Dove siamo
Il Piemonte è l’area più terroiristica d’Italia. Ha una forte somiglianza con la Borgogna.
Piegate strette strette e miniaturizzate dalle alpi innevate a nord e ovest, le colline di Langa coi 515 ettari di vigneti in Clavesana e con due dei vini più bramati al mondo – Barolo e Barbaresco – sono la risposta italiana alla Côte d’Or. Su Terra, l’unica terra di Dolcetto è il Piemonte. Alcune sottovarietà di Dolcetto sono coltivate sul confine Ligure e nella Savoia francese, e nel Northwest degli USA ed in Argentina ed in Australia.
Il Dolcetto è coltivato in oltre il 10% del vigneto piemontese: nei 5079 ettari di vigna di 5282 coltivatori – per una resa massima possibile di 22 milioni di bottiglie (se tutto fosse imbottigliato come Dolcetto). La popolazione più densa di Dolcetto dimora nella provincia di Cuneo, terra di Clavesana – nei 3026 ettari di Dolcetto di 3182 viticoltori di Dolcetto. È il vino più amichevole del Piemonte – il Dolcetto. È simbiotico, non versatile soltanto. E probabilmente il vino più democratico d’Italia.
Il Dolcetto è particolarmente utile ai viticoltori piemontesi… Non è capriccioso come il tardo Nebbiolo, ma è sfidatore davvero molto particolare – a modo suo. Il “Duset” è dialettale – al massimo della Piemontesità. Le trecentocinquanta famiglie di viticoltori in Clavesana hanno prodotto e venduto l’anno scorso il 12% del Dolcetto su Terra.
Considerazioni di TigullioVino
Ottobre 2011
Dogliani è sicuramente sinonimo di Dolcetto. Un vino che in questa zona vanta un ricco bagaglio storico. Nelle prime posizioni vitate di tutto il Piemonte, il vitigno dolcetto dimostra intelligenza e versatilità. Dalle sue uve sia vini di pronta beva che di buon corpo e discreta longevità. Ne sono esempio i 4 Dolcetto di quest’azienda. Il primo ed il secondo del 2010, sono ideali per il desco quotidiano. Il terzo ed il quarto, entrambi del 2009 e Dogliani Docg, si esprimono con invitante ed intenso bouquet, e decisa ma equilibrata struttura. Su tutti, il 110.
Febbario 2012
Da questa cantina leader del dolcetto, una conferma ed una novità. Valido e figlio del terroir, il Dogliani “Dirazza”. Il vino in abbinamento al gran bollito della 101 a Fiera del bue grasso di Carrù. Il nuovo: Sansossì. Un Dogliani chinato, di buon livello, che senza assurgere il ruolo del più noto Barolo chinato, invita a ribersi e tiene bene l’impegno con
dolci secchi al cioccolato.
Dicembre 2012
Dalla Cantina Clavesana un’altra conferma. Nell’arco di poco più di un anno, abbiamo assaggiato per tre volte alcuni vini di quest’azienda. Il progresso qualitativo di questi prodotti è significativo, tenuto conto del grande numero di bottiglie prodotte. Dei tre Dogliani, due della stessa annata e Superiore, uno del 2011. I primi due, pur diversi, hanno in comune l’intenso e tipico bouquet, discreta freschezza e una buona struttura. Quello del 2012 è una gradita sorpresa. Di annata senz’altro buona che, pur essendo ancora giovane, ha tutti i pregi del Dogliani, più un’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Gennaio 2013
Assaggiando periodicamente i Dogliani prodotti da questa cantina, c’è un ulteriore conferma del buon livello qualitativo raggiunto. Nell’ultimo assaggio, sia il Dogliani 110 dell’annata 2010, che il Dogliani Dirazza dello stesso anno, hanno espresso il meglio del vitigno e del terroir. La maturazione fatta esclusivamente in botti d’acciaio, gli ha conferito un maggior fruttato varietale, senza diminuirne il carattere e l’armonia. Da buon compagno del desco quotidiano il Piemonte Dolcetto, di maggiore impegno e struttura il Barbera d’Alba e, molto valido, il Barolo 2008. Un vino che punta più sul bouquet che sul corpo, ma che possiede distinzione e già una qual certa armonia.
Luglio 2013
Dai continui assaggi dei Dogliani di questa cantina, emergono miglioramenti costanti su tutta la linea. I più recenti, su Dogliani 2012 e, ancor di più sul Dogliani Superiore 587. Il primo, frutto di una buona annata, pur giovane manifesta le qualità intrinseche del Dogliani: profumi fruttati e balsamici, equilibrate freschezza, sapidità e tannicità, unite al piacere di riberlo. Non solo: ha buono anche il prezzo. Il Superiore, esprime netti sentori varietali, e altri più fini e complessi, uniti ad una equilibrata struttura. Un vino di carattere che fa piacere berlo e che si abbina a molti piatti della cucina nazionale.
Gennaio 2014
Da oltre tre anni assaggiamo gran parte dei vini di questa cantina. Anno dopo anno,
c’è un costante aumento qualitativo dei vari Dogliani Docg. Non solo. Anche altri vini come il Barbera d’Alba, il Roero Arneis e il Barolo, camminano sulla stessa scia. Tre i vini in quest’occasione:l’Arneis 2012, il Dogliani Superiore 587 del 2010 e il Barolo 2009. Il primo esprime profumi varietali e compositi, pienezza e continuità. Il Dogliani, già assaggiato poco più di sei mesi fa, si è fatto ancora più armonico. Il Barolo: giovane, ovviamente ancora da farsi, ma di buon avvenire.
Settembre 2015
Due validi vini che esprimono sia il vitigno che il terroir. Giovane ma fruttato, fresco e di buon corpo il 2013. Pieno, ampio, composito e leggermente complesso il Clou 2011. Entrambi ottimali per esaltare piatti diversi tra loro. Un buon livello raggiunto, sebbene entrambi sono prodotti in certa quantità: circa un milione e mezzo di bottiglie di Dogliani e, altre 160 mila per il Clou.