Questa è la storia di un territorio e di un vitigno particolarmente vocato, il cui legame rischia di finire perché nessuno è più disposto a prendersene cura.
Questa storia è iniziata molto tempo fa quando i contadini proprietari di piccoli appezzamenti di terreno traevano col duro lavoro il proprio sostentamento e c’era bisogno di un vitigno che si adattasse bene alle altitudini non eccessive ma condizionate da una insufficiente esposizione ed insolazione, alle escursioni termiche elevate e alla elevata umidità.
Ho pensato che se anche solo qualcuno avesse letto queste parole, avrei in parte tolto dall’anonimato la storia di questo sconosciuto territorio ma soprattutto di tutte quelle persone che hanno lavorato la terra, animate dalla passione per essa e per il vino.
La superficie vitata della Calabria è passata dai 50 mila ettari degli anni 50 ai 10/12 mila ettari attuali anche se c’è una certa ripresa che riguarda soprattutto le grosse aziende produttrici. Questo tragico abbandono è dovuto in gran parte alle politiche delle incentivazioni per l’estirpazione dei vigneti ed in parte anche all’abbandono spontaneo da parte dei viticoltori delle ultime generazioni.
Questo lungo e costante periodo di abbandono che ha caratterizzato la recente storia della nostra viticoltura, non ha consentito nonostante le iniziative da parte di enti di ricerca ed appassionati, di catalogare adeguatamente i principali vitigni tradizionalmente coltivati, molti dei quali non risultano nemmeno iscritti al registro nazionale delle varietà di viti, oppure lo sono a volte con errate sinonimie.
40 mila ettari circa di superficie vitata in meno, una volta in mano ai piccoli produttori, quelli che facevano vino per autoconsumo, e lasciati in balia del tempo e della natura hanno contribuito al dissesto idrogeologico ulteriormente aggravato in una regione già per sua natura a rischio. Ma questa è un’altra storia.
Qualche settimana fa una zia di mia moglie ormai avanti negli anni, non potendo più badare alla sua piccola vigna (circa 1000 viti) mi chiese se avessi potuto prendermene cura; mi disse che si sarebbe accontentata di bere anche solo qualche bottiglia di quel vino, pur di non vederla abbandonata ed incolta.
Come tirarsi indietro di fronte a tutto ciò? Le ho detto quindi di sì per non lasciare al nulla un altro piccolo pezzo di quel territorio particolarmente vocato per questo tipo di vitigno il cui nome si conosce con il nome dialettale di GAROCCIULAME e di cui cercherò in seguito di avere notizie più dettagliate.
Questo vitigno ha trovato il suo habitat ideale in questo particolare territorio tra i 400 e i 550 di altitudine s.l.m. a ridosso di alcune vallate chiuse da due monti ai cui piedi scorre un piccolo fiume.
Il vigneto si trova precisamente tra il comune di Cropalati e Destro che è una frazione di Longobucco, in provincia di Cosenza.
Le particolari condizioni pedoclimatiche del luogo, (San Biagio, Serra del Destro, Malena) sembrano aver creato le condizioni ideali per la crescita e produzione di questa particolare vite da vino, dalle produzioni molto generose e di buona resistenza alle malattie.
I numerosi tentativi da parte dei contadini di fare crescere altre specie di vitigni, sono sfociati quasi tutti in un reinnesto con la vite autoctona.
Le nuove generazioni purtroppo non sono interessate a tutto questo e quindi si continuano a perdere pezzi importanti della nostra cultura e tradizioni vitivinicole.
Penso che le numerose risorse del nostro territorio debbano essere seriamente rivalutate da tutti, nessuno escluso.
Ho pensato così di prendermi cura di questa piccola vigna, non solo per la passione che mi lega a essa, ma anche per il profondo rispetto che provo per tutto ciò.
In questi giorni abbiamo iniziato a potare, nella foto si vede l’allevamento della vite ad alberello molto basso tipico del posto. Altitudine 500 m.s.l.m. circa, esposizione sud ovest
Spero di potervi raccontare presto le altre evoluzioni dei lavori in vigna .
Emilio Simone
Cliccando sull'immagine si apre uno slideshow di alcune foto scattate da Emilio Simone nel suo Vigneto
Garagista microproduttore con la passione per il vino e per la terra. Fin dalla prima infanzia e dove arriva la mia memoria c'e' sempre il...
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Inserito da Luca Risso
il 15 gennaio 2011 alle 11:12Ma sei già riuscito a vinificare quell'uva nel 2010? Ci farai assaggiare qualche cosa?
:-)
Luk