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Gli additivi del vino, di Gianna Ferretti

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Molecole in fermento

Gli additivi del vino

di Gianna Ferretti

Do you really know what's in the wine you lift to your lips over dinner?

e' l'inquietantate interrogativo che si pone Gord Stimmel, wine critic. Nell'articolo ci guida tra enzimi, aromi, tannini,lieviti e numerosi altri additivi usati in enologia. Tutto da leggere.

Letto 11721 voltePermalink[3] commenti

3 Commenti

Inserito da Luigi Bellucci

il 31 luglio 2009 alle 00:58
#1
Scusami Gianna, tutto da leggere ... e da dimenticare. Perchè i modi di modificare il vino sono infiniti, come dice l'articolo, già dal tempo dei Romani e dei Greci. Oggi poi con la chimica si possono fare tutti gli intrugli che si vuole, ecc. ecc.
Cosa ne concludiamo? Beviamo solo acqua? e quella non ha problemi? Smettere di bere non si può e allora arriva il marketing che ci riempie di bibite zuccherate e altre schifezze!
Mi sembra solo terrorismo psicologico per persone fragili! Andiamo invece sulla strada di far capire alla gente come si riconsce un vino buono da uno "fasullo".
Come dice il proverbio: se do un pesce a uno che ha fame lo sazio per un giorno, se gli insegno a pescare lo sazio per tutta la vita!
Con affetto!

Inserito da Gianna Ferretti

il 31 luglio 2009 alle 08:21
#2
Ciao Luigi, è la questione già emersa in passato sull'uso di additivi vari durante la produzione di alcuni vini, additivi non dichiarati in etichetta perchè non ci sono obblighi. Nell'articolo non si parla solamente di coadiuvanti come enzimi, usati tra l'altro in tanti altri alimenti, ma di aromi e di tannini aggiunti, "ingredienti" che non è facile rilevare in laboratorio.

Inserito da Luca Montanari

il 08 gennaio 2010 alle 13:52
#3
C'è da dire a discolpa di chi fà il vino, che la nostra cara madre natura non è sempre cosi generosa con noi.infatti se vogliamo portare a casa dell'uva buona per fare del buon vino senza usare additivi,bisogna innaffiare le nostre viti con trattamenti di ogni gene che poi si andranno a riperquotere sull'ambiente,oppure(pratica nn ancora in uso)usare le tanto famose piante OGM,che possono resistere alle malattie naturalmente.
Esistono anche sistemi di lotta biologica(x mè i migliori),ma spesso hanno un costo e questo va a riperquotersi sulla bottiglia finita che poi grazie alle leggi del mercato rimane invenduta perchè costa troppo.Qui il problema è di garantire un giusto prezzo a chi produce vino.
Quando sarà garantita questa cosa,il nostro produttore nn vivrà più con la preoccupazione di fallire un annata,perchè avrà comunque i soldi per dare da mangire ai suoi figli e quindi non ricorrerà più ad attitivi nel vino.
Questo è come la penso io...
le critiche sono ben accette.
saluti a tutti.

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Docente di Biochimica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, dal 2003 curo Trashfood, il...

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