8.000 milioni di euro il giro d'affari in Italia del "mondo del vino".
"La produzione Italia" pesa per il 21% circa nel mondo e per il 34% nell'Unione Europea.
44,9 milioni di ettolitri la vendemmia 2003 (nel 2002, 42 milioni di ettolitri, con -20% sul 2001), ma la produzione media (ultimi 5 anni) è stata di 54 milioni di ettolitri (fonte: Unione Italiana Vini / Ismea).
Il Veneto la regione più produttiva (7,37 milioni di ettolitri) seguita dalla Sicilia e dalla Puglia.
50 miliardi di euro (fonte: Università di Bologna / Federvini) l'intero patrimonio della filiera vitivinicola compreso, quindi, anche il valore degli impianti e strutture legate alla produzione dei vini, liquori, distillati, aceto balsamico, ecc. .
1,2 milioni gli occupati che sono riconducibili alvino, compresa la fase della distribuzione (stime Università di Bologna).
La piramide del vino in Italia:
- 3 milioni di ettolitri DOCG
- 9 milioni di ettolitri DOC
- 18 milioni di ettolitri IGT
- 15 milioni di ettolitri di "vino da tavola"
Le aziende vitivinicole sono 800.000 (Censimento ISTAT 2000).
Le aziende imbottigliatrici, che hanno una media di 5 etichette, sono 30.000
La superficie vitata italiana è di 675.580 (Censimento ISTAT 2000).
Il vitigno più diffuso è il Sangiovese.
I 2/3 delle aziende hanno una superficie vitata inferiore ad 1 ettaro.
Circa 7.000 aziende hanno una superficie superiore ai 10 ettari.
Poche centinaia hanno più di 50 ettari di vigneto.
L'Italia è il primo paese esportatore al mondo, detiene una quota di circa il 25%: più 6,6% nel 2002, per un valore di 2.750 euro, a fronte di una sostanziale stabilità dei volumi, 1,6 milioni di ettolitri.
La Germania, primo mercato di riferimento, con una quota del 36% sul totale; l'aumento delle spedizioni verso gli USA è stata del 16% (anche nel 2002, è proseguita la tendenza al rialzo che, da 5 anni, caratterizza la domanda statunitense di vini stranieri: 5,5 milioni di ettolitri per una spesa di oltre 2,6 milioni di dollari, +19%). Le DOCG più famose all'estero? Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Barolo. Sono solo 1.200 le aziende che esportano vino (su un totale di 800.000);
- L'export, al 31 ottobre 2003, si è attestato sui 10,6 milioni di ettolitri, per un valore di 2.202 milioni di euro, registrando una flessione, sul 2002 (stesso periodo) del 15,5% in qualità, ma solo dell'1,4% in valore. Il prezzo medio del prodotto è aumentato del 16,3%, passando da 1,78 a 2,07 euro al litro (Istat).
- L'import, al 31 ottobre 2003, si è attestato sui 1,15 milioni di ettolitri, per un esborso valutario di 150 milioni di euro, con un aumento, sul 2002 (stesso periodo), del 98,3% in quantità e del 25% in valore. Il prezzo medio del prodotto estero sui mercati italiani è stato di 1,31 euro al litro. In pole position c'è la Francia, con l'80% del mercato, seguita da Spagna e Germania.
- Il comparto vino conferma il ruolo primario delle esportazioni agroalimentari italiane contribuendo per il 17% al totale esportato del comparto.
- La bilancia nazionale del vino ha archiviato il 2002 con un saldo positivo di 2.540 milioni di euro, +6% sul 2001 (Ismea).
- Internet non serve a vendere bottiglie: sono poco più di 1 milione all'anno di bottiglie di vino perdute attraverso Internet in tutto il mondo (fonte: Nomisma). Si tratta di volumi ancora molto ridotti, che corrispondono solo a circa lo 0,005% del totale del vino commercializzato off trade (esclusi quindi hotel, bar e ristoranti) nell'intero pianeta.
- La grande distribuzione, con una percentuale del 55% in valore e del 53% in volume, rappresenta il canale di vendita più importante per la commercializzazione del vino in Italia: nei supermercati della GDO si vendono attualmente vini per un valore di 1.200 milioni di euro. Sempre per il valore, la GDO è seguita dal segmento libero servizio (con il 22,3%), dal discount (con il 7,8%) e delle enoteche (con il 14,4%). Ma l'aspetto più interessante è l'aumento che c'è stato negli ultimi anni nelle vendite di vini di maggiore qualità: nel 2002, il valore delle vendite di vini di pregio nella GDO è aumentato del 6% sul 2001.
- Per i "grandi" vini (prezzo superiore ai 25 euro), il canale di vendita più diffuso è l'Horeca con il 42,9% del fatturato; a seguire le enoteche e wine-bar con il 36,3% e la GDO come fanalino di coda con il 4,3% (Indagine 2003 Mediobanca).
- Il fenomeno delle enoteche e wine-bar? 1.000 locali con fatturato da 300 milioni di euro.
- Nella hit parade delle enoteche d'Italia è il Brunello di Montalcino il leader indiscusso. La conferma dai sondaggi dell'Osservatorio del Salone del Vino di Torino. Quindi, in ordine, Chianti, Chianti Classico, Barolo, Barbera d'Asti.
- Stando ad un rapporto dell'Ufficio Studi della banca d'affari Mediobanca (marzo 2003), condotta sulle 51 principali società d'Italia (che rappresentano circa un quarto del valore della produzione e oltre un terzo dell'export), bene la redditività per le imprese del vino: il volume degli utili è aumentato del 10%, nel 2001, sul 2000. C'è stata, però, una diminuzione del rapporto tra rendimenti e capitale investito (ROI, dall'11,8% al 11,2%) e di quello tra i rendimenti ed il patrimonio netto (ROE, da 11,3% a 10,8%). Questo perché ad un incremento degli investimenti e del valore aggiunto, non si è accompagnata una pari espansione del fatturato.
- L'investimento in pubblicità nel mondo del vino si attesta sul 3% del fatturato, ma può toccare punte del 10% (indagine 2003 di Mediobanca).
- I vini DOC e DOCG rappresentano, in quantità, il 21% della produzione italiana. Le DOCG sono 28; le DOC sono 306; le IGT 116.
- Le regioni italiane più citate per i vini sui mass media stranieri sono, in ordine, la Toscana, il Piemonte, il Veneto, la Sicilia. All'estero si parla del vino italiano su articoli specifici sui vini per 57%, su articoli su luoghi-città-territori per il 29%, su articoli su eventi 9%, su articoli gastronomici per il 5%.
- Il consumo medio annuo di vino per abitante in Italia è di 58 litri.
- Gli "accessori" del vino (barbatelle, macchine per enologia e l'imbottigliamento, botti, macchine agricole per la viticoltura, tappa di sughero…) hanno un giro d'affari di 2.600 milioni di euro.
- L'Italia è il maggiore utilizzatore di tappi di sughero; 1,5 miliardi di pezzi. Il costo del tappo di sughero standard è di 0,18 euro (ma i tappi "super" da 6 centimetri arrivano anche a 0,7 euro).
- La produzione vivaistica italiana è all'avanguardia nel mondo (conta 3.000 addetti per un fatturato di 150 milioni di euro). I vitigni più richiesti sono stati quelli a bacca rossa (74%). La Vivai Cooperativi di Rauscedo è l'azienda leader nel mondo nella produzione vivaistica delle barbatelle (52% nel mercato italiano). Un fenomeno recente, in Italia, ma anche nel mondo, è la riscoperta cultivar italiane (Sangiovese, Montepulciano d'Abruzzo, Sagrantino, Barbera, Aglianico, Nero d'Avola, Refosco dal Peduncolo Rosso…).
- Quello del turismo enologico è un vero e proprio boom: ben 3,5 milioni di turisti di casa nostra hanno scelto mete enogastronomiche; il fatturato è stimato in 2.5 miliardi di euro ed è in costante crescita. Il turismo del vino costituisce un'opportunità fondamentale per promuovere il patrimonio di risorse agroalimentari d'Italia ed è un oculato strumento strategico per lo sviluppo economico. Il vino, del resto, sempre meno alimento base e sempre più occasione per il migliorare stile e qualità della vita, è ormai anche un pretesto per alimentare la fantasia alla scoperta di territori, esplorazioni di cantine, ricerca di prodotti, assaggio di cucine, convivialità inattese. Questo scenario, prospettato da ricerche sociali, conferme l'enoturismo è il volano più efficiente per muovere flussi, grazie al mix dei suoi principali elementi: cultura, paesaggio, vino, cucina, arte, prodotti agroalimentari, artigianato di qualità.
- Gli adepti del vino di qualità in Italia sono 6 milioni (soprattutto tra i 26 e 45 anni) che cercano e consumano in maniera sempre più crescente etichette di qualità, comprano guide e riviste specializzate, frequentano enoteche e wine-bar, partono per il week-end alla scoperta di territori ricchi d'arte, storia, ambiente e cantine. Ma l'attenzione verso il mondo del vino ha un platea ben più grande: sono 24 milioni i consumatori italiani stabili della bevanda cara a Bacco e 16 milioni hanno disponibilità a casa di uno stock di vini (fonte: Censis).
- La top ten sulle intenzioni di visita nei distretti del vino (un potenziale di 10 milioni di italiani con "intenzioni e progetti di viaggio" nei singoli micro distretti), stando al Censis, vede, in ordine: Chianti, Conegliano, Oltrepò Pavese, Montalcino, Monferrato, Langhe, Trentino, Montefalco, Collio, Castelli Romani.
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