Era un bel po’ che non polemizzavo ,ma oggi mi ci trascinano per i capelli.
Ecco esposti i fatti: ho lasciato perdere la provocazione dei mesi scorsi, durante i quali su una famosa rivista mensile ,dal nome di un crostaceo di rosso colore,i cosidetti santoni dell’enologia,sconfessando tutto quello che avevano sostenuto per anni,si sono permessi il lusso di Condannare la cattiva abitudine di far crescere i prezzi delle etichette del vino sproporzionatamente. Non solo hanno decantato le lodi del buon mangiare e del buon bere senza svenarsi,con appositi incontri e degustazioni di vini e ristoratori intelligenti. Ma quando poi,sulla rivista di questo mese,in una introduzione a firma Paolo Zaccaria per l’Almanacco del Berebene ,leggo testualmente:
”Troverete anche altri due elementi interessanti:sono sempre di più gli oscar che assegnamo alle Cantine Sociali,che hanno ormai intrapreso la strada della qualità senza però per questo trascurare la quantità né,di coseguenza,il giusto prezzo col quale collocare questi vini sul mercato……”
Allora delle due l’una o finalmente l’editore ha capito che sulla strada dove stava rotolando correva il rischio di farsi male o non ho inteso bene io,quando,ad un Salone del Vino di Torino,non tanto distante nel tempo,due edizioni fa,il Signor Daniele Cernilli,firma autorevole della succitata rivista,dichiarava al sottoscritto - che gli presentava vini di una Cantina Sociale che da anni produce qualità - che le Cooperative Vinicole mai avrebbero potuto produrre dei vini da oscar…..meditate gente meditate…
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