Continuando il nostro viaggio di scoperta dei vini francesi, vi propongo almeno per ora di coprire le zone vicine alla frontiera, accessibili in poche ore di macchina dall'Italia. Dopo la Linguadoca, passiamo quindi ai vini di Provenza, che è la regione dove ho scelto di abitare.
Quando i Romani arrivarono in Provenza, scoprirono che i Greci avevano già insegnato alle tribù locali come si fa il vino. Oggi la regione Provenza conta 104,000 ha piantati a vite, in cui dominano i vitigni grenache (39%), syrah (14%), carignan (11%) e cinsaut (8%). Secondo la tradizione meridionale francese, i vini di Provenza sono quasi sempre uvaggi di tre o più vitigni. La produzione è prevalentemente di rosati (quantità), mentre i grandi vini sono i rossi ; esistono pure dei bianchi.
La Provenza come regione vinicola viene definita, paradossalmente, escludendo il vino provenzale più famoso e rinomato, lo Châteauneuf-du-Pape, considerato invece come facente parte del Rodano Settentrionale. Ebbene in questo articolo conto riconoscere solo le frontiere amministrative, e quindi parlerò anche di Châteauneuf, che con i vini di Bandol rappresenta il meglio della viticoltura della Provenza, e di Vacqueyras, Gigondas, Coteaux de Pierrevert, Côtes du Luberon, Côtes du Ventoux, Rasteau, anch'essi esclusi da questa strana classificazione.
Bianchi
La produzione di bianchi è piccolissima (4%) con pochi vini degni di nota, segnalo l'eccellente Domaine de la Janasse nella AOC Châteauneuf-du Pape. Purtroppo i bianchi della AOC Côtes de Provence si basano su uve che raramente conducono a risultati interessanti (trebbiano, detto ugni blanc, e clairette). Il vermentino, qui chiamato rolle, potrebbe migliorarsi, magari seguendo l'esempio ligure si arriverebbe a qualche bianco degno di nota. Qualche simpatico bianco si trova nelle vigne a strapiombo sul mare à Cassis (pronunciato "cassì"), per esempio da Domaine du Paternel.
Rosé
I rosati costituiscono il 75% della produzione della regione, e probabilmente l'8% della produzione mondiale. In gran parte si tratta di vinelli semplici da bere d'estate in loco, ma esistono rosati eccezionali, principalmente quelli della AOC Bandol, piccola e antica zona di qualità affacciata al mar Mediterraneo situata tra Marsiglia e Tolone. Nella loro migliore espressione, i rosati provenzali, pur conservando il loro tipico colore rosa pallido quasi aranciato, sono degni di attenzione e possono perfino invecchiare per una decina d'anni con una bella evoluzione aromatica.
Questi rosati "di carattere" spesso contano sulla partecipazione del vitigno mourvèdre magari con grenache e cinsaut ; si tratta di rosati fatti con la tecnica della "saignée", ovvero prima della torchiatura le uve rosse vengono lasciate a macerare per un breve periodo senza rimontaggi, estraendo quindi un po' di colore ; il mosto viene poi separato dalle bucce e fermentato come per un vino bianco. Alcuni rosati vengono vinificati come un rosso, ma con macerazione breve ; un rosato in Francia non può mai essere prodotto assemblando vino bianco e rosso (con l'eccezione della Champagne, dove infatti si fa quasi sempre così!).
Un ottimo rosato ha la particolarità di aprire un certo numero di strade nuove negli abbinamenti con i cibi. Praticamente tutte quelle delizie che normalmente, secondo il dogma, "non si posssono abbinare a vino", si prestano alla sperimentazione con un rosato di buona estrazione : e quindi olive, carciofi, spinaci, sardine, bagna cauda, stuzzichini speziati trovano buona compagnia con questi vini a metà strada tra bianco e rosso, con l'acidità di un bianco e un po' di tannino e aromi di frutti rossi. Ovviamente sono l'accompagnamento ideale della cucina provenzale (pesce, verdure, formaggi caprini) e della famosa bouillabaisse.
In un mare di rosati, meglio scegliere bene, cercare quindi Bandol AOC di Domaine de Tempier, Domaine de la Tour du Bon, Domaine de Terrebrune, Château de Pibarnon. Nelle AOC Côtes de Provence e Coteaux d'Aix si possono trovare rosati buoni, cito quello del Château de Revelette.
Rossi
Solo un quarto della produzione è di vino rosso, eppure sono proprio i rossi che alzano il livello qualitativo della produzione provenzale. In un clima spesso troppo caldo per bere rossi (d'estate, neanche sognarselo), con una cucina di pesce e verdure comparabile a quella ligure e che mal si adatta al vino rosso, ebbene questi vini sono perfetti per abbinamenti non-indigeni, dall'agnello arrosto alla cacciagione ai funghi.
Le AOC che mantengono la buona reputazione dei rossi provenzali sono Châteauneuf-du-Pape (3500 ha) e Bandol (750 ha), ambedue si distinguono per l'influenza del celebre Mistral, il vento freddo e violento che spazza via le nuvole e l'unidità da questa regione favolosa, mantenendo le uve sane con un minimo di trattamenti. In ogni caso si parla di vini che vanno dai 13° ai 16° e più (le indicazioni sulla bottiglia tendono ad essere pessimiste...) ma dove l'alcool è ben integrato ed equilibrato, dove non si deve mai sentire il bruciore dell'alcool.
Châteauneuf-du-Pape, vicina ad Avignone, autorizza l'uso di 13 vitigni senza limiti sulle proporzioni, ma in generale dei 13 vitigni tradizionali ne vengono usati solo 3 o 4, primo fra tutti il grenache, talvolta in purezza, ma più sovente assemblato con syrah, cinsaut e mourvèdre. Le vigne locali si distinguono per la presenza di grossi sassi calcarei bianchi ("galets") che coprono e proteggono il suolo argilloso.
Purtroppo questi vini sono la passione di Robert Parker, che spesso attribuisce i suoi punteggi più stratosferici proprio a questi vini, il che spiega come i prezzi siano saliti a livelli meno accessibili. E comunque si trovano ancora ottimi affari, ad esempio un grande vino come quello di Pierre Usseglio rimane intorno ai 15€. Mitici della appellation sono Château Rayas, distinguibile dal suo rosso poco carico, e Domaine de Beaucastel., distinguibile al contrario per il suo colore carico, dovuto alla prevalenza del mourvèdre. Cito pure Domaine de Mont-Redon, Clos des Papes, Clos de Mont-Olivet, Château Fortia, Château la Nerthe, Domaine de la Solitude, Domaine du Vieux Télégraphe, Domaine de Marcoux, Domaine de Villeneuve, Château de la Gardine. Per un panorama completo della appellation, contattare la federazione dei produttori Vinadéa http://www.chateauneuf.com/boutique/index.html .
Bandol punta sulla presenza di almeno un 50% di uve mourvèdre (corpo, struttura, colore, aroma), con presenza obbligatoria di almeno due altri vitigni, grenache (corpo) e cinsaut (finezza), e uso facoltativo di carignan (acidità). Il vino prese il nome dal porto d'imbarco di Bandol, mentre le vigne sono tutte nei comuni circostanti. Bandol viene considerato come il terroir per eccellenza del vitigno mourvèdre, che si trova qui praticamente al suo limite settentrionale. In queste vigne spazzate dal Mistral, dove non piove quasi mai da maggio a settembre, i nomi più conosciuti non sono necessariamente i migliori produttori, sarà sufficiente quindi concentrarsi su : Domaine Tempier, fondatore della appellation che vinifica certi terroir pregiati separatamente (La Tourtine, La Migoua, Cabassaou), Domaine de la tour du Bon, unico per avere tutte le sue vigne su un'unica parcella, con vista del mediterraneo (e produttore anche di alcuni rari vini rossi fortificati), Domaine de Terrebrune, Domaine Lafran-Veyrolles, Château de Pibarnon, Domaine de Suffrène, Domaine Jean-Pierre Gaussen, Château Sainte Anne. Altre informazioni sono leggibili su http://vinsdebandol.com/
Esistono ottimi rossi da altre appellations, ne cito alcuni :
* Côtes de Provence AOC : Les Vins Dupéré Barrera per is suoi vini Nowat, e Domaine Richeaume, Château Font du Broc, Domaine de Jale ; attenzione a non lasciarsi ingannare dalla dicitura spuria "cru classé de Provence", raggruppamento immutabile di 18 domaines che nel 1956 ottenne il diritto di usare questa frase senza alcuna garanzia o impegno di qualità, oggi assai deludente salvo forse Château Ste Roseline.
* Baux-de-Provence AOC : il mitico e caro Domaine de Trévallon, che non ha diritto ad entrare nella AOC perchè usa un 60% di caberbet sauvignon con syrah ; più accessibili sono l'ottimo Domanie Hauvette, e Domaine Henri Milan.
* Rasteau AOC : Domaine Gourt de Mautens, notevoli rossi, potenti nelle prime annate ma oggi di grande eleganza.
* Palette AOC : minuscola appellation vicino ad Aix-en-Provence, provare Château Simone rosso, vino eccellente. Esiste anche in bianco, purtroppo marcato da legno eccessivo.
* Bellet AOC : salvo questa minuscola appellation vicino a Nizza, le prime zone vinicole sono a un'ora di macchina dalla frontiera (verso Saint Raphaël). I vini di Bellet sono piuttosto cari (l'effetto Costa Azzurra).
Indicazioni gastronomiche
La regione Provenza include 6 dipartimenti (province).
Alpi Marittime (Nizza e Costa Azzurra) : praticamente esente da viticoltura, ma la menziono a causa della prossimità con l'Italia, purtroppo caratterizzata da un rapporto qualità prezzo bassissimo dovuto al gran numero di stranieri. A Nizza un (raro) ottimo bistrot per mangiare a mezzogiorno con una cantina originale (vini da consumare a pranzo o da asporto) e ben fornita è Vin sur Vin, sulla rue Biscarra a fianco del centro commerciale Etoile. Alloggiare all'albergo Laperouse, situazione magnifica e prezzi tutto sommato ragionevoli per la zona. Eventualmente prendere rifugio nell'entroterra, dove a pochi chilometri dalla costa si ritrova una certa normalità. Vedere Eze, Monaco, Gorbio, e la Valle delle Meraviglie.
Var : prende il nome dal fiume che sfocia a Nizza (l'antica frontiera con l'Italia, ma che non fa più parte del dipartimento...), è il cuore delle Côtes de Provence, con una enorme produzione di rosati. Sede anche della eccellente appellation Bandol AOC. Netto contrasto tra il litorale, bello e meno frequentato da stranieri, ma dove in genere è difficile mangiare bene, e l'entroterra, relativamente isolato e dove si possono fare alcune belle scoperte. Sulla costa visitare Bormes les Mimosas con la sua spiaggia di Cabasson, una delle rarissime vere spiaggie di sabbia, visitare pure St Tropez, bellissima fuori stagione, e Sanary, paese di pescatori molto bello. Nell'entroterra vedere Les Arcs, Le Val, Le Thoronet. Evitare Tolone. Questo dipartimento è poco conosciuto e quindi luogo ideale per un turismo intelligente lontano dalle folle. La appellation Bandol si presta anche a qualche bella scoperta turistica.
Bouches du Rhône : include Marsiglia, la bella Aix-en-Provence, e la stupenda Arles. Provare l'incredibile ristorante L'Atelier di Jean Luc Rabanel ad Arles. Terra da vino che include i Coteaux d'Aix AOC e Baux de Provence AOC. Litorale interessante, vedere la stupenda Cassis con i suoi fiordi a picco sul mediterraneo (ma da evitare il weekend), entroterra ben noto per i paesaggi di Van Gogh e di Cézanne.
Vaucluse : terra del mitico Châteauneuf-du-Pape (visitare la federazione dei produttori), questa è la più provenzale delle provincie provenzali, con decine e decine di paesi da visitare : Isle sur Sorgue col suo mercato d'antiquariato ogni domenica, Fontaine de Vaucluse paese del Petrarca con una sorgente di straordinaria bellezza, Sénanque con la sua abbazia, Gordes, Vaison la Romaine con la cittadella medievale sulla collina e la parte romana in pianura, la celebre Dentelle de Montmirail, vero merletto roccioso, e per i fanatici di ciclismo il Mont Ventoux con la cima bianca pelata quasi lunare. Tappa obbligatoria ad Avignone, città difficile ma sede del magnifico palazzo dei papi. Prevedere una sosta a Carpentras per l'esperienza della fromagerie Vigier, con una scelta incredibile ed affinamenti precisissimi. Vedere pure la zona del Luberon e il paese di Lourmarin.
Alpes de Haute Provence : bella provincia che include Forcalquier col suo bel mercato del lunedi - cercare lo stand di Joel Corbon, artefice dei migliori formaggi di Banon, e prenotare a Le Lapin Tant Pis per una cucina provenzale decisamente contemporanea, inoltre visitare l'Université des Senteurs et des Saveurs ; vedere anche Moustiers nelle stupende Gorges du Verdon, e il giardino medievale del Prieuré de Salagon. Qualche vino interessante.
Hautes Alpes : piccolissima produzione di vino, ma stupendi paesaggi alpini fino alla frontiera italiana, visitare Dignes per la sua Réserve Géologique. Produzione di ottimi formaggi nel Queyras.
Rimango disponibile per evenetuali consigli su alloggi, ristoranti e aziende vinicole.
(scheda autore in allestimento)
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