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L'ossidoriduzione e gli antociani, di Giancarlo Cipriani Noce

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L'ossidoriduzione e gli antociani

di Giancarlo Cipriani Noce

"Arnàuda - urlacchia il visconte - vai a metter su gli stracci, che arrivano!". Arnàuda, sbuffando si infila nel camicione a quadri con allegati calzonacci di fustagno sbiaditi e stivali scalcagnati, dopodiché scende nella corte affiancando il padre che guarda verso la carraia d'accesso con un ghignetto appena accennato.
Il SUV nero metallizzato frena secco sull'aia. Ne balza fuori un esemplare tipico di inurbato prontamente ricoperto dalla tormenta di sabbia e ghiaino che lui stesso ha provocato. Quando l'accesso di tosse convulsa smette di squassare il suo non troppo ampio torace, dai restanti portelloni scendono nell'ordine: una languida biondina, un'agile brunetta - entrambe abbronzantissime e fardate - ed un palestrato dall'espressione granitica.

Il visconte, nel frattempo, pare del tutto inconsapevole di cotanto arrivo e parlotta con Arnàuda la quale, sia detto per inciso, con i capelli grano maturo artisticamente scompigliati ed altre grazie sulle quali non ci soffermeremo più a lungo, é circa sette volte più attraente delle due signorine or ora citate. L'inurbato, spolverando l'abbigliamento casual da circa Euro 4.500,00, IVA inclusa, si avvicina ai due: "Mi manda…". Il visconte scatta "Eh no! Non vede che parliamo? Che diamine!" e si dilegua nei meandri dell'antico, elegante casale.

L'interrotto, ora interdetto, si volta verso gli amici. Il granitico gli fa cenno col mento "Su, deciso!". L'interdetto é fra l'incudine e il martello. Arnàuda sorride "Dica pure a me. Papà, sa, alle volte è un po' scontroso con gli estranei. Che vuole… Ghiribizzi… Stranezze…". Intanto gli porge una mano splendida, lunga e salda ma non grande, giusta insomma. L'interdetto la prende e abbozza un baciamano tanto per far vedere che sa vivere, ma la ragazza, essendo stata educata bene, abbassa la mano con forza e trasforma il tutto in un energico e rapido shake-hand. "Sarete qui per il nostro Vasciacolle suppongo…". Quindi, senza soluzione di continuità, "Finito purtroppo. Ormai è finito. La produzione è piccola e poi noi in vigna si dirada, si dirada tanto!".
Il granitico sembra sgretolarsi e le due splendide impallidiscono malgrado le chilate di fard. Quanto all'interdetto pare raggricciarsi su se stesso: "Ma è XXX, la marchesa, che ci manda!" e poi si tace, quasi in un anelito di tardivo riconoscimento.

Arnàuda pare raccogliersi in se stessa e poi, senza più sorridere, li fissa attentamente uno per uno; "Attendete qua! - intima - devo parlare con papà." apre l'usciolo di un ampio portone basso e largo e sparisce.
I minuti passano e i dolci rumori della campagna hanno ripreso il sopravvento. I quattro avrebbero l'occasione di udire del tutto gratis cinguettii di uccelli, fruscio di fronde ed altre melodie, ma ovviamente non li gustano, oppressi come sono dal terrore di non riuscire nella loro sacrosanta missione: Vasciacolle o morte!
Al primo piano si apre una finestra: "Così vi manda Marianna, eh?" chiede il visconte. L'inurbato s'illumina tutto, strizza l'occhio al granitico, e risponde "Nanna, Nànnera magari. Però non proverei a chiamarla Marianna in sua presenza!".

Apriti sesamo! Dopo qualche secondo sono tutti nella vecchia cucina intorno al grande tavolo e Arnàuda fa gli onori di casa con una mezza forma di pecorino molto, molto stagionato, pane casereccio molto integrale e vino nuovo, un po' aspro. Il visconte pare rabbonito, ma il Vasciacolle é comunque terminato. "Certo che se mi arrivate alla fine dell'estate, ragazzi! E sì che dopo quattro anni fra tini, botti, barrique, imbottigliamenti e menate varie aspetto voi per vendere il vino! - ripete il titolato - Oh che non lo sapete che apro la vendita dell'annata a febbraio e che a metà giugno non ce n'è più?". "Ma siamo solo a luglio - bada a ripetere la biondina, col groppo alla gola "e Nanna mi ha detto di venire tranquilla fino alla fine del mese". "Oh bella questa! E che lo fa la Nànnera il mio vino? E anche lei ci ha una bella faccia! Ma prima o poi mi sente…" ribadisce il produttore indignato. Poi come a pentirsi di tanta rudezza "Vabbè, dai Arnàuda vagliene a prendere una di là, nella cantinetta, che almeno glielo facciamo assaggiare 'sto 2006!".

La ragazza dalla chioma d'oro va e torna stringendo al seno la preziosa bottiglia. Pare una mamma col fantolino al seno.
Risparmiamoci la cerimonia dell'apertura, del tappo che passa di mano in mano, eccetera. Riportiamo solo, per dovere di cronaca, che il quartetto si contende ogni goccia della bottiglia sbavando commenti su aromi di cuoio inglese, frutti di bosco e inebrianti profumi di agrumi, esaltando i tannini e il retrogusto delicato, ma persistene. L'ex interdetto giudica che sia giunto il suo momento: "L'ossidoriduzione, gli antociani!" scandisce con occhio sbarrato e voce un'ottava oltre il normale. "E poi non voglion darvi il D.O.C.! Maledetti!" strilla la biondina per non esser da meno. Non sanno assolutamente di cosa stiano parlando, però fa figo.
Fine della bottiglia. Il visconte si alza dal grande tavolo e "Beh, ora vi saluto. L'anno prossimo venite prima." E, con un cenno del capo si dirige verso la porta. La brunetta ha le lacrime agli occhi e il granitico guarda cupamente il pavimento.

Arnàuda pare davvero dispiaciuta. "Papà - il visconte si ferma - non potremmo…".
"Cosa?" chiede burbero il geniale produttore.
"Ma sì che hai capito - dice la ragazza - qualche cartone c'è ancora…". L'inurbato principale ricorda che, in fondo, il Capo, il Pilota del SUV è lui, e, preso il coraggio a quattro mani, "Ovviamente non è questione di prezzo…". Il visconte si rigira viperino: "Ma lei sa cosa vuole barattare con i suoi denari? Questa non è una merce! Questo è amore, lavoro di generazioni, studio, applicazione costante. Questa è cultura. Arte!". Il desolato si riduce a poco più di un ombra e cerca di sparire dietro alla biondina che si scansa schifata. Arnàuda però, come la fata buona, veglia su di lui "Ma no. Ma no. Non voleva offendere. Voleva esprimere il suo apprezzamento." E rivolgendosi al ridimensionato "E' vero che voleva solo farci capire quanto apprezza?" e il rinfrancato "E'vero, è vero, è proprio così.".

Il visconte si volta a mezzo e "Guardi, non per lei che mi sembra capisca poco, ma per le signorine e per Nànnera. - poi verso sua figlia - Dagliene venti da dodici. Non di più. Assolutamente! Per il prezzo fai tu." E fa un'uscita degna del Re di Spagna.

Finalmente gli inurbati se ne sono andati con il SUV stracarico di 240 bottiglie di prezioso Vasciacolle che i quattro non riusciranno a bere in una vita intera. Prezioso anche perché l'hanno pagato una vera fortuna, ma d'altronde si sa, fuori stagione, oramai è come comprarlo ad un'asta. E ancora grazie… Il Visconte conta gli Euro che Arnàuda ha incassato (niente assegni, Nanna ve l'ha detto, vero?) e mette via coscienziosamente la provvigione per la marchesa. E Arnàuda? Beh lei telefona. "Giorgio? Fammene altre 240. No, facciamo 300. Certo, quello coi trucioli. Ah. Non dimenticare le etichette con la scritta. Sì, quella a norma. In piccolo eh!".

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