Credo che presentare personaggi come Gianni Zonin sia ridondante per tutti quelli che leggeranno questa intervista. Zonin, il padre della famiglia del vino per antonomasia, festeggerà nel 2007 i suoi primi 50 di matrimonio col vino. Può bastare per poter dire che se c'è una persona che può raccontare l'evoluzione di questo settore, quella è Gianni Zonin. In particolare però abbiamo voluto parlare di parole nuove legate al vino, la comunicazione, la promozione, internet. Visto che l'esperienza è madre delle virtù e non solo, Gianni Zonin ci ha fatto capire che i blog, la new communication e i tanti paroloni usati oggi per comunicare esistevano anche quando ha iniziato la sua avventura nel mondo del vino italiano e internazionale. Il vino dentro al calice si è alternato visto che Zonin raccoglie prestigiose aziende sparse per tutta l'Italia. Personalmente ho gradito molto i vini di Rocca di Montemassi, l'azienda maremmana del gruppo.
D. Siamo nell'era della comunicazione. Quanto un'azienda come la Zonin investe e crede nella comunicazione?
R. La comunicazione oggi come ieri è tutto. Pensi che la nostra azienda investe dal 3 al 4% dell'intero fatturato annuo in comunicazione e promozione. Recentemente abbiamo commissionato ad Eurisko un'indagine sul nostro marchio. Ebbene dall'inchiesta è risultato che il 95% degli italiani associa al nome ZONIN il vino. E se questo è vero vuol dire che la comunicazione funziona, ne è un chiaro esempio.
D. E come è cambiata la comunicazione da ieri a oggi?
R. I mutamenti sono da rintracciare da un lato nell'evoluzione dei mezzi, dall'altro nella crescita della sensibilizzazione del consumatore, sempre più attento e conoscitore del prodotto che compra. La nostra prima vera campagna promozionale segna data 1965 quando facemmo tappezzare l'Italia intera di manifesti dell'azienda. Oggi abbiamo internet si figuri… Negli anni '70 e '80 è stata la tv il mezzo più utilizzato e devo dire che ha dato i suoi buoni frutti. Solo pensando a Carosello posso dire che l'attenzione al prodotto era assoluta: un solo canale per tutti i telespettatori d'Italia, soprattutto famiglie con le mogli, le stesse che poi avrebbero fatto la spesa. Allo sviluppo dei mezzi però è andata di pari passo la crescita dei consumi e soprattutto con una tendenza alla qualità. Per questo oggi fare pubblicità in tv spesso è controproducente perché il mezzo televisivo tende a dare un'idea di massificazione del prodotto, cosa che non si sposa con le produzioni di qualità rivolte a un pubblico particolare.
D. In particolare quali sono i canali di promozione che oggi utilizza la sua azienda?
R. Come le dicevo abbiamo visto crescere e cambiare un po' tutta la comunicazione. Sicuramente oggi privilegiamo la carta stampata soprattutto i settimanali, i mensili e i periodici di settore. Con questo sistema riusciamo a penetrare l'attenzione dei vari target a cui si rivolge la nostra produzione. Stiamo comunque pensando anche alla radio, un mezzo che oggi sta tornando molto alla ribalta, che viene ascoltato da un pubblico non massificato e che quindi potrebbe riservare delle novità anche per la pubblicità.
D. E internet? Come viene visto e come viene utilizzato dall'azienda?
R. Internet è un potenziale ancora tutto in via di sviluppo. Noi abbiamo più di un sito. Ne abbiamo uno centrale, del marchio Zonin, dal quale oltre a conoscere da vicino la nostra realtà possiamo arrivare ai siti delle varie nostre aziende sparse per l'Italia. Al di là della conoscenza credo che internet, per come è oggi il consumatore e se ben utilizzato, con intelligenza, possa essere molto importante perché grazie alla sua dinamicità e al colore dell'informazione che dà, può funzionare da promozione del prodotto in maniera molto efficace. Noi abbiamo una persona che si occupa in maniera professionale di questo mondo.
D. E in particolare come vede la promozione attraverso internet?
R. Per la verità questo è un campo in cui stiamo pensando di approdare a breve. Dobbiamo ancora prendere bene le misure per poter investire in campagne promozionali. Internet è un canale unico aperto e accessibile a tutto il mondo. Sarà sicuramente il futuro della promozione e della comunicazione.
D. La Zonin è un'azienda che produce varie etichette, un po' in tutta l'Italia. Ogni vino differisce per qualità, origine ecc.. come coniuga l'azienda, dal punto di vista del marketing e della promozione, questa variegata offerta?
R. Oggi le nostre aziende hanno tutte un tipo di comunicazione a sé stante in base al prodotto, al target. Zonin è solo il "padre" che raccoglie sotto il suo ombrello tutte quante le nostre etichette che però hanno una loro autonomia, una loro gestione e questo vale anche per la promozione, per la comunicazione dei prodotti.
D. Oggi rispetto a ieri è più o meno facile promuovere il vino?
R. Sembra un paradosso, visto che oggi i mezzi sono molto più sviluppati, ma è sicuramente più difficile e senza dubbio più costoso pensare a una campagna promozionale oggi. Le aziende oggi sono tantissime e tutte fanno promozione. Quindi da un lato c'è il problema concorrenza. Dall'altro fare campagne pubblicitarie oggi sulla stampa sta raggiungendo dei costi molto alti anche in virtù del fatto che ci sono colossi internazionali che hanno un budget pubblicitario enorme rispetto al nostro. E poi proprio per il fatto che oggi è cresciuto il numero di consumatori, di informazione, e insieme a questo anche il livello di ricezione, è molto difficile promuovere una campagna di promozione perfetta.
D. Cambiando argomento, come vede Gianni Zonin il futuro del vino italiano, anche alla luce della riforma dell'OCM?
R. Sono molto ottimista anche perché tutti i mercati hanno degli alti e dei bassi. Serve solo di aspettare il momento dell'assestamento. Negli ultimi anni abbiamo visto la crescita esponenziale dei mercati dei paesi emergenti e il fiorire di migliaia di piccole e medie aziende che hanno rappresentato una sorta di riassetto forzato del mercato. Invece vorrei soffermarmi sulla riforma Ocm a mio avviso fondamentale soprattutto per alcuni aspetti grazie ai quali potrebbero livellarsi i sistemi di concorrenza in tutta Europa e nel mondo. Per esempio per quanto riguarda l'aggiunta di zuccheri. Intanto non trovo corretto che si possano aggiungere nel vino zuccheri non provenienti da uve, ma da barbabietole per esempio. E' assurdo e poco leale. Inoltre perché paesi come la Germania o la Spagna possono aggiungere zuccheri a partire da bassi gradi alcolici e altri no? Non va bene, il vino deve essere fatto in quanto prodotto naturale.
D. E sulle pratiche enologiche invece?
R. Secondo me si è esagerato molto, soprattutto in tema di trucioli, creando anche confusione. Io sono molto liberale e ritengo che ognuno debba essere libero di fare le proprie scelte. Non danneggiando gli altri però. In questo penso che non stia ai produttori singoli intervenire, ma ai politici. Abbiamo voluto i mercati aperti, ora però stiamo attenti con accordi politici a fare in modo che più o meno si equivalgano nelle regolamentazioni. E poi non dimentichiamoci che noi facciamo vino seguendo dei disciplinari. Allora starà ai vari Consorzi di tutela e a chi di dovere poter intervenire con forme rigide sui disciplinari stessi.
D. Invece come dovrà essere il vino del futuro? Tradizione o innovazione?
R. In Italia il vino è storia. Innovazione non deve essere intesa come stravolgimento della produzione. Innovazione deve voler dire sviluppo delle tecniche, delle conoscenze, non certo più facilità nel produrre il vino che invece è legato al territorio. A questo proposito io ribadisco il mio impegno a rivalutare l'autoctono perché è anche da questo che può riprendere il vino italiano.
D. Cosa piace al mercato italiano?
R. Al mercato italiano piace il vino italiano e quello autoctono in particolare. Continuiamo a fare grandi prodotti, legati al territorio e vedremo crescere ancora di più l'interesse per i nostri vini.
D. E a quello internazionale? A chi piacciono di più i nostri vini?
R. I mercati di riferimento sono i soliti con la differenza che anche lì sono arrivati i concorrenti emergenti. Se noi continueremo a offrire vini che rispecchiano la loro origine territoriale potremo concorrere senza problemi.
D. Domanda di rito: cosa bolle nel tino di Gianni Zonin?
R. Per il 2006 verrà inaugurata ufficialmente la cantina dell'azienda Rocca di Montemassi, in Maremma. Mentre nel 2007 il sottoscritto festeggerà le "nozze d'oro" con il vino italiano, 50 anni di attività. Troppo?
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