Dentro l'Oltrepò PaveseTweet

di Cinzia Montagna

Articolo georeferenziato

L’aneddoto più destabilizzante risale a qualche anno fa, quando un giornalista americano chiese se l’Oltrepò Pavese è fra la Toscana e il Piemonte. Una domanda così spiazza: l’Oltrepò Pavese è, in effetti, fra la Toscana e il Piemonte, ma anche fra Brema (Germania) e Rjim Maatoung (Tunisia), fra Polo Nord e Polo Sud, fra Embrun (Francia) e Slunj (Croazia), fra Oceano Atlantico e Oceano Pacifico. Però non è un luogo “fra qualcosa”: è un luogo. Ha dei confini amministrativi, che sono il perimetro della provincia di Pavia, Regione Lombardia. Ha dei confini fisici, che sono il Po, e il crinale dove inizia l’Appennino ligure. Si tratta però di confini simbolici e a uso-ufficio. In realtà questi confini nella storia non sono mai esistiti, intesi come limiti, e soprattutto non sono mai stati rispettati, intesi come barriere. Questo è un luogo-ponte, ma con un’identità sua, forte e forse unica in tutta l’area fra Toscana e Piemonte, fra Brema e Rjim Maatoung, fra Croazia e Pacifico. Le culture dell’Oltrepò sono molte e radicate. Certamente occorre saperle riconoscere e per vederle bisogna fermarsi, non limitarsi a una sosta. Con Riccardo, nel corso delle nostre chiacchierate invernali, è nata l’idea di parlare di queste culture. E’ uno spazio che occupo con piacere, perché in Oltrepò Pavese sono nata e non mi esalta l’idea di dover dire agli Americani “sono nata fra Toscana e Piemonte”. Un paese ci vuole, lo diceva Cesare Pavese. E il posto dove sono nata è l’Oltrepò Pavese, luogo di identità e di culture. 


[Immagine di B&B I due Padroni, su Vinix]