Caro amico lettore, prima di iniziare la lettura di questo post fai partire questa canzone.
È stato presentato la settimana scorsa a Milano il nuovo cucchiaio.it.
Un vero meltin pot cultural gastromico, nato dalla fusione dell’archivio di ricette del Cucchiaio d’Argento e dal blog Appunti digola. Non mi dilungherò sul nuovo progetto in sè, in quanto professionalmente direttamente coinvolto, ma proverò a fare una piccola disamina sulle conseguenze. Due mi paiono i punti salienti, anche se non sono immediatamente evidenti. Perché la nascita di cucchiaio.it sta alzando, e di parecchio, alcune asticelle ferme ormai da anni.
Punto uno: è il primo progetto serio, strutturato e ambizioso con alle spalle una corazzata come l’editrice Domus. Sua la proprietà del ricettario del Cucchiaio, suo Quattroruote, suo Meridiani. La prima casa editrice che ha deciso di mettere tempo, fatica e soldi in un progetto editoriale on line dedicato all’enogastronomia. Non che gli esempi di portali/blog seguiti e ben fatti manchino (pensiamo, ad esempio, a Dissapore, alla Gazzetta Gastronomica, a Luciano Pignataro), ma mai prima d’ora le spalle erano state così larghe. Cosa vuol dire questo? Vuol dire una struttura dedicata, una redazione, un responsabile, una rete di agenti sul territorio a caccia di pubblicità.
Secondo punto: scatta il panico fra gli uffici stampa più tradizionali e tradizionalisti. Cucchiaio.it non è e non sarà una testata registrata. Sarà un sito, un portale, un blog. Ma non una testata registrata in tribunale. E il suo responsabile Stefano Caffarri non è un giornalista. E a dirla tutta nemmeno i collaboratori sono giornalisti iscritti all’albo, tanto meno il sottoscritto. Avranno il coraggio manifestazioni come Vinitaly di rifiutare l’accredito ai collaboratori? Avrà ancora un senso la sciocca e consunta divisione fra giornalisti e blogger? Passeremo finalmente a un criterio meritocratico e non più burocratico di assegnazione di pass e inviti ad eventi?
Vedremo. Nel frattempo, in bocca al lupo amici del #cucchiaio. E in bocca al lupo Caf.
Davide Cocco nasce nel 1974 a Valdagno, all’ombra dello stabilificio Marzotto. È figlio, come molti suoi coetanei, della crisi...
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Inserito da Maria Grazia Melegari
il 28 settembre 2012 alle 07:44Non si tratta tanto ( o solo) del problema del pass a Vinitaly. La sciocca e consunta distinzione tra giornalisti e blogger ha ancora spazio, eccome, se questi ultimi scrivono a gtatis. Vedi un po' qui http://www.webnews.it/2012/09/27/huffington-post-ora-il-giornalismo-e-nudo/
Un augurio per il progetto, of course!