Dove siamo
Nel cuore delle Cinque Terre, incastonata in uno splendido anfiteatro naturale protetto dai venti, la proprietà Buranco dispiega tutto il suo semplice, ma prezioso fascino a chi la raggiunge salendo da Monterosso. Qui il Rio Buranco, che dà il nome alla proprietà, prima di buttarsi nell'azzurro intenso del mare, attraversa una valletta che sembra davvero un'antologia di quanto più caratteristico può offrire questo lembo di Liguria. Un ambiente eccezionalmente unico, tre ettari e mezzo di terreno coltivato a vigne, uliveto e limoneto dalla famiglia Grillo, con amore e dedizione; una scelta di eccellenza nelle Cinque Terre, dichiarate dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità".
Vino, grappa, olio, limoni e miele sono le produzioni di Buranco. Piccoli volumi per un'elevata qualità. Tutti nati dallo stesso mondo. E dalla stessa filosofia: ritrovare un tempo perduto e cercare di renderlo di nuovo nostro. E per capire fino in fondo l'eccezionalità del luogo e dei suoi prodotti è davvero fondamentale conoscere il tesoro ambientale di cui la perla Buranco fa parte: le Cinque Terre; un mito che da sempre viene associato ad un altro mito: lo Sciacchetrà. Un vino che nasce in un paesaggio viticolo unico; in "Paesi" a strapiombo sul mare, su minuscole "fasce" strappate al monte con tenace fatica; dove, per dirla come il grande Veronelli, si muovono, come equilibristi "angeli matti i vignaioli".
Considerazioni di TigullioVino
Novembre 2005
I vini proposti sono nel complesso di livello alto. Grande il bianco con potenzialità evolutive di notevole interesse. Tecnicamente molto ben eseguito il rosso anche se è ancora migliorabile l'apporto dei legni all'olfattivo. Sull'utilizzo dei vitigni internazionali e del risultato ricercato - un vino di stampo internazionale, appunto - si è già detto all'interno della degustazione. Qui ribadiamo solo che l'inteto è riuscito, ottimo il prodotto dal punto di vista tecnico, univoco il mercato cui fa riferimento, abbastanza in contraddizione con la filosofia della restante produzione. Lo Schiacchetrà esprime al meglio le caratteristiche di appassimento dei vitigni liguri e del Bosco in particolare. Un vino di grande spessore e piacevolezza, mai stucchevole ed anzi di continuo invito alla beva. Fa sempre piacere, nella nostra piccola e bistrattata liguria, trovare aziende di questo calibro che tengano alto, se non il quantitativo - che è impossibile - il livello qualitativo della produzione. Avanti così.
Settembre 2013
La Liguria, arco di terra con vigne tra cielo e mare, da sempre esprime vini di molta sapidità. Nella Riviera di Levante, nel suggestivo tratto spezzino denominato Cinque Terre, ai vini già sapidi, si aggiunge un’esclusiva nota iodata. Caratteristica singolare che, come un’impronta, li distingue da tutti gli altri. L’ennesimo esempio, ci viene dai vini di quest’azienda. Quattro vini di cui due bianchi secchi, un rosso e un passito. Il primo Cinque Terre è già sinonimo di questo terroir unico. Intensi sentori iodati, fruttati e vegetali che, si ritrovano in bocca al retrogusto. Il Magioa, una “riserva”di Cinque Terre, vanta ancor più, complessità e struttura. Il Rosso prodotto con pregiati vitigni foresti, oltre i varietali e compositi profumi, evidenzia non comune freschezza e sapidità. Su tutti lo Schiacchetrà. Un passito diverso da tutti. Dall’intenso e variegato bouquet, con netta percezione dolce che si amalgama perfettamente a sapidità, note iodata e tannica, rendendolo armonico. Grande già da giovanissimo.
Agosto 2015
Da alcuni anni seguiamo questa piccola e qualificata azienda. Vini di buona fattura e personalità. Ottimi il Cinque Terre e il Cinque Terre Sciacchetrà. Quest’ultimo e il Rosso sono stati assaggiati recentemente. Lo Sciacchetrà merita gli elogi sin qui fatti. Il 2012 pur giovanissimo si presenta composito, ampio, fruttato, di gran persistenza e già discretamente armonico. Decisamente buono anche il Rosso della stessa annata. L’unione di Syrah e Cabernet Sauvignon coltivati a Monterosso ha dato vita a un vino spiccatamente fruttato, pieno ma da voler ribere per sapidità e morbidezza. Non solo. L’anidride solforosa totale è di 9 mg/l per il Rosso, e di 38 mg/litro per lo Sciacchetrà. Molto, ma molto meno di tanti vini biologici.