Il teorema della leggerezza
Sarà la voglia di fuga, sarà la crisi economica che ci presenta un futuro più incerto e ci alleggerisce le tasche, ma il vento sembra girare e l'oroscopo enogastronomico votarsi al segno dell'aria.
Era iniziato tutto qualche anno fa, con la proposta dei vini dealcolati, mai decollata per la verità. Ma questa è stata la prima avvisaglia: una "leggerezza" fine a se stessa. Poi è arrivato il successo dei nostri vini con le bollicine (e cosa c'è di più etereo di una bolla?), dall'Asti al Prosecco, sempre più presenti all'aperitivi e veri e propri alfieri del made in Italy nel mondo, anche grazie a una qualità che ha raggiunto vertici di eccellenza. E questa è la seconda fase: la leggerezza dell'essere (buoni).
A Vinitaly invece è stata presentata una nuova ricerca sui giovani e il vino ed è venuto fuori che gli under 35, vero motore della ripresa dei consumi, preferiscono i vini a basso contenuto alcolico. Sempre a Vinitaly scorgo di passaggio l'intervista a un barolista che spiega come, grazie a un'acidità ben armonizzata, non sia più necessario attendere dieci anni per bere un Barolo. Insomma un grande rosso, meno spigoloso, ma che - magari - può entrare nel novero dei vini da trentacinquenni. Insomma, se non leggero nella gradazione, almeno non troppo impegnativo per il palato, quasi di pronta beva (per quanto permesso dal Barolo). Intanto anche le grappe si sono destagionalizzate, con aromatizzazioni e versioni liquorose: insomma meno alcol, più leggerezza, per avvicinare tutti i palati.
Vogliamo poi metterci, tanto per passare all'altro lato del mondo (la cucina) le nuove tendenze del Salone del Mobile, con strutture sempre più leggere? Oppure parlare degli chef più in voga del momento che preferiscono utilizzare erbe e licheni? Chiudiamo con il progetto del ministro Balduzzi che entro i prossimi due anni ha pensato di mettere a dieta le merendine. Che dovranno avere meno grassi e pesare di meno. Insomma essere più leggere.
Tante piccole avvisaglie, argomenti distanti, ma accomunati da un unico termine: "leggero". Che sia questo il termine, con cui tutti dovremo confrontarci nei prossimi anni?
Inserito da Rinaldo Marcaccio
il 07 maggio 2012 alle 15:41Credo per lo meno che siano auspicabili maggiori attenzione, controlli e disciplina, sulla materia della "sostenibilità" alimentare.
Sul vino però, bisogna andarci con cautela a mio parere, perchè da sempre una delle unità di misura della qualità è proprio il tenore alcolico. Si potrebbe cioè rischiare di snaturare il prodotto, sottoponendolo a troppi artifizi.
Direi che i vini a basso tenore alcolico sono più graditi per una certa fascia di utenti, ma senz'altro meno, dalla fascia di utenza più matura anche anagraficamente.