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Coupon marketing: gli errori che un ristoratore non dovrebbe commettere, di Alessandro Ricci

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Buridda Clandestina

Coupon marketing: gli errori che un ristoratore non dovrebbe commettere

di Alessandro Ricci

Lo confesso. Mi è capitato. Sono andato a cena al ristorante utilizzando un buono Groupon. Sono caduto nelle grinfie di una di quelle offerte da antipasto – primo – secondo e calice di vino a 39 euro. La coppia. Lo so, sono prezzi che quasi la mensa aziendale fatica a garantire. Però, cari ristoratori, siete voi a proporli, e avrete ben qualche motivazione recondita. O lo fate soltanto per tarlupinare chi vuol provare l'ebbrezza dello sconto al 75%?

Partiamo da una premessa. Se sfruttato bene, il coupon marketing può essere un buon strumento di promozione. Facciamo il caso di un locale di nuova gestione, o recente apertura, che si propone a prezzi ribassati mantenendo inalterata la qualità della sua offerta. Probabilmente molti avventori non torneranno più a prezzo pieno. Ma una parte, apprezzato il posto, potrebbe ricapitare, o almeno spendersi in un buon passaparola, la pubblicità migliore. Obiettivo centrato. Ma ad affidarsi alla formula del coupon potrebbe essere anche il ristorante di fascia medio-alta, nel tentativo di attirare un target diverso dall'abituale. Impresa ardua, certo. Ma in tempo di crisi...

Invece. Invece le mie *due* esperienze non sono ricadute né nel caso A, né nel caso B. Piuttosto in un caso C: paghi poco, l'offerta è direttamente proporzionale e il saluto finale sfuma da un possibile arrivederci ad un mesto addio.

Perché si sono verificati alcuni errori irreversibili, come direbbe un pc. Eccoli.

Non organizzare serate dedicate esclusivamente ai clienti-coupon...
Trovarsi al ristorante, guardarsi attorno, e vedere tanti visi un po' diffidenti, sentire le stesse domande: “il vino è compreso?” “c'è anche il dolce?” “possiamo scegliere o il menu è fisso?”. La serata groupon fa subito serie B, Europa League. Meglio mescolare: dà l'idea che il locale sia vivo e frequentato, al di là delle promozioni.

...Ma non discriminare il cliente-coupon
Ristoratore, sei tu che hai scelto di provare il coupon marketing. Dunque, chi viene tramite questo mezzo, non deve subire alcuna sorta di discriminazione. Altrimenti, cliente perso, per sempre, poco ma sicuro.

Non abbassare troppo il prezzo
Lo scontone -60, -70, -80% fa subito festa. Però, ammesso (con qualche dubbio) che la qualità non scenda proporzionalmente al prezzo, difficilmente chi va a cena a 20 euro tornerà quando il menu costa 50. Meglio abbassare le cifre in maniera più ragionevole, magari appoggiandosi al già vantaggioso menu degustazione, comprensivo però di tutti gli ammennicoli previsti per il cliente tradizionale. Così facendo ti rivolgi già ad una fascia di avventori vicina alla tua clientela, che può essere invogliata a provare un nuovo locale, e poi a tornarci, se merita.

[suggerimento più generale] Non dare mai la sensazione di improvvisazione
Indecisioni sul menu della serata, ignoranza dei vini proposti. “Hai la carta?” “Sì, un secondo”. E poi la carta non c'è. “Però ho dei vini buonissimi. Vuole un buon amarone?” E il menu prevede pesce. “Le porto una barbera?” E la barbera è ghiacciata di frigo. “Cosa c'è nel sugo?” E gli occhi roteano in cerca di un appiglio. Dubitare dell'esperienza e competenza del ristoratore non depone a suo favore. Almeno le basi (menu, vini in carta) devono essere assimilate.

...e non cadere negli errori più banali
Piccoli episodi accaduti nelle mie esperienze: sottolineare in maniera ossessiva quel che è compreso e quel che è extra (le buone maniere andrebbero sempre rispettate); servire al tavolo col cellulare all'orecchio (le buone maniere andrebbero sempre rispettate); utilizzare in un piatto i rimasugli di un altra portata (nelle tagliatelle al sugo di mare trovare inspiegabilmente fagioli e calamari per poi scoprire che l'antipasto terminato era fagioli e calamari). Dettagli che ti lasciano un po' così, e ti costringono ad una scomoda domanda: “Perché ci sono cascato?”

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4 Commenti

Inserito da roberta zennaro

il 05 marzo 2012 alle 14:39
#1
alessandro bravissimo, ci siamo cascati tutti no? ormai x me i locali che trovo nelle proposte coupon mi servono da selezione x non andarci, e passo le ore a discutere con amici sull'opportunità o meno di utilizzare "sti cavolo di coupon" come li chiamo io. ahimè a causa della crisi e grazie alla perenne presenza di clienti potenziali collegati online, ogni mattina almeno 3-4 organizzazioni propongono via email ristoranti, servizi x casa, auto, benessere, soggiorni fuori porta e chi+ ne ha+ ne metta, fino addirittura alle cure mediche (anche se spero queste siano sempre+ controllate). poiché pure io non navigo nell'oro, anzi, alla luce delle mie 4-5 esperienze oltre a quanto da lei sottolineato desidero aggiungere quanto segue.
le parti coinvolte nell'erogazione dei coupon sono quattro, 1. il locale/ esercizio, 2. l'organizzazione capofila del servizio, 3. i commerciali che fanno la proposta (uno x tel e uno sul campo), 4. il cliente.
chi ci guadagna nell'operazione? il cliente acquista prodotti o servizi a condizioni vantaggiose, ma non sempre dal valore equivalente a quello presentato nell'offerta. i commerciali vanno e vengono e, soprattutto su richiesta di chiarimenti o proteste spariscono. il locale/ esercizio si fa pubblicità ma prende addirittura meno dei soldi indicati nell'offerta, e parecchi mesi dopo. l'organizzazione last but not least incassa la maggior parte dei soldi dell'operazione. a mio avviso pertanto ci guadagna soprattutto l'organizzazione.
spero che la gente si renda conto di non dover abusare dei coupon e spero che questi vengano drasticamente ridimensionati. o è solo una mia illusione? grazie x i vs commenti, vi saluto con stima e affetto
roberta

Inserito da roberta zennaro

il 05 marzo 2012 alle 14:39
#2

Inserito da Filippo Ronco

il 05 marzo 2012 alle 14:46
#3
Come ho indicato anche altrove:
http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=6017&ref=search

secondo me il coupon marketing può andare bene per prodotti di massa ma se utilizzato per un ristorante può essere irrimediabilmente squalificante. Cioè, una strada dalla quale non si torna più indietro. E' vero come dicono alcuni che fa anche brand awareness in qualche modo ma lo fa del tutto in senso negativo. Discorso diverso per locali di altro target come per esempio, bar di tendenza per l'aperitivo alla moda, catene di fastfood, inaugurazioni speciali, spazi collettivi. Ma la ristorazione è un'arte che merita più attenzione, meno fretta, più cura di un coupon marketing.


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Inserito da roberta zennaro

il 05 marzo 2012 alle 15:00
#4
ecco filippo, esattamente ciò che intendevo, ma temo che il mercato vada in tutt'altra direzione, e non solo la "ristorazione di massa" !!!!

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