Alcuni distillati, più di altri, superano i confini del Paese d'origine e vengono prodotti praticamente in tutto il mondo. Tra questi possiamo indicare sia la vodka che il gin. Soprattutto il gin viene considerato il vero distillato internazionale non solamente perché è prodotto e bevuto in tutto il mondo ma anche per il fatto che i suoi ingredienti giungono dai quattro angoli della terra. Quando consumiamo il classico gin & tonic chiacchierando con gli amici, alla fine di una giornata afosa, stiamo degustando un drink internazionale.
Il gin è tra i più versatili distillati ed è consumato prevalentemente come base di long drink e cocktail. Contrariamente a quanto pensano molte persone, non nasce in Inghilterra ma vede le sue origini in Olanda dove è tuttora prodotto un distillato a base di acquavite, bacche di ginepro ed alcuni ingredienti botanici che prende il nome di "Genever". Fu creato verso la metà del XVI secolo da Silvius, medico e professore di Leida unitamente a Franciscus de la Boe, avendo inizialmente funzioni medicamentose per curare la cattiva digestione.
Ben presto fu apprezzato anche come bevanda alcolica e fu scoperto dai soldati britannici di stanza in Olanda durante la guerra dei trent'anni (1618-1648) che, seguendo l'esempio dei soldati olandesi, ne fecero largo uso prima delle cruenti battaglie. Al termine del conflitto, l'abitudine di bere questo distillato aromatico radicata tra i soldati britannici fu trasferita in Inghilterra dove la bevanda divenne popolare.. Con la salita al trono britannico di William III d'Orange (1689) le importazioni di vino, cognac ed altri distillati dalla nemica Francia si ridussero sensibilmente dando sviluppo al consumo del distillato che prese comunemente il nome di "Gin".
Principalmente a Londra iniziò la sua produzione, spesso rudimentale con pessimi risultati qualitativi. Nel 1743 in Inghilterra si producevano circa 70 milioni di litri per una popolazione di appena 6 milioni di abitanti, bambini compresi. E' facile immaginare in quale stato di alcolismo cronico doveva trovarsi una buona parte della popolazione meno abbiente che faceva largo uso di gin di bassissimo costo addolcito con miele per nascondere parzialmente la cattiva qualità del distillato. Ci furono, tuttavia, uomini che decisero di combattere questa piaga producendo gin di altissima qualità e di adeguato costo. Essi crearono un distillato secco che prese il nome di London Dry Gin.
I nomi di Robert e Daniel Booth distillatori dal 1742, Alexander Gordon dal 1769 ed in seguito Charles Tanqueray , James Burrough ed altri furono gli artefici di un cambiamento radicale nella produzione e nei consumi del distillato in questione . Il London dry gin indica la tipologia e non è più legato in alcun modo alla capitale britannica. Si può pertanto produrre questo tipo di bevanda ovunque nel mondo tanto è vero che dei nomi citati sopra Beefeater, creato da James Burrough, è il solo ancora oggi distillato a Londra mentre gli altri gin sono comunque prodotti in Gran Bretagna. L'unico gin che si avvale di una denominazione di origine protettiva è il "Plymouth" che porta il nome della città portuale sulla Manica dove è prodotto nella stessa distilleria dal 1793. Le migliori marche sono comunque gin internazionali prevalentemente provenienti dalla Gran Bretagna.
I migliori gin vengono prodotti per distillazione di alcol purissimo ed un infuso composto da bacche di ginepro e da alcuni ingredienti in base a ricette segrete oppure per estrazione tramite il vapore alcolico degli stessi elementi essenziali. Oltre alle bacche di ginepro, spesso provenienti dal centro Italia, indichiamo le radici di angelica e di iris, le scorze di arancia e di limone, i semi di coriandolo, le foglie di geranio, le mandorle, la cassia. Il gin è comunque prodotto in tutto il mondo raggiungendo in alcuni casi fama internazionale. Citiamo tra questi lo spagnolo Larios.
Abbiamo finora indicato i metodi di produzione classici, che portano ad un risultato eccellente, seguendo una metodologia accurata e costosa. Occorre tuttavia indicare che non sempre ci troviamo di fronte a gin qualitativamente validi. Vi sono stati numerosi esempi negli Stati Uniti durante il proibizionismo quando molto gin "casalingo" trovò larghe vie di sbocco nei cocktail creati appositamente per mascherare la pessima qualità del prodotto base. Di fatto ancora oggi vengono messi in commercio ovunque gin prodotti per infusione a freddo oppure aggiungendo all'alcol varie essenze. Sicuramente sono gin di prezzo limitato ma soprattutto di qualità inferiore.
Angelo Matteucci, sommelier, è considerato da molti fra i massimi esperti di tutto ciò che ruota attorno al mondo dei distillati e non...
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