Nei nostri viaggi a caccia di nuove sensazioni vitivinicole, siamo
finiti in Svizzera, e precisamente nel Canton Vallese. Paesaggi
sontuosi, vitigni autoctoni, terroir diversificati e di qualità, oltre
a produttori appassionati, danno alla viticoltura Vallesana ottime
carte per giocare un ruolo di primo piano nel mondo vitivinicolo
internazionale. Dal ghiaccio del Rodano fino al Lago Lemano,
per 190 chilometri si estende il Canton Vallese. Il suo fiume
attraversa città come Leuk, Sierre, Sion, Vétroz, Fully, e poi
Martigny sino al lago, con un dislivello che parte dai 1100 metri
di Visperterminen, fino ad arrivare ai 400 m s.m.
I vigneti vallesani, parte integrante della Valle del Rodano,
beneficiano di un clima favorevole alla vigna, dove l'estate è
generalmente secca e arida di pioggie, mentre l'autunno è clemente e
segnato da grandi escursioni termiche, giorno/notte, favorevoli alla
sintesi delle composizioni aromatiche, ed alla maturazione dei
polifenoli, che sono alla base della struttura colorante dei vini
rossi. Le poche precipitazioni autunnali poi, consentono quasi ogni
anno di produrre degli ottimi vini passiti, più conosciute come
vendemmie tardive, capaci di competere con i migliori vini liquorosi
del mondo.
Con un terzo della superficie complessiva coltivato a vigneti, il che
corrisponde a 5'200 ettari di vigne, e una produzione annua di 50
milioni di litri di vino, il Vallese costituisce il più importante Cantone
vitivinicolo della Svizzera, oltre ad essere stato il primo Cantone ad
aver introdotto, nel 1990, la denominazione d'origine controllata
D.O.C. in tutta l'area vinicola. I disciplinari contengono regole molto
ristrette in materia di interventi sulla qualità e la tipicità dei vini, come
l'area di produzione, la limitazione delle rese, o il tenore del grado
zuccherino minimo. Da sottolineare quanto nel Cantone Vallese, ci
si attenga a criteri rigorosi la cui osservanza su tutto il territorio interessato,
è verificata con monitoraggi sistematici.
Poco più di un terzo dei vigneti internazionali vengono coltivati tra
frutteti, foreste e pascoli, in condizioni spesso estreme per quanto
riguarda altitudini e pendenze. A guardarli, questi piccoli
terrazzamenti detti " Tablars ", muri a secco accatastati uno sopra
l'altro, sembrano voler dare l'assalto alle vette innevate appena
sopra di loro. E che lavoro titanico hanno dovuto realizzare le generazioni
precedenti, per modellare la montagna in questo modo. Pensate che
messi tutti in fila questi muri si estenderebbero per più di 3.000
chilometri. Vere e proprie opere d'arte, i muri a secco sono diventati
parte integrante del patrimonio vallesano, indispensabili per la
stabilità del suolo e ottimo habitat per numerose specie animali e
vegetali. Vedere questi lavori ti da l'idea di quanta fatica occorra
per seguire le vigne, dove nella maggior parte dei casi il lavoro
viene fatto a mano, o al massimo, dove il terreno lo consente con dei
piccoli trattori, naturalmente tutto questo va ad influire sul prezzo,
facendo lievitare il costo del vino.
Abbiamo pensato di arricchire la conoscenza di questi prodotti ai
nostri lettori, quindi nel prossimo numero vi presenteremo i vitigni
più coltivati ed i vini più rappresentativi di questa regione della
Svizzera Francese, il Vallese. Vi racconteremo poi della degustazione
che effettueremo a Malcesine sul lago di Garda con i nostri sommelier.
Insomma non perdetevi il prossimo numero. E per qualsiasi informazione
vi invito a contattare: l'Interprofession de la Vigne et du Vin du Valais –
Avenue de la Gare 2, Conthey +41 27 345 40 80. www.lesvinsduvalais.ch
Come già anticipato eccovi la seconda parte dell' articolo in cui vi
presento i vitigni coltivati nel Canton Vallese, in Svizzera, e le
sorprese di certo non finiscono qui, visto che siamo riusciti ad
avere, per la nostra degustazione a Malcesine, sul Lago di Garda,
anche i Vini Liquorosi, tanto apprezzati dagli amanti del dolce
nettare
Il clima favorevole alla coltivazione della vigna e la presenza di
terroir fortemente diversificati, offrono ai vignaioli del Vallese la
possibilità di coltivare un gran numero di vitigni, e ben 49
beneficiano della Denominazione d'Origine Controllata Vallese, tra
questi, quelli autoctoni sono indubbiamente i favoriti. Il disciplinare
punta inoltre su un livello qualitativo superiore, il Gran Cru. Questa
categoria di vini è sottoposta ad esigenze qualitative ancora più elevate,
registrate in un regolamento comunale omologato dal Consiglio di Stato.
I pilastri più coltivati sono sempre Pinot Nero, Chasselas-Fendant e
Sylvaner-Johannisberg, il Dole, tradizionale assemblaggio vallesano di
Gamay e Pinot Nero, lo si trova in quasi tutte le cantine ed in tutte
le carte dei vini di ristoranti del cantone. E proprio negli ultimi anni
il panorama è cambiato ed i vitigni riscontrano un interesse maggiore.
Ecco allora la Petite Arvine, vino bianco secco, di grande eleganza un
bouquet espressivo di agrumi, glicine e rabarbaro cotto, ampio in
bocca. E' proprio il Petite Arvine approfittando delle ultime dolcezze
autunnali ed i primi freddi invernali, a dare origine a splendidi vini
liquorosi, facendosi vero ambasciatore di charme tra i vini bianchi
vallesani. Anche la varietà dell'Amigne è in aumento, ma resta piuttosto
localizzata nel comune di Vétroz, dove regna incontrastata star
locale. Il suo bouquet sviluppa una notevole gamma aromatica di
sentori, dal miele agli agrumi come il mandarino. L' Amine viene anche
trasformato con successo in vino dolce. Non possiamo poi non parlare
del Paien o Heida, nel Jura Francese si fa chiamare Savagnin Blanc, o
Traminer in Alsazia.
Questo vitigno lo troviamo quasi esclusivamente nell'Alto Vallese a
Visperterminen, ed ha ottenuto la fama internazionale di vigneto più
alto d'Europa. Su piccole terrazze, delimitate da alti muri a secco, il
vigneto supera in uno spazio ristretto ben 500 metri di dislivello. Qui
i vigneti sono orientatio verso sud, per catturare ogni raggio di sole, e poi,
fido alleato dei vignaioli, arriva il Fhoen che da sicuramente una
mano alla maturazione dell'uva. Sono deliziosi gli aromi ed i profumi,
come la noce e la nocciola, è fresco e vivace con una bella
persistenza. Da bere giovane entro i due o tre anni.
Tra i vini rossi, il Cornalin, chiamato "rouge du pays" o "Landroter"
nell'Alto Vallese, sta vivendo un sensibile sviluppo. Da origine ad un
vino particolare e possente, caratterizzato da tannini vellutati. Può
essere anche affinato in barrique ed a volte lo troviamo in cuvée con
altri rossi di grande spessore, per la gioia degli appassionati del
buon bere. Vero tesoro del patrimonio ampelografico Vallesano, il
Cornalin può vantarsi di essere uno dei vitigni tra i più "vecchi" del
cantone già menzionato con il nome di " Neyrum " negli scritti datati
1313, deve alla sua aristocrazia il ritorno sulla scena. Veste di riflessi
violacei, ed offre un bouquet deliziosamente complesso. Vivace come
un vino giovane deve essere, ma superbo, che le annate trasformano
in finezza antologica.
I Bianchi liquorosi
Soltanto alcuni terroir privilegiati riuniscono in Europa le condizioni
climatiche indispensabili allo sviluppo di uve che daranno
vini liquorosi, bene, il Vallese è uno di questi. La colpa è di una
muffa nobile la Botrite Cinerea, che sviluppandosi provoca una
concentrazione di zuccheri e aromi davvero unici. I vini ottenuti
saranno allora caratterizzati da una straordinaria complessità di
sapori. Ed è proprio nelle grandi annate che Petite Arvine, Ermitage,
il Johannisberg, l'Amigne, Paien o la Malvoisie, vinificate in queste
condizioni, danno risultati eccezzionali.
Nel 1996, alcuni produttori, si sono raggruppati ed hanno creato la
Charte Grain Noble ConfidenCiel, desiderosi di veder perdurare la
tradizione di grandi vini liquorosi, di ceppi Vallesani. I produttori
hanno sottoscritto un disciplinare molto rigido dove tutti i membri
della Charte, accettano di usare una selezione di uve della migliore
area di denominazione. Le vigne devono avere almeno da 15 anni al
momento della vendemmia ed il grado zuccherino naturale deve superare
i 130° oechslé. Il vino ottenuto deve maturare e affinare in barrique
almeno 12 mesi. Ma il prodotto prima di essere immesso sul mercato
dovrà passare una degustazione interna all'Associazione. Soltanto
allora potremo trovarlo sugli scaffali delle enoteche o nelle Cantine.
Abbiamo a che fare con appassionati, amanti del Buon Bere, che vale la
pena conocere, sia in una delle molteplici manifestazioni vitivinicole
nel corso dell'anno, sia individualmente nelle loro cantine o nelle
taverne proprio sotto casa. Sicuramente sarà l'occasione per
trascorrere un momento indimenticabile per degustare i vini e per
conoscere questa gente, che attaccata alle loro vigne per tutto
l'anno, coltiva con entusiasmo, orgoglio, passione e fatica, questa
terra "Baciata dagli Dei". Il modo migliore per scoprire i vigneti del
Vallese, è quello di imboccare il nuovo "chemin du vignoble" la strada
del vino per intenderci.
Questo sentiero si estende su 50 chilometri, da Martigny a
Leuk, attraversando 24 comuni. Possiamo percorrerlo a piedi, in
bicicletta, in macchina o anche in bus, sono stati creati infatti tre
itinerari diversi, ben segnalati e percorribili in ogni periodo
dell'anno. A proposito di degustazioni vi informo che non più tardi
del mese di Aprile, un gruppo di amici viticoltori, accompagnati dallo staff
dell'Interprofession de la Vigne et du Vin du Valais, saranno a
Malcesine sul lago di Garda per una degustazione dei loro vini
all'Hotel Olivi. La degustazione sarà effettuata da una delegazione di
Sommeliers e degustatori lombardi, per sottolineare ancora una volta
il legame che ci unisce alla terra del Buon Vino, il Vallese.
E per qualsiasi informazione vi invito a contattare: l'Interprofession de
la Vigne et du Vin du Valais – Avenue de la Gare 2, Conthey +41 27 345 40 80
www.vinsduvalais.ch
Sommelier Professionista e membro della Commissione di Selezione Vini in qualità di esperto per la Camera di Commercio, oggi ValorItalia...
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