E finalmente sta per arrivare, è la DOCG Erbaluce di Caluso, già DOC dal 1967. Ci sono voluti circa quarant’anni di lavoro in vigna e sulla qualità, per avere questi risultati eccellenti, che sono stati sottolineati dai diversi premi e dalle Menzioni, ottenuti con il duro lavoro di quanti hanno sempre creduto nel concetto di cernita vendemmiale. Cresce nella zona del Canavese, si estende da Torino a Vercelli, è coltivato da Carema alla Valle d’Aosta, dove i vitigni più conosciuti sono quelli del Nebbiolo, ma in queste zolle di terra, lasciano spazio all’Erbaluce di Caluso. Sono due i fattori che più influiscono e che permettono una coltivazione tradizionalmente importante di quest’ uva, il territorio collinare formato da dolci saliscendi, il cui terreno è costituito da sabbia argillosa e ciottolato, ed il clima particolarmente mite con punte che vanno dai 13 ai 25 gradi in pieno agosto, momento cruciale per la maturazione dell’uva.
E così si diceva che l’Erbaluce, è uno dei vitigni piemontesi ricordato da tempo relativamente antico, infatti già in quella curiosa operetta apparsa in Torino nel 1606 con il titolo “l’eccellenza e la diversità dei vini che nelle colline di Torino si fanno”, il gioielliere di Sua Altezza il Duca Carlo Emanuele I, certo G.B.Croce, ricordava che fra le uve bianche l’Erbalus, cosiddetta perché dava l’idea della luce all’alba che biancheggiando risplende, era atta a dar vini buoni et stomacali. Inoltre in tutta la zona questo vitigno è conosciuto con il nome di Greco Bianco novarese, o meglio ancora, semplicemente Greco, a sostenerlo già nel lontano 1877 sono sia il Di Rovasenda, ma anche il Molon, discostandosi dall’Erbaluce soltanto per alcune lievi differenze, ma tant’è. E tornando ai giorni nostri, ci rendiamo conto di quanta storia c’è dentro a quest’uva che come già detto avrà la G di Garantita fra non più di due mesi.
A battesimo della DOCG, ci sarà il Presidente del Consorzio per la tutela dell’Erbaluce Sergio Dezzutto, che insieme a tutti i soci hanno veramente lavorato duro in questi anni per dare lustro a questo vitigno, in un territorio nemmeno poi tanto vasto. Proprio ciò che abbiamo sottolineato in occasione della Vinitaly con l’enologo G.Luigi Orsolani, anche lui coinvolto insieme agli altri produttori del consorzio in questo lavoro. Saranno tre le tipologie di vini dedicate a quest’uva arrostita dal sole, così ci suggeriscono, l’Erbaluce secco, Erbaluce Spumante, e Erbaluce Passito. Prodotti che sicuramente esprimono, seppur in maniera diversa, le caratteristiche dell’uva, con profumi eleganti e lievi, sottolineati da una buona acidità e freschezza, che renderanno piacevole la beva. E sarà l’inizio di una competizione che porterà l’Erbaluce di Caluso a confrontarsi con gli altri vini bianchi piemontesi come il Roero, e quel bianco di Gavi.
Fonte news: Renato Rovetta
Sommelier Professionista e membro della Commissione di Selezione Vini in qualità di esperto per la Camera di Commercio, oggi ValorItalia...
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