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Terme, birra e vino in Slovenia

di Pierfrancesco Marvulli

MappaArticolo georeferenziato

Partenza da Venezia a metà mattina, destinazione le terme di Lasko vicino Celje, tra Lubljanja e Maribor. Da Venezia 355 km quasi tutta di autostrada. Dopo Lubljanja sosta per il pranzo in un paesino che dava l'idea della vita come era da noi 100 anni fa. Una tranquillità ed un paesaggio rurale che da soli preannunciavano un ottimo pranzo, come infatti è stato.
La cucina slovena prevede vari piatti che però fino a Lubljanja sono "italianizzati" o in ogni caso meno autentici di quelli preparati più in là, verso l'Ungheria o la Croazia. E' qui, infatti, che ci si accorge di essersi spinti nella Pannonia superiore, tra le terme antiche e le verdi colline. Queste zone sono bellissime. La coltivazione di una varietà ottima di luppolo (che addirittura esportano in maggior parte) è alla base delle meravigliose birre slovene. Proprio a Lasko c'è una delle birre più famose e diffuse in Slovenia che prende il nome della cittadina.



Le nostre gite fuori porta iniziano nel cercare le due famose strade dei vini: da Rogaska Slatina verso Ptuj e da Ormoz verso Ljutomer, nei colli della Prlekija. I due itinerari prevedono una sorta di cantine aperte nostrane. Inoltre ci sono anche dei castelli come quello di Bor usato come carcere dai nazisti e successivamente dai comunisti o quello di Štatenberg che abbiamo visitato col suo fascino spettrale dove ha dormito anche l'imperatrice d'Austria Maria Teresa. Quest'ultimo castello risale al 1720 e le varie parti del palazzo sono state progettate dall'architetto italiano Camessini. Si può anche restare a dormire.
Una delle cose caratteristiche che si vedono e che si sentono (non sempre perché a volte sono "finte") è la raganella o crepitacolo, ossia un mulinello di legno montato sui pali dei vigneti, che girando produce un rumore simile allo scoppiettio delle nacchere e in questo modo serve a scacciare gli uccelli. E' il simbolo della Prlekija e la si trova nei vigneti, le si attribuiscono virtù particolari nella tutela dei vigneti, e non solamente in difesa degli animali dannosi.

Il primo itinerario passa per le Colline Haloze vicino al confine con la Croazia Terre di dolci colline, vigne, campi di grano e girasoli. Il Sentiero Haloza (Haloska Pot) si può prendere vicino al Castello di Bor, 11 km a sud-est di Ptuj. Non è proprio ben segnato. Anzi diciamo che è non è un'unica strada, ma sono tantissime stradine. Se ci si perde si può facilemnte tornare sulla statale vicino che va da Celje fino a Maribor.
Il secondo (da Ormoz per Jeruzalem-Ljutomer) prosegue per 18 km a nord verso Ljutomer passando dal villaggio di Jeruzalem, in cima ad una collina. Durante l'itinerario ci si può (e ci si deve) fermare in uno dei tanti ristoranti o meglio cantine dov'è possibile assaggiare i vini bianchi tipici della regione.
Ljutomer si trova a soli 6 km dalla Croazia, a 20 km dall'Ungheria e a 28 km dall'Austria. Questo fa gia capire perché nel 1265 questa cittadina assunse i privilegi di mercato. E' il centro principale della Prlekija, rinomata regione per gli ottimi vini e per la cucina tradizionale.



All'inizio del '900 il Ljutomer o Ljutomercan era un vino bianco prodotto da diversi vitigni conosciuto e apprezzato sul mercato estero, soprattutto su quello inglese. Oggi è ancora a prodotto, insieme a tutti gli altri bianchi. Da una decina d'anni la commercializzazione viene effettuata dalla cantina stessa e le esportazioni si effettuano principalmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La produzione annuale si aggira intorno ai 35.000 ettolitri. Jeruzalem, che è ritenuta giustamente la perla dei colli della Prlekija, fu amata dimora dei crociati che da questi sembra portare il nome. La chiesa è dedicata alla Madonna addolorata e si ritiene che il dipinto dietro all'altare sia stato portato dai crociati di ritorno da Gerusalemme. E' famosa per l'omonima cantina.

Arriviamo ai vini! I colli sono giustamente famosi per i vini bianchi come lo Sipon (vitigno autoctono), i Riesling (Laski e Renano), il Traminec, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot Grigio ed il Moscato (ungherese). Iniziamo a dire subito che la maggior parte dei vini è in versione dolce o amabile. Ottimi serviti con una torta dolce-salata alla ricotta, come spuntino. Il Traminec ed il Riesling, in versione dolce, erano veramente eccezzionali. Il Sipon è particolarissimo. Ottimo il Moscato ungherese, dalla trasparenza simile all'acqua, appena ambrato. Veramente un nettare che spinge alla meditazione. Lo Chardonnay rileva la sua maestosa struttura anche da queste parti. Infine ho preso un Pinot bianco del 1999 che ho aperto in compagnia di un amico Sommelier (della FISAR di Venezia) e che è stato veramente particolare, completamente inaspettato e differente da come uno poteva immaginarselo. Da non trascurare l'atmosfera dei castelli visitati e la gente veramente ospitale del luogo. Soprattutto informale.




Uleriori annotazioni:

non è vero che ormai i prezzi dei servizi turistici in Slovenia si sono equiparati a quelli europei. Mediamente per mangiare si spende il 50% di quello che si spende in Italia del Nord, a cominciare dalla birra che da 50 cl viene servita al banco o in tavola a circa 2€, ed è veramente ottima. Lo stesso discorso vale per il dormire, noi abbiamo pagato per tre mezze pensioni alle terme, con entrata alla piscina termale, alle saune, al bagno turco 130€....albergo bellissimo e pulitissimo, terme modernissime con tanto di braccialetto magnetico per entrare-uscire e per la chiusura dell'armadietto.

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