di volta in volta i campioni che arrivano e selezionando questi facciamo una sorta di cancello all'entrata in modo di garantire la qualità dell'evento.
D: Da qualche anno al Merano International Wine Festival si è aggiunta la voce "Culinaria". Perché questa scelta?
R: Abbiamo voluto affiancare al vino, in un'area dedicata e nel tempo potenziata, una parte riservata all'esposizione dei prodotti gastronomici italiani e non solo. Questo perché anche nel settore della gastronomia c'è un avvicinamento sempre maggiore da parte del consumatore alla qualità e alla provenienza di ogni prodotto, così come è successo per il vino. Per questo l'idea di mettere a disposizione dei visitatori anche la parte dove i produttori di queste tipicità possono incontrare il consumatore e spiegargli da dove arriva un certo prodotto e come viene realizzato ci è sembrata vincente.
D: Quando si può dire che un prodotto, in particolare un vino, è buono?
R: Ovviamente sembra banale dire che un prodotto è buono se piace. In realtà la nostra filosofia identifica con il piacere del prodotto, soprattutto il vino, la vita che questo stesso rappresenta. Non possiamo prescindere dall'idea di dove, come e da chi viene realizzato. Perché assaporando il prodotto dobbiamo cercare di provare delle sensazioni che ci rimandino obbligatoriamente alle proprie origini stimolandoci magari dei ricordi.
Domanda: Produttore, operatore, consumatore. Ha parlato di un triangolo inevitabile. Pensa che sia possibile mettere tutti d'accordo?
R: Quando il Merano International Wine Festival è nato l'obiettivo era proprio questo. La scommessa, se vogliamo anche una provocazione, era proprio quella di fare incontrare per un confronto reale questi tre soggetti. E mi pare che ci siamo riusciti. Il consumatore, e non la distribuzione, è colui che in realtà dovrebbe dettare il mercato. Per questo a Merano è il consumatore all'incontro dei vertici del triangolo perché è da lui che deve scaturire la richiesta. Da un lato il produttore parlando con lui può capire in che direzione migliorare o diversificare la propria offerta, dall'altro l'operatore può dare un taglio al mercato che guardi prima di tutto all'esigenza di chi il vino lo acquista.
D: Il festival non si è fermato a Merano, ma da qualche anno è sbarcato in numerose città europee. Perché questa scelta?
R: Un vero e proprio euro tour. Praga, Londra, Amburgo, Monaco e Vienna saranno occasioni per presentare il Merano International Wine Festival portando una selezione di 35 produttori significativi. Da una parte l'obiettivo è quello di promuovere il festival, dall'altra vogliamo dare un servizio in più ai nostri produttori che, sfruttando la serietà della nostra manifestazione conosciuta all'estero, possono insinuarsi in alcuni mercati europei pronti a ricevere la nostra offerta.
D: Nel 2005 la creazione di un blog ufficiale. Ci può spiegare da dove nasce questa idea?
R: L'idea era quella di creare un filo diretto con i nostri amici fedeli e quelli nuovi. Un diario quotidiano per trovare spunti dai nostri visitatori abituali e quindi dal confronto migliorare e modificare alcuni aspetti della manifestazione. Inoltre il blog vuole essere anche una vetrina sempre aggiornata e condivisa per le aziende nostre partner che qui possono trovare un tavolo di incontro con consumatore e operatore anche lontano dai giorni della fiera. Da allora ad oggi abbiamo avuto ragione di questa scelta segno evidente che in questo momento più che mai la comunicazione via web è sempre più apprezzata e credibile, il blog in particolare rappresenta lo scambio di idee, elemento di critica costruttiva per crescere.
Alessandro Maurilli è nato nel 1980 in un piccolo paese della provincia di Arezzo, nel cuore della Valdichiana. Dopo aver frequentato gli studi...
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