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Conegliano e Valdobbiadene, l'unicità del Prosecco

di Marco Merotto

MappaArticolo georeferenziato

La vendemmia 2003 del Prosecco DOC di ConeglianoValdobbiadene si è appena conclusa ed è il tempo per un riepilogo delle vendite 2002. Il 2002 si è concluso bilanci positivi e previsioni rosee per il futuro, l'incremento di produzione rispetto al 2001 è stato di un milione di bottiglie tanto da raggiugere i 38.771.300 di bottiglie di cui 30.892.000 di Spumante e fra queste 1.159.000 di Superiore di Cartizze.

Le esportazioni sono state di 12.406.000 pari al 32% dell'intera produzione e di queste ben 6.800.000 di Spumante. Il mercato Tedesco resta il più fiorente seguito da Austria, Svizzera, USA, Giappone, Brasile, Inghilterra e Canada. Se si considera che circa 6.800.000 bottiglie di "non spumante" hanno varcato i confini nazionali questo ci dice che in Italia oltre il 95% del Prosecco DOC commercializzato è spumante raggiungendo le mense più raffinate e i palati più gentili.

I produttori più organizzati sono riusciti ad imporsi nei mercati più lontani di Vietnam, Cina, Cambogia e Filippine in cui il Prosecco a detta dello Chef Kumalè ben si sposa con la locale cucina etnica. La produzione in valore è cresciuta a dismisura e negli ultimi anni ha sempre più cercato di darsi un'identità. Perché l'identità è il vero problema del Prosecco, che per noi che viviamo intorno o dentro la zona DOC resta e rimarrà Prosecco ma al di fuori dei confini Trevigiani deve meglio essere identificato come Prosecco di ConeglianoValdobbiadene. Non è esigenza di poco conto ma un preciso dovere di marketing per un vino che tra tutte le fortune ha la sfortuna di chiamarsi con il nome del vitigno che lo produce, rendendo possibile vendemmiare Prosecco in Puglia come in Brasile. Ma un vino non nasce solo dalla pianta ma da tutto quel terrior cioè territorio, cultura e arte che ci stanno intorno.

Un passo verso restrizioni sull'utilizzo del nome Prosecco si vanno indirizzando le prospettive dei produttori Trevigiani, provincia nella quale si produce oltre il 90% di tutto il Prosecco commercializzato, questo fa si che si possa richiedere la cosidetta "Riserva del Prosecco" ossia l'utilizzo del nome Prosecco solo per vino derivante da uve Prosecco provenienti da vigneti situati all'interno della sola provincia di Treviso.

Ovviamente le ridenti colline di ConeglianoValdobbiadene non devono fermarsi al solo Prosecco ma valorizzare i propri vitigni autoctoni che hanno fatto la storia delle nostre colline fino al 1800, vitigni come Verdiso, Bianchetta, Perera e Incrocio Manzoni. Introvabili e solo qui coltivati che danno luogo a vini favolosi impensabili in ogni altra parte del globo.

Bisogna considerare poi la nuovissima DOCG Colli di Conegliano che sicuramente darà nuovo slancio alla vitienologia di ConeglianoValdobbiadene e sarà una valida alternativa al Prosecco DOC, una scommessa per il futuro.
Oltre a questo si sta cercando di avviare il progetto del Distretto di ConeglianoValdobbiadene in cui riunire tutte le aziende produttrici, commercianti, albergatori, ristoratori, enoteche ed osterie in una grande occasione di crescita per il territorio ed offerta per il turista.

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