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Home > Autori > Vino > Vino in garage

Vino in garage

Una Vigna da accudire

di Emilio Simone

MappaArticolo georeferenziato

Questa è la storia di un territorio e di un vitigno particolarmente vocato, il cui legame rischia di finire perché nessuno è più disposto a prendersene cura.

Questa storia è iniziata molto tempo fa quando i contadini proprietari di piccoli appezzamenti di terreno traevano col duro lavoro il proprio sostentamento e c’era bisogno di un vitigno che si adattasse bene alle altitudini non eccessive ma condizionate da una insufficiente esposizione ed insolazione, alle escursioni termiche elevate e alla elevata umidità.

Ho pensato che se anche solo qualcuno avesse letto queste parole, avrei in parte tolto dall’anonimato la storia di questo sconosciuto territorio ma soprattutto di tutte quelle persone che hanno lavorato la terra, animate dalla passione per essa e per il vino.

La superficie vitata della Calabria è passata dai 50 mila ettari degli anni 50 ai 10/12 mila ettari attuali anche se c’è una certa ripresa che riguarda soprattutto le grosse aziende produttrici. Questo tragico abbandono è dovuto in gran parte alle politiche delle incentivazioni per l’estirpazione dei vigneti ed in parte anche all’abbandono spontaneo da parte dei viticoltori delle ultime generazioni.

Questo lungo e costante periodo di abbandono che ha caratterizzato la recente storia della nostra viticoltura, non ha consentito nonostante le iniziative da parte di enti di ricerca ed appassionati, di catalogare adeguatamente i principali vitigni tradizionalmente coltivati, molti dei quali non risultano nemmeno iscritti al registro nazionale delle varietà di viti, oppure lo sono a volte con errate sinonimie.

40 mila ettari circa di superficie vitata in meno, una volta in mano ai piccoli produttori, quelli che facevano vino per autoconsumo, e lasciati in balia del tempo e della natura hanno contribuito al dissesto idrogeologico ulteriormente aggravato in una regione già per sua natura a rischio. Ma questa è un’altra storia.

Qualche settimana fa una zia di mia moglie ormai avanti negli anni, non potendo più badare alla sua piccola vigna (circa 1000 viti) mi chiese se avessi potuto prendermene cura; mi disse che si sarebbe accontentata di bere anche solo qualche bottiglia di quel vino, pur di non vederla abbandonata ed incolta.

Come tirarsi indietro di fronte a tutto ciò? Le ho detto quindi di sì per non lasciare al nulla un altro piccolo pezzo di quel territorio particolarmente vocato per questo tipo di vitigno il cui nome si conosce con il nome dialettale di GAROCCIULAME e di cui cercherò in seguito di avere notizie più dettagliate.
Questo vitigno ha trovato il suo habitat ideale in questo particolare territorio tra i 400 e i 550 di altitudine s.l.m. a ridosso di alcune vallate chiuse da due monti ai cui piedi scorre un piccolo fiume.

Il vigneto si trova precisamente tra il comune di Cropalati e Destro che è una frazione di Longobucco, in provincia di Cosenza.

Le particolari condizioni pedoclimatiche del luogo, (San Biagio, Serra del Destro, Malena) sembrano aver creato le condizioni ideali per la crescita e produzione di questa particolare vite da vino, dalle produzioni molto generose e di buona resistenza alle malattie.
I numerosi tentativi da parte dei contadini di fare crescere altre specie di vitigni, sono sfociati quasi tutti in un reinnesto con la vite autoctona.
Le nuove generazioni purtroppo non sono interessate a tutto questo e quindi si continuano a perdere pezzi importanti della nostra cultura e tradizioni vitivinicole.

Penso che le numerose risorse del nostro territorio debbano essere seriamente rivalutate da tutti, nessuno escluso.
Ho pensato così di prendermi cura di questa piccola vigna, non solo per la passione che mi lega a essa, ma anche per il profondo rispetto che provo per tutto ciò.

In questi giorni abbiamo iniziato a potare, nella foto si vede l’allevamento della vite ad alberello molto basso tipico del posto. Altitudine 500 m.s.l.m. circa, esposizione sud ovest

Spero di potervi raccontare presto le altre evoluzioni dei lavori in vigna .

Emilio Simone



veduta dall'alto della vigna

Cliccando sull'immagine si apre uno slideshow di alcune foto scattate da Emilio Simone nel suo Vigneto



Letto 12754 voltePermalink[26] commenti

26 Commenti

Inserito da Luca Risso

il 15 gennaio 2011 alle 11:12
#1
@Simone
Ma sei già riuscito a vinificare quell'uva nel 2010? Ci farai assaggiare qualche cosa?
:-)
Luk

Inserito da Emilio Simone

il 15 gennaio 2011 alle 18:59
#2
Il 2011 sarà il primo anno di vinificazione per cui ci sarà da aspettare un bel pò, ma quando arriverà il momento il vostro giudizio sarà per me indispensabile. Per il momento seguiremo insieme le varie fasi di lavori e per ultimo di vinificazione e poi chiunque lo vorrà e a tutti gli amici di vino in garage un assaggio è il minimo dovuto :-)

Ciao Emilio

Inserito da Demetrio Arcudi

il 19 gennaio 2011 alle 19:02
#3
Hai perfettamente ragione carissimo Emilio...
Purtroppo al giorno d'oggi le nostre vecchie care tradizioni non le segue più nessuno...
Mio Nonno faceva il vino ed era sempre una gioia ...quando è venuto a mancare nessun altro ha preso il suo posto...io poi ho dovuto lasciare la mia città e quindi oggi a casa dei miei il vino lo si compra o al supermercato o alle bancarelle dei mercatini sui prodotti tipici...
che tristezza...
Dobbiamo comunque trovare un modo per far si che le nostre tradizioni vengano non solo nuovamente rivalutate ma, cosa ancor più importante e difficile, tramandate ai nostri figli ...
e poi non perchè sei tu o per avere uno sconto :) ma assaggiando il tuo vino lo senti davvero l'impegno e la passione del vinificatore...
Mi metto in lista per il nuovo anno per assaggiare il vino di quella vigna che nelle tue mani d'oro darà sicuramente buoni frutti e ottimo vino!
Demy

Inserito da Emilio Simone

il 19 gennaio 2011 alle 22:44
#4
Ciao Demetrio,

naturalmente condivido tutto quello che dici sulle tradizioni..

Sei il secondo in lista per l'assaggio del vino di questa vigna. Proprio oggi ci ho fatto un salto, abbiamo ormai finito di potare ( io e mio padre) e c'è ancora qualche tralcio da toglire che è rimasto nei filari. Continua a seguirci...

Ciao e a presto

Inserito da Demetrio Arcudi

il 20 gennaio 2011 alle 00:09
#5

Hai detto una cosa tra le righe ma molto importante..
Hai detto: abbiamo ormai finito di potare (io e mio padre...)...
Non sarebbe bello se un giorno queste tue stesse parole le dicesse tuo figlio?
solo così , solo tramandando il nostro sapere e perchè no anche i nostri piccoli trucchi, solo così le nuove generazioni impareranno ad amare di più la nostra terra...
Il terreno della vigna di tua zia lo hai già analizzato?
ciao!

Inserito da Emilio Simone

il 20 gennaio 2011 alle 18:52
#6
Demetrio

Penso di essere in perfetta sintonia con il tuo pensiero, ed è proprio quello che vorrei succedesse.
Non ho ancora fatto le analisi al terreno, le farò più avanti ad occhio sembra un pò carente in sostanza organica.

Inserito da Demetrio Arcudi

il 20 gennaio 2011 alle 20:14
#7
Ad occhio dici?

scusa la mia ignoranza ma se io vedo un terreno posso capire se è umido o secco al massimo....come fai a capire "ad occhio" che manca di qualcosa?
Ma in questo forum si lurka e basta?
Forza ragazzi voglio conoscere pure il vostro parere sull'articolo del mio Carissimo amico Emilio!!!

Inserito da Giuseppe De Luca

il 20 gennaio 2011 alle 22:48
#8
Ciao, vi posso assicurare che la vigna che accudisce Simone (con tanto amore e dedizione)è molto valida ed è stata piantata e coltivata da una persona che AMAVA tantissimo quella terra e che purtroppo non può più fare da molto tempo. Anche io x molto tempo ho coltivato quella vigna e vi assicuro che non ero mai stanco...L'amore x quella terra mi ha suggerito le suddette parole... a presto e buon lavoro a tutti....

Inserito da Massimo Scanferla

il 21 gennaio 2011 alle 09:31
#9
Ciao a tutti. Qui a Venezia è ancora troppo freddo per potare, se ne parla il prossimo mese. Facevo una considerazione tra me e me che ci sono delle belle differenze nella nostra attività se paragonata tra nord e sud. Mi riferisco sia alla coltivazione, visti i 1000 metri di distanza (differenze di temperatura, clima, terreni, ecc...), sia alla vinoficazione, visto che le uve arrivano in cantina (da noi in garage) con caratteristiche di maturazione diverse. Per questo credo che quando ci confrontiamo su queste rubriche, le stesse considerazioni non siano sempre efficaci per tutti.
Solo una riflessione personale...
Ciao

Inserito da Luca Risso

il 21 gennaio 2011 alle 09:39
#10
@Massimo
Infatti, è bello sentire tante voci.
Luk

Inserito da Demetrio Arcudi

il 21 gennaio 2011 alle 10:29
#11
Giusto!
questo volevo !
Confrontare le nostre esperienze!
Sono d'accordo che tra Nord e Sud ci sono differenze abissali in primis il clima eppure il risultato finale è sempre un vino più o meno buono..
Forza ragazzi confrontiamo le nostre esperienze, a partire da quello che ha detto Massimo
Ciao!

Inserito da Angelo Mignosa

il 21 gennaio 2011 alle 18:19
#12
Emilio,
metti da parte una bottiglia anche per me..

forse mi sbaglio ma dalle foto mi sembra di vedere anche dei fili tra un palo di sostegno e l'altro. Non credevo fosse necessario con l'allevamento ad alberello.
Forse perchè si tratta di una zona ventosa ? Confermi esserci anche i fili di sostegno ?

ciao

Inserito da Emilio Simone

il 21 gennaio 2011 alle 19:39
#13
@ Angelo

OK per la bottiglia.

In questa vigna si vede la palizzata molto molto vecchia ma non ci sono fili tra un palo di sostegno e l'altro. So di certo che una volta ne era però munita.

Anche se l'allevamento è ad alberello almeno un filo metallico tra i pali e lungo i filari può garantire un certo ordine quando i tralci crescono , si fanno allungare intorno al filo.
La mia vigna ne è da sempre munita e devo dire che un solo filo è necessario.
Non eseguo la cimatura dei germogli ma solo le classiche operazioni di spollonatura, scacchiatura e sfemminellatura.

A questa vigna invece lascio le cose così come stanno.


Inserito da Michele

il 01 febbraio 2011 alle 22:27
#14
Ciao Luca, Simone e a tutti.
Domenica scorsa ho travasato la mia damigiana da 54 lt.di sangiovese dopo quasi 2 mesi di riposo al freddo.
Purtroppo all'assaggio il mio vino e' risultato poco differente rispetto a prima del riposo invernale, cioe' ancora eccessivamente aspro e spigoloso.
Vi ricordo che nel mese di Novembre ho anche tentato di fare avvenire la FML inoculando i batteri e ponendo il tino nel locale caldaia, ma senza successo.
Ora il vino e' nel tino di inox con coperchio a camera d'aria.
A questo punto potrei procedere cosi':
potrei lasciare riposare il vino per un'altro mese, dopodiche' potrei prelevare un campione per farlo analizzare.
In seguito potrei effettuare una chiarifica e di seguito un'altro travaso, che poi sarebbe l'ultimo prima dell'imbottigliamento , che a questo punto slitterebbe molto avanti.
L'alternativa potrebbe essere, dopo aver fatto analizzare un campione, farsi dare dei correttivi dall'enologo..

Voi che ne pensate?Che consigli vi sentireste di darmi?
Grazie
Michele

Inserito da Luca Risso

il 02 febbraio 2011 alle 06:45
#15
Ciao Michele
Lo avrai fatto senz'altro, ma hai lasciato scaldare e ossigenare bene il vino nel bicchiere? Attento a non strapazzare troppo quel vino. Oramai con i travasi bisogna andare molto cauti.
Luk

Inserito da Michele

il 02 febbraio 2011 alle 14:51
#16
Certamente,ho spillato una piccola quantita' in un calice e assaggiato piu' volte nell'arco di una mezz'ora..
Quindi mi consigli di lasciare perdere chiarifiche e travasi e aspettare un paio di mesi prima di imbottigliare?

Inserito da Emilio Simone

il 02 febbraio 2011 alle 17:34
#17
Ciao Michele

Se non mi sbaglio nel post di Luca "A che punto siamo?" eri rimasto colpito in positivo del vino che avevi appena riposto nella damigiana, il quale risultava non essere particolarmente aggressivo ed anche abbastanza evoluto dal punto di vista olfattivo.

Inserito da Luca Risso

il 02 febbraio 2011 alle 17:46
#18
@Michele
Non posso giudicare a priori, ma forse si, farei così.
Luk

Inserito da Michele

il 02 febbraio 2011 alle 20:27
#19
@Emilio:
Hai osservato bene..in effetti quel giorno avevo spillato 2 campioni da assaggiare:
Quello preso dal rubinetto del tino era piu' velato e dal sapore aggressivo.
Quello invece raccolto col bicchiere dalla superficie era pulito e si presentava piu' rotondo al gusto.(..anche per questo ho pensato che una chiarifica arrotondasse 1 po' il gusto..)
Ero rimasto colpito positivamente nel senso che, per essere un vino che doveva ancora affrontare il riposo invernale,era gia' sulla buona strada.. Ma da allora non si e' piu' mosso da li', anzi, quello che ho pescato con la gomma dalla damigiana domenica scorsa mi sembrava addirittura un filino piu' ruvido

Inserito da Angelo Mignosa

il 07 febbraio 2011 alle 12:24
#20
Michele,

se può essere utile... ogni volta che assaggio il mio vino mi sembra sempre diverso.
A volte migliore dell'assaggio precedente, altre così peggiorato che mi cambia l'umore per i giorni successivi.
Credo che molto dipenda, come suggerito da Luk, dalla temperatura e aggiungo dalla pressione in quanto basta un po' di feccia in sospensione a causa della minor pressione per cambiare la percezione gustativa.
Consiglio pertanto di replicare gli assaggi a parità di condizione, io ad esempio ormai adotto il sistema di spillare dal tino mezzo litro, lo porto in casa, lo lascio riposare, portare a temperatura ambiente per qualche ora e poi assaggio.
ciao




Inserito da Sandro Pileri

il 07 febbraio 2011 alle 17:46
#21
Un saluto a tutti, sono nuovo della vostra rubrica, seguendo l'articolo sulla "Vigna da accudire" non posso far altro che riscontrare le stesse cose dalle mie parti in Sardegna, dove vivo. Purtroppo molte vigne sono state espiantate, e molte abbandonate, i ragazzi di oggi non hanno nessun interesse, una totale demotivazione.
Forse per i costi troppo alti da sostenere se si vuole diventare produttori. Da molte interviste fatte, per lo più anziani della mia zona, ....ormai non conviene più lavorare la vigna, così la maggior parte mi risponde.
Vi posso dire che da parte mia, invece, mi sto interessando al recupero di qualche vigneto, per poi passare alla produzione. Ancora la strada è lontana perciò ho deciso di seguirvi per capire sempre più di questa materia.
Saluti
Sandro

Inserito da Michele

il 07 febbraio 2011 alle 22:23
#22
@Angelo
Grazie, credo che seguiro' il tuo metodo.
Presto rifaro' analizzare un campione..

@Luca
Seguiro' anche il tuo di consiglio e non strapazzero' ulteriormente il mio vino..
Infatti ho esposto il tino al freddo, nel garage esterno e li' lo lascero' fino all'imbottigliamento.

Ps. stasera, dopo un brusco calo delle temperature, ho trovato una discreta quantita' di vino che era fuoriuscita dalla valvola di sfiato, e l'ho asciugata.
E' grave?
Considerazione: ero convinto che la massa del vino si dilatasse solo col caldo e viceversa calasse di volume col freddo.. che ne pensate?

Inserito da Luca Risso

il 08 febbraio 2011 alle 07:02
#23
@Michele
Non è grave michele, la valvola è lì per quello.
La causa in questo caso non credo sia la dilatazione termica del vino, ma forse il ritorno elastico di qualche deformazione del coperchio a causa della diminuzione della pressione della camera d'aria -ipotizzo- o una sua deformazione per il freddo.
Luk

Inserito da Emilio Simone

il 08 febbraio 2011 alle 13:37
#24
@ Michele

Se rifarai gli esami al tuo vino, sempre se puoi, metti anche l'acido malico.
A fronte del fatto che tu avevi a suo tempo inoculato i batteri lattici.

Per valori uguali o inferiori a 30 mg/litro la malolattica è completata.

valori maggiori ti possono suggerire se non si è ancora completata, o se non è proprio iniziata.

@ Sandro

condivido il tuo interessamento al recupero dei vigneti. Buon lavoro.


Inserito da Emilio Simone

il 09 febbraio 2011 alle 17:40
#25
Luca,

A quanto pare alla seconda edizione del GWC parteciperanno anche i garagisti d'oltremare di NY e Florida. :-))

Inserito da Luca Risso

il 09 febbraio 2011 alle 20:31
#26
Giassai! ;-)
Luk

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